Ancora una vecchia relazione, pubblicata nel n.12 (ottobre 2005) de "il Nottolario", il Notiziario del Gruppo Speleologico Bergamasco "le Nottole". Racconta dell'incontro con Giorgio Pannuzzo, che mi auguro di rivedere presto, e dell'esplorazione del meandro Piadina, a -270 in uno degli abissi del monte Arera.
L'abisso La Dolce Vita (Bergamo)
Nuova puntata della nostra storia di speleonauti rompiballe. Questa volta siamo ospiti delle "Nottole" di Bergamo, e più precisamente di Giorgio. Una premessa: strano tipo questo Giorgio, instancabile organizzatore siculo-bergamasco col quale in un attimo ci siamo accordati: ospitalità notturna nel salotto di casa sua, spaghettata e visita guidata alle meraviglie dell'abisso la Dolce Vita, in cambio di una damigianina di barbera, piadina, pecorino ed eventualmente un aiuto in un paio di lavoretti all'interno della grotta ... mi sa che ci frega!
La notte trascorre tranquilla; alcuni la passano meditando sul senso della vita, sui grandi perchè dell'esistenza, e soprattutto sul motivo per il quale chi russa imitando una betoniera a massimo regime sia sempre il primo ad addormentarsi.
Sveglia (?) e partenza immediata. Incontro con Veruonika, "speleofuotuografa da Minsk, Bieluorusia", colazione, conoscenza di un folto gruppo di caotiche "Nottole", piano operativo e divisione dei presenti in due squadre: la prima, coi 3 di noi più esperti, Giorgio e un paio di loro, si dirigerà subito - ore 10 - verso il fondo della Dolce Vita per il paio di lavoretti; la seconda, coi nostri pivelli (nota: buona parte delle provviste) e vari di loro (nota: tutte le donne), andrà prima all'abisso Frank Zappa per vedere le scenografiche concrezioni del ramo Hotel Plassa, quindi con tranquillità ci seguirà fino alla base del P100 della Dolce Vita dove, nel frattempo, noi del primo gruppo saremo risaliti.
I conti sembrano tornare: i pivelli faranno esperienza in un paio di significative verticali (P49 e P100), toccheranno una quota interessante (-200), visiteranno una bella grotta (Frank Zappa), ci porteranno le libagioni a metà del ritorno, mentre noi punteremo un fondo di un abisso in esplorazione e svolgeremo rapidamente il compito che intanto sta prendendo una forma più definita: disarmo ed eventuale rilievo di un semplice meandro scoperto da poco ... mi sa che Giorgio ci frega, e mi sa che il pivello sono io!
Appunti sul meandrino in questione (-270 circa): è elegante, sinuoso, a tratti molto alto, ma qualche burlone ci ha convogliato buona parte del fango della grotta; il pozzetto che vi si incontra ha un ingresso simpatico - l'uscita lo è maggiormente - e permette di raggiungere una piccola sala ricca di pisoliti. Da qui parte un'interessante risalita, una quindicina di metri, che pare chiudersi in un cunicolo con un sifone di fango. Dopo 4 ore abbondanti di lavoro per rilevare varie decine di metri di grotta che, un tocco di poesia non guasta, verranno chiamate meandro Piadina, finalmente si torna verso la superficie, disarmando.
Nel frattempo il secondo gruppo, che aveva giustamente valutato il nostro micidiale ritardo, sta risalendo; restano ad aspettarci nei pressi del P100 un paio di eroiche e pazienti "Nottole". Siamo usciti alle 22.30, una dozzina di ore di fatica continua ... mi sa che Giorgio ci ha fregato!
La Dolce Vita è una grotta ad andamento prevalentemente verticale, con spettacolari salti che già da soli meritano una visita: notevole l'iniziale P49, fantastici il P100 intermedio ed il P54 a tiro unico subito sotto. Lungo il percorso principale l'armo è ottimo, facilitato anche dalla particolare conformazione dei pozzi, ampi e in gran parte regolari, e il solo problema, a prescindere dalla non trascurabile profondità, sta nello strato sottile di fango che si deposita sulle corde rendendole estremamente scivolose.
Per concludere: è stata una splendida escursione, per noi che abbiamo rilevato e battezzato un rametto appena scoperto, e per gli altri che hanno affrontato per la prima volta verticali tanto imponenti, e percepito il brivido particolare che si prova sentendo un immenso vuoto sotto i piedi. Abbiamo poi incontrato un gruppo di persone che è stato un piacere conoscere, per la simpatia, la disponibilità, la voglia di condividere tempo e avventure.
Grazie Giorgio, ci hai fregato, ma ne valeva la pena! Grazie Veronika e grazie "Nottole", ci dovete una pizza e vi dobbiamo una fantastica esperienza ... meglio così, ottimi motivi per rivederci presto.
foto di Veronika Nazarova, del Gruppo Speleologico Bergamasco "le Nottole" |