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Articolo inserito in data 02/11/2011 18:34:43
Libri: recensioni
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RICHARD ZIMLER - "Il cabalista di Lisbona"

Richard Zimler

"Il cabalista di Lisbona"

E' un thriller storico molto interessante e coinvolgente, ma la sua lettura necessita di una particolare attenzione a causa del gran numero di personaggi che compaiono più volte e del frequente uso di termini ebraici legati alla tradizione e al misticismo (non a caso in fondo al libro c'è un utile glossario).

La storia si svolge a Lisbona all'inizio del XVI secolo: re Manuel di Portogallo, convinto da Ferdinando e Isabella di Spagna a perseguitare i cittadini di origine ebraica, per evitare di espellerli decide di convertirli forzatamente; questi si adattano alla nuova condizione e vengono chiamati "nuovi cristiani", ma molti non rinunciano alle tradizioni, alla propria fede e in segreto continuano a celebrarne i riti.

Durante il periodo pasquale del 1506, stremata dalla siccità e dalla peste e istigata da fanatici religiosi, la popolazione cattolica della città si lascia trascinare in una terribile spirale di violenza culminante col tentativo di sterminio dei "nuovi cristiani" che vengono orribilmente mutilati e bruciati vivi.
Abraham Zarco, cabalista e miniaturista di grande carisma e cultura, viene assassinato nello studio-tempio segreto in cui lavora, conserva preziosi testi antichi e svolge riti con gli altri membri del cenacolo da lui fondato. Scopre il cadavere l'amato nipote Berekiah, il suo apprendista: la camera sotterranea è chiusa dall'interno, vicino al corpo dello zio c'è quello di una sconosciuta donna senza vesti e, soprattutto, i due sono stati sgozzati con una tecnica che solo uno "shohet" (macellaio ebreo) può conoscere e applicare correttamente.
Berekiah, che quasi 25 anni dopo narrerà la storia, vuole assolutamente capire cosa è successo e smascherare il colpevole, trovare nella ristretta cerchia di conoscenti fidati il traditore. Grazie agli insegnamenti di Abraham possiede cognizioni mistiche notevoli, ha poi da sempre frequenti visioni (e spesso sarà lo zio stesso a guidarlo nelle scelte quando la via presa sembrerà essere un vicolo cieco) e può contare sull'aiuto dell'amico Farid, sordo-muto, musulmano, acutissimo osservatore, riflessivo, intelligente, pacato, ma estremamente risoluto.

L'indagine, parallela all'inutile ricerca del piccolo fratello Judah scomparso durante la persecuzione, avviene in un ambiente insidioso in cui l'insensata violenza può scattare da un momento all'altro, ovunque, costellato di personaggi ambigui, malvagi, potenti o misteriosi: "vecchi cristiani" nemici, ebrei ricchi o nobili che si fingono "vecchi cristiani", "nuovi cristiani" rassegnati o disperati o infidi, e fra tutti questi spie, ricattatori, contrabbandieri (soci di Abraham) di testi sacri, e sicari al soldo di sconosciuti, e amici che potrebbero in realtà non esserlo.
Ognuno ha qualcosa da nascondere, o da proteggere, molti sono privi di scrupoli e di morale, crudeli, mentono e ingannano abitualmente, per interesse o per paura.
Berekiah sospetta di tutti, più volte pensa di aver individuato il colpevole e più volte è costretto a ricredersi, anche su personaggi effettivamente inaffidabili e pericolosi, ma alla fine riuscirà a risolvere l'enigma, dopodiché lascerà Lisbona, come probabilmente stava progettando di fare suo zio, portando in salvo a Costantinopoli la maggior parte della sua famiglia.
Scoprirà che lo studio è..., e che Abraham ha semplicemente tentato..., che il colpevole del doppio delitto...
L'assassino ha potuto agire in questo modo perché...
Sarà uno dei sicari stranieri di dona Meneses, ricca e influente ebrea che nasconde le sue origini, disposta a tutto pur di eliminare chi aveva provato a ricattarla, a uccidere...

Il protagonista comprenderà alla fine che Abraham lo aveva tenuto all'oscuro di alcuni segreti, di attività come il contrabbando e di alcune frequentazioni pericolose per proteggerlo, perché vedeva in lui il proprio erede, colui che avrebbe risanato i "Regni Superiore e Inferiore", che sarebbe diventato un grande cabalista, e che non ultimo avrebbe condotto in salvo la sua famiglia, e per ciò aveva accettato con coraggio e dignità anche l'estremo sacrificio.

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