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Articolo inserito in data 13/06/2011 10:56:53
Alto Adige
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VAL SENALES: la VALLE DI PINALTO e la PUNTA DI TRUMES

Sentiero: Certosa (Karthaus) - valle di Pinalto (Penaud tal) - malga di Pinalto (Penauder alm) - punta delle Fosse (Grubenspitze) - punta di Trumes (Trumser spitz) - malga del Convento (Klosteralm) - Certosa (Val Senales - Bolzano)

Val Senales - Valle di Pinalto - Punta delle Fosse - Punta di Trumes

difficoltà: E, EE nei pressi delle due cime e scendendo dalla seconda

segnavia: 20 - 14 - 14A - 29 - 29A - 23B - 23A - 23

cime: punta di Trumes (Trumser spitz) (2912m), punta delle Fosse (Grubenspitze) (2899m)

in totale 7h 20' di cammino e 1810 metri di dislivello

dati parziali:
- da Certosa alla malga di Pinalto: 2h 25' di cammino e 970 metri di dislivello
- salita alle due cime: 2h 35' di cammino e 840 di dislivello
- dalla punta di Trumes alla malga del Convento e a Certosa: 2h 20' di cammino

miei commenti e consigli: è un itinerario molto interessante soprattutto per l'ambiente severo, lunare, inquietante, ma emozionante e magico, che caratterizza le zone ad alta quota della punta delle Fosse e della punta di Trumes; le immense pietraie desolate, le cupe rocce fratturate, l'assenza di tracce umane, di escursionisti (rarissimi quassù), il silenzio donano a questi luoghi un fascino ipnotico.
Il percorso è ben segnato, e ciò risulta particolarmente utile per raggiungere dalla malga di Pinalto le due cime e nella discesa da quella più alta.
Il dislivello da affrontare è rilevante ed occorre un buon allenamento per evitare che la faticosa, ma piacevole avventura si trasformi in un estenuante calvario

02/09/2009

- Certosa si trova a metà della val Senales, a poco più di 1300 metri di quota, e ne è il centro principale. Arrivati in paese si lascia l'auto nell'ampio parcheggio predisposto:

coordinate ED50: N 46°42'20,1" - E 10°54'38,1" (Certosa - partenza)
quota:                 1330m slm

- Restando a sinistra del piazzale e lungo la strada, in un attimo raggiungiamo lo slargo antistante l'edificio moderno della scuola materna provinciale in lingua tedesca dove una freccia (23 - Klosteralm, Saxalbsee) indica una ripida rampa erbosa; subito entriamo nel bosco e al bivio che incontriamo dopo un tornante ignoriamo la diramazione a sinistra con segnalazione uguale alla precedente per proseguire dritto sulla mulattiera, mirando un evidente costruzione in legno:

coordinate ED50: N 46°42'09,9" - E 10°54'37,3" (bivio)
quota:                 1435m slm

- Per un breve tratto sono assenti i segnavia; sbuchiamo sulla strada sterrata a monte del maso Sennhof e la prendiamo in salita a sinistra (freccia: 20 - Penauder alm, Vermoi). Nei pressi del tornante successivo evitiamo la pista che si stacca a sinistra e più avanti raggiungiamo uno spiazzo in cui è costretto a parcheggiare chi arriva in auto fin qua.

- Superiamo la sbarra che impedisce l'accesso ai veicoli e continuiamo a camminare sulla strada; incontriamo un'altra diramazione con un paio di frecce segnaletiche: quello a sinistra è un itinerario per la malga del Convento per cui noi ci teniamo a destra (20 - Penauder alm, Vermoi):

coordinate ED50: N 46°42'16,5" - E 10°54'09,9" (bivio)
quota:                 1525m slm

- La salita è continua, mai faticosa, ma con qualche strappo. La pista fiancheggia il fondovalle boscoso, poi con lo stesso cambia decisamente direzione puntando verso sud-ovest e, attorno ai 2000 metri di quota, attraversa su un ponticello il torrente. Qui la vista si apre e la valle di Pinalto appare nelle sue reali, significative dimensioni.

- Proseguiamo senza problemi, affrontiamo qualche tratto più ripido, sfruttiamo un taglio a sinistra e finalmente giungiamo nei pressi della malga di Pinalto. Non dobbiamo arrivarvi, ma deviare a sinistra, lasciando così definitivamente la stradina che vi conduce, per immetterci nel sentiero che in piano attraversa i suoi grandi, splendidi pascoli (freccia: 14 - Grubenspitze, Gamsegg):

coordinate ED50: N 46°40'45,1" - E 10°51'48,9" (incrocio sentieri 14 - 20)
quota:                 2290m slm

- Le montagne attorno si mostrano aspre, con alla base immense pietraie inclinate e in alto minacciose pareti di roccia fratturata, ed è forte il contrasto con la tranquillità che si percepisce negli ampi prati verdi sui quali sono numerose e placide le mucche e i vitelli.
I segnavia risultano ora fondamentali perché è spesso impossibile riconoscere una traccia; scendiamo fino ad una bella conca e da qui torniamo a salire con continuità superando anche strappi decisamente faticosi a causa dell'accentuata pendenza. Voltandoci ad intervalli regolari notiamo l'allontanarsi lento e costante del rassicurante piano con la malga, mentre davanti a noi si avvicinano cime che possono offrire solo un paesaggio di pietra sterile e ostile, apparentemente immobile, certamente indifferente alla nostra presenza... può darsi che abbia un problema, forse un trauma infantile irrisolto, ma sono questi, così brutali e desolati, i luoghi che maggiormante mi affascinano, che senza possibilità di oppormi mi attraggono come una fonte fresca (... e una birra nel mio caso!) fa con chi sotto il sole non beve da ore.

- Passa il tempo e il dislivello aumenta, anche velocemente, senza tregua, e l'energia e il fiato calano.
Raggiungiamo un dosso caratteristico fra due valloni: a sinistra una paretina rossastra dall'aspetto precario sovrasta massi staccati che ne testimoniano la fragilità, a destra una grande pietraia si sposta seguendo ritmi che i nostri occhi non possono percepire. Dalla crestina più in alto apprezziamo la colossale morena che occupa interamente la conca terminale a sinistra: la sensazione dominante è che la roccia della quale le montagne attorno sono composte si stia frantumando progressivamente al solo accorgersi della nostra presenza, soprattutto che potrebbe farlo definitivamente da un momento all'altro sprigionando in tal modo la potenza micidiale che nasconde.

- Un ripido pendio precede un pianoro: c'è solo pietra quassù, solo noi respiriamo, e nulla cambierebbe in questo paesaggio lunare se non lo facessimo più.
Alla nostra sinistra è imponente la punta di Trumes e risaltano sul cielo le strutture da qui misteriose che l'uomo vi ha eretto in vetta (alcuni sono "ometti"), mentre di fronte appare evidente il sentiero, la rampa, che ci porterà sulla sua cresta sud-ovest; leggermente a destra, invece, una croce identifica la cima della punta delle Fosse. Notiamo senza problemi un bivio e capiamo subito che i numerosi segnavia ci aiuteranno nelle due ascensioni:

coordinate ED50: N 46°40'13,1" - E 10°53'14,1" (bivio)
quota:                 2738m slm

- Andiamo a destra e su traccia e massi in poco più di 20 minuti superiamo il pendio detritico che ci separa dal crinale sommitale della punta delle Fosse; ai piedi della croce, accucciati per un attimo, riprendiamo fiato mentre alcune nubi basse (relativamente basse perché in realtà siamo noi ad essere entrati nel loro regno...) ci avvolgono:

coordinate ED50: N 46°40'02,9" - E 10°53'18,7"
quota:                 2899m slm

- Sarebbe comodo da qui mirare direttamente la cima della vicina punta di Trumes percorrendo la cresta, a nord-est rispetto a noi, che la collega a questa su cui ci stiamo riposando, ma risulta impossibile da affrontare il salto che abbiamo sotto ai piedi, oltre il quale si trova la depressione sulla stessa cresta raggiunta dal sentiero individuato dal bivio; è quindi necessario tornare sui nostri passi fino al pianoro roccioso e prepararci psicologicamente agli ultimi metri, poco meno di 200, di salita.

- La traccia ripida e dirupata, ben riconoscibile, ci permette in breve di arrivare a quella che da sotto pare una selletta, di voltare le spalle alla punta delle Fosse e finalmente salire lungo la cresta sud-ovest della cima principale. L'aspetto di questa via è ostico, ma le difficoltà risulteranno alla fine minori di quanto sembri a prima vista. A destra (sud-est) è particolarmente aspro il vallone che bruscamente cala verso la val Venosta (non riusciamo però ad apprezzare il panorama a causa delle nubi presenti, piuttosto compatte anche se non minacciose), mentre a sinistra (nord-ovest) è impressionante quello invaso da pietre e massi di ogni dimensione che scende verso la valle di Pinalto.
Guadagnamo quota, quasi arranchiamo vista la fatica accumulata, ma essendo in parte aerea, sottile, relativamente esposta e sdrucciolevole la linea spartiacque lungo la quale stiamo progredendo, siamo costretti a mantenere sopra il livello di guardia l'attenzione.
Un tratto attrezzato con un cavo metallico fisso precede l'attenuarsi della pendenza. Quando il sentiero tende nettamente a destra (sud-est), ci accorgiamo che la vetta si trova a due passi da noi, a sinistra; una delle strutture che vi sorgono, notate in precedenza dal basso, risulta essere una colonnina col l'indicazione di un punto trigonometrico, sono però nettamente più pittoreschi i grandi "ometti" nei pressi: 
 
coordinate ED50: N 46°40'19,9" - E 10°53'35,7"
quota:                 2912m slm

- Le nubi potrebbero non dimostrarsi così innocue come ci erano inizialmente sembrate, per cui ripartiamo subito. Occorre seguire gli evidentissimi segnavia (uno reca la scritta: Klosteralm - malga del Convento) che ci portano in direzione nord e ci consentono di affrontare senza timore di perdere l'orientamento l'immensa pietraia che caratterizza il versante nord-orientale della punta di Trumes: in pratica l'attraversiamo in quota, calando blandamente, fino a raggiungere i pressi di una dorsale rocciosa e fratturata composta da alture che verso est (destra) appaiono man mano più basse, l'ultima delle quali è la cima della Tavola (Sardut spitz), che incombe sul lago di Sassalbo (Saxalbsee); questa in cui ci stiamo muovendo, infatti, altro non è che la parte alta dell'enorme conca detritica del bellissimo specchio d'acqua, un vero e proprio gioiello naturale alpino, già incontrato durante l'escursione che ci portò in vetta al monte Croce (Kreuzspitze). Presto riusciamo a vederlo, un'ipnotica macchia blu in un colossale lenzuolo grigio.

- Giunti alla base del primo colle di roccia curviamo a destra e scendiamo in un vallone severo, superiamo poi per un attimo la cresta che delimita a nord questa fantastica conca e per poco restiamo nell'altro versante, rientriamo infine in quello sud appena prima di incontrare un tratto di percorso ripido e sdrucciolevole, e relativamente esposto (fare attenzione a dove si mettono i piedi!!).

- Arriviamo alla selletta che contribuisce a definire la cima della Tavola: a destra il sentiero perde quota fino alla riva del lago, mentre a sinistra lo fa verso la malga del Convento... tutte le difficoltà sono alle nostre spalle e resta solo da misurarsi con una lunga, insistente discesa che già conosciamo.
Andiamo a sinistra e al primo bivio, più in basso, proseguiamo dritto ignorando la deviazione a sinistra per la cima del monte della Croce (frecce):

coordinate ED50: N 46°40'59,8" - E 10°53'55,5" (incrocio sentieri 23B - 29A)
quota:                 2400m slm

- I segnavia ci portano a un secondo bivio (frecce) e anche questa volta ci teniamo a destra:

coordinate ED50: N 46°41'07,4" - E 10°53'58,4" (incrocio sentieri 23A - 29A)
quota:                 2330m slm

- All'incrocio successivo è impossibile sbagliare visto che la malga fa bella mostra di sè immediatamente a sinistra:

coordinate ED50: N 46°41'10,2" - E 10°54'10,1" (incrocio sentieri 23 - 23A)
quota:                 2190m slm

coordinate ED50: N 46°41'13,8" - E 10°54'15,6" (malga del Convento)
quota:                 2152m slm

- In una relazione precedente ho parlato di ciò che propongono queste preziose fattorie d'alta quota per cui mi limito a riportare i pensieri, le parole già pubblicate: "... riesco a vedere gente che sta mangiando, e un tavolo libero...
... c'è un piatto che chiamano "uova al tegame" e quasi sempre preparano nei rustici e accoglienti punti di ristoro tipici di questa zona dell'Alto Adige: una montagna di patate saltate ricoperta di fette di speck, con 2/3 uova all'occhio di bue sopra... può essere necessario un paio di birre per mandarlo giù, e qualche km a piedi per digerirlo, ma difficilmente quando ricapiterà l'occasione vi rinuncerò!"

- Dalla malga del Convento scendiamo velocemente fino a Certosa lungo il ripidissimo sentiero percorso (e già descritto) alcuni giorni fa.

"Maso Sennhof e Certosa"

 

"Valle di Pinalto, andando verso la malga di Pinalto"

 

"Piano con i pascoli della malga di Pinalto"

 

"Pendio, rocce ed alberi, salendo verso le due cime"

 

"Pendio col sentiero, salendo verso le due cime (in fondo: piano con la malga di Pinalto)"

 

"Pendio detritico, salendo verso le due cime"

 

"Pendio, valletta e collina rocciosa, salendo verso le due cime"

 

""Ometto", salendo verso le due cime"

 

"Cresta sud-ovest della punta di Trumes e vallone detritico, salendo verso le due cime"

 

"Sentiero e pendii detritici, salendo verso le due cime"

 

"Punta delle Fosse"

 

"Punta di Trumes"

 

"Cresta fra le due cime e sentiero nel pendio detritico"

 

"Punta di Trumes, salendo verso la cima della punta delle Fosse"

 

"Punta delle Fosse: cima"

 

"Pianoro detritico, salendo verso la cresta sud-ovest della punta di Trumes"

 

"Punta delle Fosse, salendo verso la cresta sud-ovest della punta di Trumes"

 

"Punta di Trumes: cresta sud-ovest e cima"

 

"Vallone che scende a sud verso la val Venosta (dalla cresta sud-ovest della punta di Trumes)"

 

"Vallone detritico che scende a nord-ovest verso la valle di Pinalto (dalla cresta sud-ovest della punta di Trumes)"

 

"Punta di Trumes: cresta sud-ovest"

 

"Punta di Trumes: cresta sud-ovest"

 

"Punta di Trumes: cima"

 

"Punta di Trumes: "ometti" sul crinale sommitale"

 

"Versante nord-orientale, interamente detritico, della punta di Trumes, cima della Tavola e lago di Sassalbo"

 

"Pendio detritico nel versante nord-orientale della punta di Trumes"

 

"Pianoro detritico nel versante nord-orientale della punta di Trumes"

 

"Lago di Sassalbo"

 

"Versante nord-orientale, interamente detritico, della punta di Trumes"

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