Ignazio Silone
"Vino e pane"
E' un romanzo di notevole interesse che si svolge in gran parte a Pietrasecca, uno sperduto paesino abruzzese, nel periodo delle guerre coloniali africane del regime fascista; l'ambientazione permette all'autore di analizzare la situazione dei poverissimi abitanti e il loro rapporto col fascismo, di evidenziare le proprie convinzioni e le disillusioni politiche, di creare personaggi ai quali far vivere le tragiche esperienze di compagni che provarono a contrastare la dittatura, di disegnare infine alcune significative figure femminili.
Pietro Spina è un rivoluzionario ricercato dalla polizia fascista; dopo un lungo periodo passato all'estero, ammalato, rientra in Italia da clandestino. Viene aiutato da un amico conosciuto in Francia e da un vecchio compagno di scuola, un medico che cerca di adattarsi al regime, che vorrebbe non essere coinvolto, ma che dentro sé ammira il fuggiasco: travestito da prete, col falso nome di don Paolo Spada viene ospitato nel piccolo, povero paese abruzzese di Pietrasecca. In viaggio conosce Bianchina, una ragazza in condizioni gravissime a causa di un aborto volontario che, memore delle sue parole di conforto, una volta guarita lo ritroverà, lo presenterà a giovani idealisti dissenzienti e lo aiuterà a mantenere i contatti con altri clandestini. In paese vive nella locanda di Matalena, una popolana ingenuamente opportunista che spera di ottenere vantaggi, soprattutto contro il malocchio e l'invidia, dalla presenza di un prete sotto al suo tetto. I colloqui di don Paolo coi vari abitanti, quasi tutti umili, rassegnati "cafoni" e gli incontri con donne precocemente invecchiate dagli stenti, ottusamente bigotte, permettono all'autore di presentare la vita di queste genti semplici ed il loro rapporto col mondo esterno, col fascismo e la guerra.
Importante è l'incontro con don Benedetto, il vecchio prete che era stato suo insegnante e da sempre lo difende perché in lui vede coerenza e onestà interiore, e che oramai vive isolato con la sorella, allontanato dagli impegni ecclesiastici e scolastici a causa della particolare intransigenza con la quale difende le proprie convinzioni e respinge ogni compromesso, ma soprattutto quello con Cristina Colamartini, appartenente a una nobile famiglia in rovina, costretta a rimandare l'ingresso in convento per accudire nel decadente palazzo di famiglia il padre e tre anziane parenti. La sua purezza, la delicatezza, l'ingenuità, il suo spirito di sacrificio colpiscono don Paolo che con lei ha atteggiamenti consoni al personaggio che interpreta, ma contemporaneamente compila un diario in cui scrive ciò che realmente vorrebbe dire alla ragazza.
Un viaggio a Roma permette di presentare altre figure di rivoluzionari, privi di scrupoli e inquadrati come gli stessi fascisti, o disillusi tanto da rinunciare alla vita stessa. Conosce Annina, una coraggiosa dissenziente che per proteggere il suo giovane compagno, per evitargli un secondo letale arresto ha offerto il proprio corpo a due poliziotti, venendo poi ripudiata dal proprio uomo. A Pietrasecca incontra anche quest'ultimo, Luigi Murica, mandatogli da don Benedetto, e ascolta la sua storia, comprende la sua sofferenza, i suoi rimorsi, l'apatia di un ragazzo ingenuo che da innocuo cospiratore era diventato, dopo le umiliazioni subite in seguito ad un arresto, un collaborazionista ed infine un uomo solo e sconfitto che tuttavia vuole provare a rimediare; Luigi accoglierà nuovamente Annina, ma subito verrà arrestato e morirà in carcere.
E' inverno, le aspre montagne sono innevate e il cerchio della polizia si stringe attorno al protagonista costringendolo ad una precipitosa fuga; prima però... |