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Articolo inserito in data 13/04/2015 22:45:00
Lombardia
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LAGO DI GARDA: PUNTA VETTER, PUNTA DEI LARICI e MONTE PALAER

Sentiero: Statale 45 bis Gardesana Occidentale a N di Limone sul Garda (km.104,7, nei pressi dell'hotel Panorama) - Punta Vetter - Bocca Larici - Punta dei Larici - Bocca Larici - Monte Palaer - Bocca Larici - ritorno (Lago di Garda, parco dell'Alto Garda Bresciano - Brescia, Trento)

Parco dell'Alto Garda Bresciano - Punta Vetter - Punta dei Larici - Monte Palaer

difficoltà: E, F (I) nella salita alla punta Vetter

segnavia: 122 - sentiero delle Greste di Reamol

cime: monte Palaer (1078m), punta dei Larici (908m), punta Vetter (583m)

in totale 4h 30' di cammino e 1100 metri di dislivello

miei commenti e consigli: sentiero bellissimo in ambiente severo, che offre sempre spettacolari vedute; è ripido e continuo, può quindi mettere a disagio una persona poco allenata. Pendenza e terreno sconnesso, pur se ben battuto, rendono faticosa anche la discesa per cui suggerisco di trasformare l'itinerario in un circuito più lungo e impegnativo, ma di certo remunerativo, evitando di tornare lungo il percorso dell'andata, proseguendo invece dopo il monte Palaer fino al passo Rocchetta e al passo Guit, per scendere poi lungo la val del Signol a Limone sul Garda. La breve salita alla punta Vetter è semplice, ma non elementare: manca la traccia, è in parte su terreno scivoloso e sotto la cima costringe per qualche metro a usare le mani (I) su una placca esposta di roccia rotta.

29/03/2015

Ero già stato sulla punta dei Larici; me ne sono accorto a casa quando ho catalogato nel database i dati del sentiero... è un buon segno... ed è un cattivo segno!
Di positivo c'è che oramai sono stato in talmente tanti posti, su centinaia e centinaia di cime, che riesco a dimenticarle completamente; di negativo che se dimentico luoghi e cime, ho probabilmente raggiunto il limite del quantitativo di informazioni che riesco a immagazzinare in testa, o l'età in cui i ricordi più recenti cominciano a confondersi e restano nitidi solo quelli lontanissimi nel tempo...

Vi ero salito da Pregasina non più di 10 anni fa e avevo proseguito fino al passo Rocchetta e alla cima di Mughera... considerato che la punta dei Larici si trova oltre 800 metri più in alto dell'acqua del Garda e che le impressionanti rocce che la sostengono quasi vi si gettano, è facile immaginare lo spettacolare panorama che si gode da lassù: verso Riva, Arco e la valle del Sarca, Lo Stivo, l'Altissimo di Nago e tutte le splendide cime del Baldo, sul lago e sulla sua costa orientale, e verso un gran numero di cime delle Prealpi Bresciane... è incredibile come possa averne completamente cancellato il ricordo in così pochi anni!

Comunque avevo notato sulla carta il sentiero che parte dalla Gardesana Occidentale, poco a nord di Limone sul Garda, e mi aveva incuriosito perchè disegnato con tanti, strettissimi, zig-zag, posso supporre quindi che l'avrei affrontato anche se fossi stato consapevole di tornare in un luogo conosciuto... forse...

Lasciamo l'auto in una piazzola nei pressi dell'hotel Panorama, al km.104,7 della Statale 45 bis, a destra se si sta procedendo da Limone verso Riva del Garda.

Aldilà della strada riconosciamo facilmente il varco, nel muro di protezione, in cui inizia il sentiero: vi sono segnavia bianco-rosso e freccia con indicazioni (punta Larici e sentiero del Sole - 122).

I primi metri di cammino sono in piano e ci portano a un incrocio: andiamo a sinistra su una carrareccia pietrosa, a tratti molto ripida.

La stradina diventa un sentiero; presto arriviamo a un bivio (nei pressi ci sono un paio di panche: è un piacevole belvedere sul lago e verso Limone sul Garda) su quella che pare essere una crestina secondaria: ignoriamo la traccia a destra (sentiero del Sole) a saliamo (indicazioni per punta Larici) mirando direttamente le grandi pareti rocciose che ci sovrastano. Già da qui è evidente il punto da cui transiteremo alcune centinaia di metri più in alto: è chiamato "la Stretta" ed è un passaggio obbligato, una sorta di gola delimitata a destra dal dirupato versante occidentale della punta Vetter.

Guadagnamo quota molto velocemente; il sentiero non concede tregua, sale sempre, spesso con pendenza accentuata... questa è la via che prima del 1915 i contrabbandieri del posto percorrevano con micidiali sacchi sulle spalle... altri tempi, altre motivazioni e altra tempra, tuttavia mi ritrovo a pensare all'enorme fatica che di certo facevano, alla forza e alla resistenza, ma non alla determinazione perchè credo che non avessero scelta... questo facevano per campare, per garantire un pasto alla famiglia... c'era un'alternativa? C'era un qualche pensiero ricorrente nelle loro menti mentre di notte si distruggevano la schiena qua sopra, oltre a quello di fare attenzione ai punti esposti che si incontrano più in alto e ai proiettili di una giovane guardia di confine troppo zelante, non ancora a conoscenza delle consuetudini atte a garantire gli equilibri necessari perché a tutti fosse concessa una possibilità di sopravvivere?

Quella che si nota dietro alla punta Vetter, alla sua destra, è probabilmente una propaggine della punta dei Larici, ma al momento non mi interessa... come sempre mi capita, prima di partire per una qualche meta consulto la Guida dei Monti d'Italia della zona per scoprire se nei dintorni esista una qualche cimetta dimenticata sulla quale provare a salire, e questa volta ho trovato un breve paragrafo dedicato alla punta Vetter:

"Bella piramide rocciosa a SE della punta dei Larici (...) la sommità, raramente salita, è raggiungibile con una deviazione dall'itinerario che si segue sino alla Stretta: poi su roccette a tratti friabili si raggiunge la cima. II."
Anche se un II su rocce friabili non è banale, direi che si può fare!

Arriviamo alla "Stretta"; ambiente e vedute sono affascinanti, e mi infastidisce solo il rombo delle motociclette sulla Gardesana, oltre al fatto di non aver ancora scorto un punto d'attacco al picco roccioso che da qualche decina di minuti sta catalizzando la mia attenzione: pareti nel settore inferiore e ripidissimi pendii erbosi in quello superiore... sarà una cimetta secondaria, ma per ora risulta impossibile anche solo pensare di affrontarla!

Il sentiero è bello, ben battuto, impossibile da perdere, e conferma le convinzioni nate osservando la carta: non vi sono pause, si va sempre in su, passo dopo passo, superando numerosi tornanti.

Siamo appena usciti dalla "Stretta" quando mi accorgo che a nord della punta Vetter c'è una selletta facilmente raggiungibile (infrascandosi un poco); oltre la crestina pare ci sia il nulla, ma più a destra vedo bene la piccola placca rocciosa sottostante alla cima, i pochi metri che probabilmente determinano la difficoltà alpinistica. Da questo tornante, attorno ai 540 metri di quota, ho anche la conferma della effettiva inattaccabilità del versante che si getta sulla strozzatura appena superata... questa è una minuscola montagna particolarmente aspra... "Ok, ci provo... nel peggiore dei casi mi fermerò appena sotto alla vetta, se la placca risultasse troppo friabile..."

Pochi minuti e sono nei pressi dell'ometto sulla cima; la difficoltà alpinistica è minore (I) di quella indicata sulla guida, ma occorre attenzione perché il versante opposto a quello da cui provengo letteralmente precipita verso il basso e l'inevitabile placchetta rocciosa si disfa facilmente (il primo, grosso appiglio che ho utilizzato per mantenere l'equilibrio in un attimo si è spezzato restandomi in mano...). In sintesi: breve ascesa facile, ma su terreno in parte friabile ed esposto (pochi metri, sui quali però è anche obbligatorio scendere).

Riprendiamo il cammino verso la meta principale; ad uno stretto tornante a destra segue una cengia che in piano porta ad un luogo da segnalare, nei pressi di un caratteristico sperone di roccia: a destra pochi passi bastano a raggiungere un notevolissimo balcone panoramico (da non sottovalutare friabilità del terreno ed esposizione!), mentre a sinistra il nostro sentiero perde rapidamente una ventina di metri di quota (vale l'avvertimento precedente!) per andare poi ad attraversare il vallone dei Larici. In questa zona le vedute sono particolarmente interessanti: sempre sul lago, sempre verso il Baldo, ma soprattutto abbiamo di fronte a noi la punta dei Larici e l'impressionante,  maestosa fascia rocciosa che la sostiene (da quassù la punta Vetter è elegante, aguzza, con vertiginose pareti a strapiombo, ma piccolina!).

Traversiamo verso la nostra cima e oramai alla base del suo dirupato versante sud-occidentale riprendiamo a salire con decisione e continuità. Entriamo in un bosco, troviamo una recinzione, la aggiriamo verso sinistra seguendo i segnavia e sbuchiamo nei pressi della bocca Larici: vi arriva da nord una stradina, e presumo che l'abbiano utilizzata i vari ciclisti che incontriamo... di certo l'hanno fatto i 2 fuoristrada parcheggiati nei pressi della malga a destra, ad appena un centinaio di metri dalla cima della punta dei Larici.

La gente è tanta, forse troppa, d'altronde il luogo è bello, bucolico, e suppongo facilmente raggiungibile dal versante trentino (sul faticoso sentiero dei contrabbandieri abbiamo visto solo le 4 persone che ci hanno superato, e al ritorno neppure una ne incroceremo).

La vetta è un piccolo spiazzo che regala vedute spettacolari; a sinistra è facilmente raggiungibile in pochi minuti una seconda cima occupata da una postazione risalente ad almeno un secolo fa.

Scattiamo alcune foto e rapidamente ci allontaniamo: è troppa la differenza fra il solitario vallone da cui proveniamo e la frequentata località in cui ci troviamo ora... nessuna critica, ci mancherebbe, trovo giusto che escursionisti e turisti provino ad arrivare in luoghi belli... sono io ad esservi transitato nel momento sbagliato!

Alla bocca Larici seguiamo le indicazioni per il passo Rocchetta (sentiero delle Greste di Reamol): rasentiamo per poco la recinzione già incontrata, lasciamo a sinistra la traccia utilizzata per salire e proseguiamo dritto verso la cima boscosa che abbiamo di fronte.

Il sentiero è bello, ben battuto e ignorato dalla totalità dei presenti in zona, per cui ci permette di lasciare alle spalle l'inaspettato caos che aveva incrinato la mia attenzione; torniamo a salire con decisione sfiorando uno strano rudere in cemento e mattoni (una specie di piccola torretta diroccata: fuori ci sono una vasca e un paio di reti, all'interno la testata in metallo di un vecchio letto, attorno qualche altro rottame), poi si apre a sinistra la vista sul selvaggio vallone detritico dei Larici.

Arriviamo nei pressi della cima del monte Palaer; vi sono i resti di varie postazioni, cavernette scavate su almeno due livelli sotto la crestina sommitale.

Il luogo è piacevole, tranquillo, ha quelle semplici qualità che consentono a un'anima inquieta di trovare un momentaneo equilibrio.

Proseguendo potremmo presto toccare il passo Rocchetta, e forse la cima dell'enorme, splendido picco roccioso che si erge davanti a noi, ma il tempo a nostra disposizione sta terminando... fra l'altro si è alzato il vento e da ovest stanno giungendo nubi scure... ancora un minuto seduti sulla cresta sottile prima di iniziare il ritorno... questa delicata atmosfera ci avvolge e siamo talmente assorti, talmente silenziosi da diventare impercettibili per i quattro escursionisti che nel frattempo passano sul sentiero, pochi metri sotto di noi.


""La Stretta" e punta Vetter"

 

"Veduta verso sud, salendo verso "la Stretta""

 

"Salendo verso "la Stretta""

 

"Veduta verso sud (dai pressi della cima della punta Vetter)"

 

"Punta Vetter: cima"

 

"Bocca Larici e punta dei Larici (dalla cima della punta Vetter)"

 


"Sentiero (dalla cima della punta Vetter)"

 


"Lungo la cengia verso il balcone panoramico poco oltre quota 600m"

 

"Pareti rocciose sovrastanti (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Sentiero, bocca Larici e punta dei Larici (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 

"Pareti rocciose sovrastanti (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 

"Veduta verso il lago (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Punta Vetter e veduta verso il lago (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Pareti rocciose sovrastanti (dal balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Sentiero, bocca Larici e punta dei Larici (dai pressi del balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 

"Sentiero (dai pressi del balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Sentiero, bocca Larici e punta dei Larici (dai pressi del balcone panoramico poco oltre quota 600m)"

 


"Sentiero, salendo verso bocca Larici"

 

"Veduta verso sud, salendo verso bocca Larici"

 

"Punta dei Larici, salendo verso il monte Palaer"

 

"Monte Altissimo di Nago, salendo verso il monte Palaer"

 

"Monte Baldo, salendo verso il monte Palaer"

 


"Vallone dei Larici, salendo verso il monte Palaer"

 

"Veduta verso Riva del Garda e il monte Stivo, salendo verso il monte Palaer"

 


"Veduta verso il passo Rocchetta (dalla cima del monte Palaer)"

 


"Sentiero, scendendo verso "la Stretta""

 


"Punta Vetter (nella cresta di fronte è la via per la cima) e veduta verso il lago, scendendo verso "la Stretta""

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