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Articolo inserito in data 19/05/2011 11:56:48
Emilia Romagna-Toscana
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Sentiero: lungo la VALLE DEL FOSSO CA DEL VENTO (valle dell'Acquacheta)

Sentiero: San Benedetto in Alpe - molino dei Romiti - case Pian Baruzzoli - valle del fosso Ca del Vento - bocchetta del Vento - monte Lavane - i Romiti - cascata dell'Acquacheta - San Benedetto in Alpe (Forlì-Cesena - Firenze)

difficoltà: T - E

407: parziale, in salita                           (1h 10' - 270 m di dislivello positivo)
429: parziale, in salita                           (0h 20' - 160 m di dislivello positivo)
 --- : lungo la valle, in salita                   (1h 30' - 220 m di dislivello positivo)
555: parziale                                         (0h 50' - 230 m di dislivello positivo)
413: intero, in discesa                           (1h 30' -   90 m di dislivello positivo)
407: intero, in discesa                           (1h 05' - 100 m di dislivello positivo)

in totale 6h 25' di cammino e 1070 metri di dislivello

note: il sentiero che porta alla cascata dell'Acquacheta è probabilmente quello più frequentato della Romagna e del parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, del Monte Falterona e di Campigna, una piacevolissima, semplice passeggiata adatta e consigliata a tutti. Ben differente è il discorso se si affronta l'intero circuito descritto, molto bello, ma con un tratto non segnato, senza dubbio lungo e con un significativo dislivello da superare.
Si tratta di un itinerario che in parte ricalca quello che ho descritto in precedenza (VALLE DELL'ACQUACHETA e MONTE LAVANE), dal quale si differenzia perché risale la valle del fosso Ca del Vento, evita il crinale del poggio dell'Inferno e percorre il settore fra la bocchetta del Vento e i Romiti (cascata dell'Acquacheta), con la salita al Lavane, in direzione opposta. Ne consegue che farò qui vari riferimenti alla relazione già pubblicata

07/05/2011

- San Benedetto in Alpe sorge nella valle del Montone a poco più di 40 km da Forlì; giunti in paese, appena prima di un ponte si prende a destra la strada per Marradi (indicazioni anche per Acquacheta) e dopo 200 metri circa si parcheggia l'auto a sinistra in un evidente slargo appositamente predisposto. Il sentiero parte poco dopo, nei pressi del tornante, segnalato da frecce in legno (Romiti, cascata - 407). Qui ho preso il punto col GPS e azzerato il misuratore di dislivello:

coordinate ED50: N 43°58'59,1" - E 11°41'12,8" (inizio sentiero 407)
quota:                  515m slm

- Descrizione del percorso fino al molino dei Romiti e all'incrocio col 429 per le case Pian Baruzzoli e il poggio dell'Inferno.

coordinate ED50: N 43°59'24,2" - E 11°38'58,5" (molino dei Romiti)
quota:                  638m slm

coordinate ED50: N 43°59'32,1" - E 11°38'47,9" (incrocio sentieri 407 - 429)
quota:                  685m slm

- Contrariamente alla volta precedente, al bivio che troviamo appena prima del belvedere frontale verso la cascata dell'Acquacheta andiamo a destra. Alla biforcazione successiva ci teniamo a sinistra (segnavia) in salita che diventa ripida rasentando una goletta. Giunti a due passi da case Pian Baruzzoli curviamo a sinistra (segnavia) e guadagnamo quota su una bella mulattiera. In un tratto in cui si spiana ignoriamo il sentiero segnato che si inerpica a destra in direzione del crinale del poggio dell'Inferno e proseguiamo dritto restando sulla stessa:

coordinate ED50: N 43°59'41,0" - E 11°39'08,1" (incrocio a monte di case Pian Baruzzoli)
quota:                  840m slm

- Attraversiamo un bel bosco e quando all'improvviso per un attimo ne usciamo ci sorprende un panorama che da solo vale la fatica che stiamo facendo: siamo in una radura, davanti e sotto di noi una distesa di verdissimi alberi ricopre totalmente il versante opposto e il fondo della valle del fosso Ca del Vento, ma notevole è soprattutto a sinistra la vista dall'alto del torrente Acquacheta che precipita nella cascata, con a fianco il prato dei Romiti da una parte e la terrazza panoramica naturale, grigiastra e rocciosa, dall'altra, quella che ho descritto nella relazione precedente e dalla quale ci si affaccia sulla bassa valle.

- Ci accorgiamo che il sentiero non è più visibile (questo tratto dell'itinerario è poco frequentato e privo di segnavia); per ritrovarlo ci spostiamo di qualche metro dal punto panoramico risalendo nella radura e rovistiamo nella boscaglia, fino a quando appare dietro a un cespuglio, relativamente infrascato, in direzione dell'alta valle (nord).

- Proseguiamo in piano, o in blandissima salita, superando alcuni fossi che, cupi e dirupati, scendono da destra. Il successivo pascolo in abbandono può creare qualche dubbio, ma è semplice risolverlo mantenendosi sempre sulla traccia principale, continuando a camminare alla stessa quota.
La presenza di un paio di pioppi, alberi alti e caratteristici (in realtà risulteranno essere almeno 4) che svettano nettamente sugli altri, annuncia l'arrivo in un luogo suggestivo e pittoresco: ci sono un torrentello da attraversare e subito dopo una piccola radura con a sinistra una vecchia vasca in cemento circondata da ciò che resta di una recinzione, e nei pressi del corso d'acqua due lastre di roccia messe in posizione eretta, tipo menhir, da chissà chi e chissà quando. Aldilà del prato, inizialmente nascosti, sorgono in posizione panoramica i desolati ruderi di Fontanacce

coordinate ED50: N 44°00'01,1" - E 11°38'42,8"
quota:                  859m slm

- Lasciamo a destra la facciata del decrepito edificio, rasentiamo una superficie rocciosa inclinata di considerevoli dimensioni e cerchiamo il sentiero fra i cespugli. Lo troviamo con facilità e da qui in avanti risulterà sempre evidente. Da tenere presente in ogni caso che in questo settore non segnato dell'itinerario la direzione di marcia varia solo fra nord e nord-ovest e si ha costantemente la netta e veritiera sensazione di procedere verso l'alta valle parallelamente al sottostante (mai visibile) alveo del torrente Ca del Vento.
Incontriamo una rustica marginetta (edicola sacra) con Maestà, poi scendiamo lievemente fino a incrociare un grosso fosso trasversale oltre il quale la traccia diventa una pista; seguendola, dopo una tranquilla salita in un rado bosco e un bel pascolo, arriviamo ai ruderi di Cortecce:

coordinate ED50: N 44°00'33,0" - E 11°38'18,8"
quota:                  871m slm

- Continuando sulla strada sterrata appare evidente che stiamo entrando in una zona tuttora utilizzata per l'allevamento: prati verdi e soleggiati, ma soprattutto lontani muggiti e suono di campanacci non lasciano dubbi. L'ambiente attorno è particolarmente piacevole e paiono apprezzarlo le mucche e i vitelli che alla fine osserviamo nei pascoli che precedono l'edificio con stalle, ristrutturato, chiamato la Preda:

coordinate ED50: N 44°00'57,7" - E 11°38'29,2"
quota:                  955m slm

- La valle curva ora decisamente a sinistra (ovest); il ripido versante opposto a quello in cui ci stiamo muovendo è ininterrottamente coperto da un fittissimo bosco ed ha perciò un aspetto affascinante, selvaggio, amplificato dal contrasto con le grandi radure appena attraversate. La pista si immette in quella principale che parte dal passo della Peschiera; in alto riconosciamo uno dei capannotti di caccia eretti lungo il sentiero 555. Andiamo a sinistra (tenendoci in salita a destra raggiungeremmo il passo):

coordinate ED50: N 44°01'05,8" - E 11°38'14,7"
quota:                  977m slm

- Superiamo quello che oramai è poco più di un fosso un paio di volte e dopo alcuni tornanti arriviamo al punto caratteristico segnalato nella descrizione dell'itinerario fra il monte Lavane e il poggio dell'Inferno; in pratica ci immettiamo sul sentiero 555 che prendiamo restando a sinistra sulla strada forestale:

coordinate ED50: N 44°01'08,6" - E 11°37'49,7"
quota:                  968m slm

- Il percorso che da qui ci riporterà a San Benedetto in Alpe dopo aver toccato la cima del Lavane, i ruderi del Briganzone e quelli dei Romiti ci è noto perché è lo stesso affrontato, in direzione opposta, in un'occasione precedente e alla cui relazione già pubblicata mi sono in questa spesso riferito.
Sottolineo in ogni caso che la salita lungo la pista è continua e relativamente noiosa, la discesa dalla cima è su traccia non sempre visibile, ma con segnavia dei quali è particolarmente utile quello che indica la deviazione a destra tramite la quale si attraversa quasi in piano il bosco per raggiungere la ripida cresta sud-est, che quest'ultima è bella e panoramica e che l'ambiente naturale fra il Briganzone e i Romiti (boscosa valletta secondaria percorsa da un suggestivo torrente con varie cascatelle e da una mulattiera in parte selciata) e nei pressi della cascata dell'Acquacheta è di eccezionale interesse.

"Mulattiera nella valle del fosso Ca del Vento, andando verso Fontanacce"

 

"Versante occidentale della valle del fosso Ca del Vento e monte Lavane (dal punto panoramico incontrato andando verso Fontanacce)"

 

"Cascata dell'Acquacheta, prato dei Romiti e montagne boscose a sud-ovest (dal punto panoramico incontrato andando verso Fontanacce)"

 

"Cascata dell'Acquacheta (dal punto panoramico incontrato andando verso Fontanacce)"

 

"Pioppi nei pressi di Fontanacce"

 

"Lastre di arenaria in posizione eretta, nei pressi di Fontanacce"

 

"Fontanacce"

 

"Fontanacce"

 

"Superficie rocciosa inclinata, nei pressi di Fontanacce"

 

"Marginetta con Maestà, andando verso Cortecce"

 

"Marginetta con Maestà, andando verso Cortecce"

 

"Marginetta con Maestà, andando verso Cortecce"

 

"Pascolo con ciliegio e margherite, nei pressi di Cortecce"

 

"Cortecce"

 

"Cortecce"

 

"Cortecce"

 

"Tronco di un grosso albero abbattuto da un fulmine, nei pressi di Cortecce"

 

"Pascolo, andando verso la Preda"

 

"Pascolo con mucche e vitelli, nei pressi di la Preda"

 

"La Preda"

 

"Alta valle del fosso Ca del Vento"

 

"Alta valle del fosso Ca del Vento: versante boscoso del monte Pollaio"

 

"Contrattempo..."

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