Sentiero: Bocconi - monte Mandria - monte della Voltura - casa Valmoretta - bivio sul 427 (Bocconi-San Benedetto in Alpe) - Bocconi (Forlì-Cesena)
difficoltà: E (piccoli problemi di orientamento fra il monte della Voltura e il bivio sul 427)
421: intero, in salita (1h 45' - 670 m di dislivello positivo) 401: parziale (0h 10' - 10 m di dislivello positivo) --- : dal 401 al 427, in discesa (1h 30' - 60 m di dislivello positivo) 427: parziale (1h 20' - 210 m di dislivello positivo)
in totale 4h 45' di cammino e 950 metri di dislivello
03/12/2011
Percorrendo il sentiero che unisce Bocconi a San Benedetto in Alpe, nel versante destro della valle del Montone, si superano vari torrenti; l'alveo di uno di questi, in riva al quale sorgono i ruderi di casa Tre Sassi, mi ha colpito particolarmente per l'ampiezza, la bellezza e la presenza nella sua parte inferiore di alcune cascatelle alte 4/5 metri. Esaminando una cartina escursionistica ho notato che lo stesso torrente è lungo alcuni chilometri, nasce a oltre 1000 metri di quota (nei pressi del crinale sud-orientale del monte della Voltura) e si getta nel Montone 650 metri circa più in basso dopo aver disegnato una valle in una zona presumibilmente molto isolata e selvaggia; caratteristiche di questo tipo hanno ulteriormente attirato la mia attenzione per cui ho deciso di esplorarne il corso nella sua interezza. Considerato che sarà necessario portare lassù un centinaio di metri di corda e varia attrezzatura che ci consentano poi una discesa in sicurezza, ho ritenuto opportuno fare un'escursione conoscitiva per individuare il punto esatto dal quale in futuro partire con le calate. Ne ho approfittatto per rivedere un settore poco frequentato di queste montagne, quello boscoso che dallo stesso monte della Voltura, un'elevazione appena pronunciata che si trova a nord-ovest del monte Gemelli, cala verso il fondovalle del fiume Montone.
Descrizione dell'itinerario percorso:
- Bocconi sorge nella valle del Montone a poco più di 35 km da Forlì; verso la fine del borgo, in curva di fronte a un bar-ristorante, cartelli turistici per la cascata, il ponte della Brusia e per un parcheggio indicano dove voltare a sinistra. Subito dopo lasciamo l'auto. Proseguendo lungo la strada e deviando a destra su una larga mulattiera selciata in breve scendiamo al ponte a schiena d'asino che permette di attraversare il fiume Montone. Qui ho preso il punto col GPS e azzerato il misuratore di dislivello:
coordinate ED50: N 44°00'29,2" - E 11°44'51,0" (inizio sentiero 421) quota: 365m slm
- Aldilà del ponte proseguiamo dritto (freccia in legno: 421 - Monte Gemelli) ignorando il viottolo che va sinistra verso un vicino edificio (antico mulino), i ruderi di Bastia e la località Valbura; ho già pubblicato una relazione in cui si parla del sentiero 421, ma quella volta vi transitai scendendo a Bocconi quindi aggiungo ora alcune note utili a individuarlo e ad illustrarne le peculiarità riscotrabili affrontandolo in senso opposto.
- Arriviamo in breve, dopo uno strappetto, alla bella casa di Raggio e alla strada che la sfiora e che seguiamo salendo verso sinistra (freccia in legno: 421 - Valpiana). Poco sopra, dove termina la pavimentazione a ciottoli, un segnale bianco-rosso indica la traccia che dobbiamo prendere a destra. La pendenza è subito accentuata e non accenna ad attenuarsi, guadagnamo così quota velocemente; il percorso è ben battuto e sono frequenti le bandierine del CAI per cui è facile evitare di sbagliare prendendo uno dei numerosi sentierini che si staccano dal principale in questo settore.
- Più in alto, quando diventa evidente che ci stiamo muovendo su un piacevole crinale secondario alberato, calano inclinazione e continuità, e conseguentamente la nostra fatica fisica; è interessante il panorama che improvvisamente si apre a sinistra (bella valle con versanti boscosi e pareti marnoso-arenacee dal tipico aspetto "a scalacce"). Strappi abbastanza decisi, ma non troppo lunghi, si alternano con tratti in piano e in uno di questi attraversiamo un caratteristico e folto gruppo di piccole roverelle, poi, finalmente, giungiamo sul crinale principale, a nord-est del monte Gemelli e nei pressi dell'impercettibile cima del monte Mandria:
coordinate ED50: N 43°58'45,8" - E 11°44'08,1" (incrocio sentieri 401 - 421) quota: 1030m slm
- Restiamo a destra sul sentiero 401 e facciamo la stessa cosa quando, poco dopo, si stacca a sinistra il 309, che scende verso ca' Petriccio e Premilcuore:
coordinate ED50: N 43°58'42,1" - E 11°44'01,3" (incrocio sentieri 401 - 319) quota: 1035m slm
- Tagliamo, mantenendo più o meno la quota, un bel versante boscoso e presto siamo al punto in cui dal sentiero 401, che prosegue a sinistra verso la cima del monte Gemelli, si separa il 417 per San Benedetto in Alpe:
coordinate ED50: N 43°58'43,5" - E 11°43'44,0" (incrocio sentieri 401 - 417) quota: 1025m slm
- Da ora in avanti occorrerà un po' di attenzione... nulla di particolarmente difficile, tuttavia progrediremo in una zona raramente frequentata, su una traccia non sempre battuta e riconoscibile, col solo ausilio di alcuni vecchi, sbiaditi "bolli" rossi... l'abitudine a interpretare le carte e la morfologia di ciò che si ha attorno muovendosi su itinerari meno ovvi di quelli, spesso abbondantemente segnalati, proposti da guide o da gruppi escursionistici, e la capacità di restare tranquilli e concentrati anche, e soprattutto, quando si ha l'impressione di non riuscire più a individuare la giusta direzione, possono ora risultare utili.
- Ci dirigiamo verso San Benedetto (427) per poche decine di metri, fino a quando notiamo una traccia che si stacca a destra del sentiero principale e, mentre quest'ultimo scende, non perde quota mantenendosi nei pressi della cresta, mirando l'evidente altura boscosa che abbiamo di fronte: la seguiamo e nel momento in cui (quasi subito) anch'essa si biforca restiamo a destra raggiungendo così la cimetta. Già in questo tratto ci accorgiamo della presenza di alcuni segnavia rossi, scoloriti e non sempre visibili, ma confortanti. Davanti a noi c'è una seconda, modesta altura verso la quale andiamo continuando a camminare in cresta; appena prima di arrivarvi individuo il punto che stavo cercando, quello da cui in futuro ci caleremo con le corde (il pendio è estremamente ripido) per immetterci nel solco vallivo vero e proprio che scorgo a destra, molto in basso, lontano, fra gli alberi:
coordinate ED50: N 43°58'51,5" - E 11°43'29,3" (attacco calata nel fosso dei Tre Sassi) quota: 1040m slm
- Ci lasciamo alle spalle la piccola elevazione e presto, in un tratto in piano e preceduto da un "ometto" formato da grosse pietre, riconosciamo l'imbocco di un bel sentiero che cala a destra, aldilà quindi della linea spartiacque; siamo nella zona del monte della Voltura:
coordinate ED50: N 43°58'55,6" - E 11°43'17,1" quota: 1005m slm
- Un paio di segni rossi ci indicano subito che il percorso individuato è quello giusto, per cui non abbiamo esitazioni ad abbandonare il crinale. Il sentiero scende con continuità e nonostante la scarsa frequentazione e la presenza di un tratto infrascato riusciamo a seguirlo senza problemi; incontriamo vari piccoli cippi di confine, poi arriviamo a una vecchia recinzione di filo spinato. Decidiamo di non scavalcarla e avanziamo tenendola a destra, trovando dopo pochi metri quella che all'inizio pare una pista abbandonata... mancano segnali identificabili, ma andiamo ugualmente a sinistra e presto intravediamo un casolare in abbandono:
coordinate ED50: N 43°59'12,2" - E 11°42'48,7" quota: 763m slm
- Esaminando la cartina capiamo che si tratta di casa Valmoretta; ci colpisce un particolare: tetto e pavimenti sono pericolanti, stanno crollando, ma all'interno, a volte sotto macerie, ci sono ancora poveri mobili, qualche bicchiere, pentole, un contenitore con le posate sul lavello di pietra, bombole del gas, come se gli abitanti fossero anni addietro in un attimo scomparsi lasciando tutto lì. Nel piano principale un bel camino è l'elemento dominante della prima camera, la cucina... davanti c'è un tavolo, a lato stanno polverizzandosi una poltrona e una stufa... il senso di fragilità è inquietante perché il pavimento probabilmente non riuscirebbe a reggere il mio peso, a malapena sopporta quello degli oggetti presenti e la gamba di una sedia è in un buco dal quale scorgo l'ambiente sottostante... da uno squarcio in alto vedo il cielo... Nel piano inferiore mucchi di macerie occupano gli ambienti, ma è possibile riconoscere l'angolo in cui si trovava il bagno: ci sono la turca e lo sciacquone in precario equilibrio, un rustico bidet e la doccia... Quando perso nei miei pensieri esco, resto quasi senza fiato percependo un movimento vicino: a pochi metri da me due cavalle e un puledro mi stanno osservando... negli occhi di quella più anziana leggo perplessità, fastidio, che manifesta con un sordo brontolio, mentre in quelli del giovane c'è soprattutto curiosità... "Ok, ho capito... tranquilli, mi levo dalle "balle"..."
- Ignoriamo il sentiero che scende a sinistra e rasentiamo la casa passandole a destra, camminando in piano. Ripenso ai 3 animali e non capisco come possano essere in giro per conto proprio in questi luoghi sperduti (San Benedetto in Alpe è a non meno di un'ora di cammino)... vi sono pascoli e certamente conoscono la strada, ma siamo in dicembre...
- Superiamo una piccola frana e proseguiamo in tranquilla salita (ad ovest, aldilà della valle del Montone, si notano le case del Poggio, il borgo di antiche origini che sorge a monte di San Benedetto in Alpe) fino a un importante incrocio:
coordinate ED50: N 43°59'22,0" - E 11°42'45,9" quota: 790m slm
- Il sentiero in cui ci stiamo immettendo scende da destra ed è segnato con "bolli" rossi simili a quelli che avevamo "perso" poco prima di incontrare la vecchia recinzione, è probabile quindi (anzi, certo!) che se avessimo scavalcato la stessa e proseguito mantendo la direzione saremmo restati sul percorso principale arrivando direttamente in questo punto, precludendoci però le malinconiche suggestioni suscitate da casa Valmoretta. Siamo quindi nuovamente sulla via che ci porterà nel fondovalle del Montone: andiamo a sinistra, in discesa. Nel bivio successivo ignoriamo la traccia in apparenza più battuta che tende a destra, poi, dopo aver scorto in lontananza Bocconi, curviamo nettamente a sinistra. Va segnalato che qualche metro prima e nel punto in cui deviamo bruscamente si staccano a destra due sentieri... entrambi permetterebbero in un paio di minuti di cammino di raggiungere i ruderi di casa Valmora, se non si infrascassero perché da anni nessuno più li utilizza:
coordinate ED50: N 43°59'22,3" - E 11°43'00,6" quota: 741m slm
- Ci avviciniamo a questi miseri resti vincendo la resistenza della vegetazione che li sta pian piano ricoprendo, e la nostra non è un'"impresa" semplice perché la natura pare gelosa di ciò che sta riconquistando e ha creato un formidabile intrico di cespugli ricchi di spine... fra qualche anno sarà impossibile riconoscere qui la passata esistenza di un'antica abitazione e quando anche i ricordi degli ultimi anziani dei paesi a valle partiranno con loro sarà come se in questo luogo mai fosse vissuto un uomo con la sua famiglia, i suoi pensieri, i mille sacrifici, i preziosissimi momenti sereni indotti più dall'umiltà e dalla semplicità che da episodi effettivamente significativi...
- Torniamo alla via principale; il sentiero si allarga e assume l'aspetto di una comoda mulattiera. Più avanti c'è un trivio, ma per non sbagliare a noi è sufficiente restare sulla pista principale, quella che scendendo tende a sinistra (segnavia rossi). La pendenza aumenta e superiamo anche alcuni stretti tornanti, inaspettatamente, però, a due passi dall'intersezione col sentiero che collega Bocconi a San Benedetto in Alpe, la pista abbandonata scompare sotto a una fitta vegetazione; la ritroviamo in basso, dopo aver girovagato per un paio di minuti, e presto arriviamo al bivio in cui termina la parte più avventurosa dell'itinerario:
coordinate ED50: N 43°59'37,8" - E 11°42'28,8" (incrocio col sentiero 427) quota: 482m slm
- Una freccia in legno ci indica che per tornare a Bocconi dobbiamo andare a destra. In una relazione pubblicata precedentemente (con foto) ho già descritto il sentiero 427, di rilevante bellezza e facile da individuare.... questa volta lo percorriamo solo in parte e in senso opposto, superiamo così alcuni ripidi dossi e casolari la cui storia si è fermata negli anni '60 (affascinanti i ruderi di casa Tre Sassi, prima dei quali lasciamo a sinistra un notevole punto panoramico e attraversiamo lo splendido alveo del torrente che mi ha convinto a riesaminare attentamente quest'area montuosa) e in meno di un'ora e mezzo raggiungiamo l'auto.
"Sentiero nel bosco, salendo verso il monte Mandria"
"Sentiero nel boschetto di roverelle, salendo verso il monte Mandria"
"Sentiero nel boschetto di roverelle, salendo verso il monte Mandria"
"Altura boscosa nei pressi del monte della Voltura"
""Ometto" e imbocco del sentiero che dal monte della Voltura scende verso casa Valmoretta"
"Sentiero nel bosco, scendendo verso casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta (dal sentiero che porta a ca' Vannello e a San Benedetto in Alpe)"
"I cavalli di casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta"
"Casa Valmoretta: ruderi dell'edificio di servizio"
"Casa Valmora"
"Casa Valmora"
"Casa Valmora"
"Casa Valmora"
"Casa Valmora"
"Casa Valmora"
Le foto seguenti furono scattate nel giorno invernale di alcuni anni fa durante il quale percorremmo per la prima volta il sentiero che collega il 427 (Bocconi-San Benedetto in Alpe) a casa Valmoretta e ai crinali fra il monte della Voltura, il monte Mandria e il monte Gemelli:
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