Negli ultimi 15 anni sono salito su quasi 500 cime ritenute generalmente più o meno importanti, un centinaio delle quali supera i 3000 metri d'altezza. Ho alcune relazioni che attendono di essere sistemate e pubblicate, molti commenti e appunti con tempi di percorrenza e dislivelli, e infiniti ricordi. Ora per vari motivi mi sto muovendo meno, cercherò quindi di sfruttare le ore disponibili per creare schede relative a queste montagne spesso ignorate dagli alpinisti perché sconosciute, troppo facili, e dagli escursionisti perché prive di sentieri, troppo complesse.
ALPI RETICHE: PIZ MAGLIAVACHAS (3044m), lungo la cresta sud
Questa cima rocciosa si trova sulla linea di confine fra Italia e Svizzera, fra la valle di Fraele (Valtellina) e la val Mora (val Mustair), lungo la nervosa cresta che dal passo di Val Paolaccia sale verso la vetta dell'imponente cima la Casina (piz Murtarol) (3180m). E' rarissimo incontrare qualcuno che la conosca, che ne abbia toccato la sommità, e anche a me era sfuggita... devo ammettere che solo il caso mi ha portato fin lassù.
Quel giorno avevo in programma di risalire la bellissima val Paolaccia, aspra e selvaggia, priva di sentieri e tracce umane, un incredibile "fiume" di sterile pietra che pare scendere direttamente dalla luna: raggiunto da Bormio il lago di Cancano mi tenni a sinistra sulla strada sterrata che lo rasenta a sud, quindi proseguii sulla stessa passando nei pressi della costa meridionale del lago di San Giacomo di Fraele. Superato un tipico rifugio-ristorante e alcune baite arrivai in vista della chiesetta di S.Giacomo, voltai a sinistra e lasciai l'auto in un evidente parcheggio.
Continuai per poco a piedi sulla pista, in direzione nord-ovest, valicando l'impercettibile passo di Fraele, di notevole rilevanza storica (vi transitava la più importante via di comunicazione fra la repubblica Veneta e la Germania) e geografica (è talmente "piatto" che non si riesce ad identificarlo con precisione, tuttavia si trova sullo spartiacque principale delle Alpi, fra il bacino dell'Adda, cioè del Po, e quello dell'Inn, quindi del Danubio). Volendo puntualizzare occorre dire che il passo di Val Paolaccia mette in collegamento 2 valli entrambe tributarie della val Mora (quindi appartenenti al bacino idrografico dell'Inn): la val da Tea Fondada che scende in Svizzera, verso nord, e la val Paolaccia, interamente in Italia, con direzione ovest. Il torrente che scorre in val Mora arriva dalla Svizzera, fa una netta S attorno alla cima la Casina e ad est del gruppo del Monte Cassa del Ferro entrando in Italia, e va a gettarsi nel lago di Livigno il cui emissario rientra presto in Svizzera immettendosi nel Rom, il fiume della val Mustair.
Dal passo di Fraele è possibile restare sulla pista, tuttavia per giungere più in fretta all'inconfondibile imbocco della val Paolaccia io preferii tagliare nel bosco mirandolo direttamente. Inconfondibile è il termine giusto: dal basso appare come un vastissima lingua di detriti biancastri quasi priva di pendenza e che si allarga a destra della valle principale assumendo l'aspetto di un fantastico estuario di pietra; non è stato il piccolo torrente a crearla e definirla in questo modo, ma di certo l'antico ghiacciaio del quale non resta traccia. Non esistono sentieri e mi inoltrai in tale ambiente affascinante e ostile, assolutamente inadatto alla permanenza, anche solo alla presenza umana, progredendo nel greto del corso d'acqua fino a trovarmi di fronte a una gola con cascatelle scavata in un inattaccabile muro di roccia. Sfruttai un brutto canale a destra, poi per roccette superai questo primo ostacolo; sopra, non distante, incontrai un secondo, più piccolo salto che affrontai arrampicando senza difficoltà a sinistra su appigli relativamente affidabili. Evitai poi un canalone che scende da sinistra (in pratica si resta sempre a destra) e risalii il faticoso alveo detritico fino a quando mi si aprì davanti un grande pendio meno ripido. Attraversai infine una bella conca silenziosa e giunsi nell'ampia sella regolare denominata passo di Val Paolaccia (2828m) (cippo di confine).
Impiegai 2h 30' per superare i 900 metri circa di dislivello che mi separavano dal valico alpinistico: il luogo è spettacolare, estremamente isolato e severo tanto da darmi l'impressione di essere giunto incredibilmente, perché non lontano dalla "civiltà" e con uno sforzo limitato, ai confini del mondo, caratterizzato da grandi pendii e crinali di sterili detriti in cui all'improvviso si innalzano picchi, panettoni, curiosi pinnacoli di roccia grigia o rossastra che credevo esistessero solo in Dolomiti, tuttavia presto mi resi conto di non sentirmi ancora sazio e mi guardai attorno per decidere cosa fare. A sud avevo la non semplice cresta che porta in cima al monte Cornaccia (piz Tea Fondada), dove ero salito qualche giorno prima passando dalla bocchetta di Val Cancano, e a nord quella misteriosa, lunga e complessa, con passi di III su roccia friabile, che termina sulla vetta della cima la Casina: optai per quest'ultima, consapevole di non essere forse in grado di percorrerla interamente senza l'ausilio di attrezzatura tecnica (soprattutto senza quella necessaria per predispormi un'eventuale "fuga in doppia"...), ma anche della presenza sulla stessa di una rilevante cima intermedia, il piz Magliavachas (3044m), della cui esistenza mi ero in quegli attimi accorto sfogliando avidamente la preziosa guida del Monti d'Italia dedicata alle "Alpi Retiche".
Andai così verso nord. Rasentai a sinistra il primo risalto, poi ancora a sinistra la piccola scheggia rocciosa che segue. Arrivato di fronte a una parete, notai un evidente varco a destra e lo raggiunsi con una breve arrampicata su roccia rotta; con un traverso su terreno instabile e risalendo il pendio a sinistra tornai in cresta. Passai a sinistra di un masso e mi fermai davanti a un grande, insuperabile muro di pietra: il punto è facile da riconoscere perché appoggiato a sinistra c'è un campaniletto inclinato e, poco sotto a destra, si ammira un pittoresco picco con due finestre. Va segnalato che la progressione non è semplice a causa del terreno insidioso, dei frequenti passaggi esposti e di quelli su roccia poco compatta. A destra della parete individuai un piccolo intaglio aldilà del quale fui costretto a muovermi in blanda discesa su una cengetta franosa (attenzione!!); un canale detritico a sinistra dall'aspetto fragile e perciò inquietante mi permise di riguadagnare la cresta nei pressi del picco sommitale del piz Magliavachas. Superai una selletta e un dossotto arrampicando su roccette, quindi lo feci in un diedro verticale di 3/4 metri, molto fratturato, sfruttando appigli comodi, ma non stabili (non fidarsi totalmente della tenuta degli stessi!!), e in una paretina a destra alta un paio di metri, sbucando finalmente sulla cima (3044m).
Lo spazio lassù è angusto, occupato in parte da un grosso ometto, e ovunque attorno ci sono precipizi; il panorama circolare è notevole: verso la cima la Casina, oramai vicina, bellissima, invitante, il monte Cornaccia, le vette in Svizzera che delimitano la val Mora, una miriade di altre a nord, il gruppo del Monte Cassa del Ferro, e sulle lunari val Paolaccia e val da Tea Fondada. Impiegai 45' per arrivarvi dal passo e superai passaggi di II, spesso aerei e su roccia friabile.
Tre note probabilmente utili: è stata un'avventura emozionante vissuta in un luogo per me sconosciuto, in un ambiente sorprendente, primordiale, impervio, ostile, e lo sarebbe stata maggiormente se avessi proseguito verso la cima la Casina, ma ritenni poco prudente farlo perché ero solo e nessuno sapeva dove mi trovassi; è una cresta, la sud del piz Magliavachas, da evitare se non si ha un minimo di esperienza alpinistica o non si è accompagnati da chi sa come muoversi in sicurezza su un simile terreno. Scendendo al ritorno lungo la val Paolaccia, dopo il primo salto mi tenni più in alto a sinistra e passai sulla ripida costa erbosa prima di entrare nel brutto canale risalito all'andata... in ogni caso va assolutamente evitata la gola scavata dal torrente.
"Val Paolaccia: lingua detritica che si immette nel tratto italiano della val Mora (in fondo: gruppo del Monte Cassa del Ferro)"
"Val Paolaccia: lingua detritica nei pressi dell'immissione nel tratto italiano della val Mora"
"Val Paolaccia: gola scavata dal torrente fra le pareti rocciose della media valle"
"Val Paolaccia: media valle"
"Val Paolaccia: alta valle (in fondo: piz Magliavachas e rilievi rocciosi della cresta S)"
"Val Paolaccia: rilievi rocciosi rossastri e grigi e pendio detritico nell'alta valle"
"Val Paolaccia: alta valle"
"Val Paolaccia: conca detritica nell'alta valle"
"Passo di Val Paolaccia (in fondo: monte Cornaccia (piz Tea Fondada))"
"Val Paolaccia (in fondo: gruppo del Monte Cassa del Ferro) (dai pressi del passo di Val Paolaccia)"
"Piz Magliavachas: rilievi rocciosi della cresta S (dai pressi del passo di Val Paolaccia)"
"Piz Magliavachas: cresta S (dal passo di Val Paolaccia)"
"Val da Tea Fondada (dal passo di Val Paolaccia)"
"Passo di Val Paolaccia e cresta che sale verso la cima del monte Cornaccia (piz Tea Fondada)"
"Monte Cornaccia (piz Tea Fondada) (dalla cresta S del piz Magliavachas, nei pressi del passo di Val Paolaccia)"
"Gruppo del Monte Cassa del Ferro (dal passo di Val Paolaccia)"
"Piz Magliavachas: caratteristico pinnacolo roccioso appoggiato alla parete che lungo la cresta S precede il picco sommitale"
"Piz Magliavachas: caratteristico castelletto roccioso con due finestre nei pressi della parete che lungo la cresta S precede il picco sommitale (in fondo: val da Tea Fondada)"
"Piz Magliavachas: canalone detritico che riporta in cresta a monte della parete che precede il picco sommitale (in fondo: val da Tea Fondada)"
"Piz Magliavachas: caratteristiche strutture rocciose lungo la cresta S"
"Piz Magliavachas: picco sommitale (dalla cresta S)"
"Piz Magliavachas: diedro d'accesso alla cima lungo la cresta S"
"Piz Magliavachas: cima (in fondo: piz Schumbraida e monte Cornaccia (piz Tea Fondada))"
"Val Paolaccia (si notano la lingua detritica della bassa valle e il lago di San Giacomo di Fraele) (dalla cima del piz Magliavachas)"
"Cima la Casina (piz Murtarol) (dalla cima del piz Magliavachas)"
"Val da Tea Fondada (dalla cima del piz Magliavachas)" |