Queste due note descrivono sommariamente i lavori di scavo ai quali ho partecipato appena prima dell'estate. Poi per il caldo, le vacanze, i problemi fisici, soprattutto le incomprensioni con alcuni ragazzi del gruppo di Forlì ho preferito non farmi più vedere. Scoprirò in settembre che nessuno è in seguito più andato lassù... incredibile, assurdo, con un buco simile a disposizione uno speleologo non può resistere... non può... uno speleologo...
19/06/2008
Siamo tornati a casa alle 3 del mattino dopo svariate ore di lavoro piuttosto pesante... non so gli altri, Filippo, Gabriele e Matteo Sav, ma io sono frantumato! C'è poco da dire: la grotta prosegue ovunque, e ovunque è inspiegabilmente "piena" di detrito da estrarre. Per entrare nella camerina ora si scende di 1 metro; il saltino è destinato ad aumentare visto che le pareti continuano a calare verticalmente. Il vano è in questo momento alto 2 metri. Per passare al meandro, un grande crepaccio probabilmente intercettato a un certo punto dall'acqua che precipitava nel pozzo, si supera l'orlo roccioso che separa nettamente i due ambienti; anche in questo corridoio ora si sta in piedi... prosegue sopra (tappo di materiale piuttosto compatto), sotto (tappo del solito detrito), davanti dopo essersi allargato in uno spazio tondeggiante (altro pozzetto?), sia verso sinistra scendendo (tappo di detrito, ma in parte aperto a contatto col soffitto di roccioso) che verso destra in orizzontale (?) (tappo di detrito più consistente). Le due vie (?) sono separate da una lama che pare dividere il presunto pozzetto. Pure qui le pareti si perdono verticali sotto il materiale di riempimento che a questo punto fatichiamo a comprendere da dove sia arrivato...
Nei nostri giri notturni nel bosco abbiamo incontrato cinghiali, caprioli, uno splendido istrice e sentito versi di ogni tipo; questa volta ci hanno sbalordito i minuscoli lampi bianchi di migliaia di lucciole... una semplice, spettacolare, incredibile magia...
22/06/2008
Abbiamo lavorato tantissimo, praticamente tutto il giorno, Gabriele, Micol ed io... solo in tre, d'altronde la trasmissione in televisione di automobilismo, motociclismo e campionato europeo, la soleggiatissima giornata da mare e le deleterie feste del sabato hanno reso la presenza quassù di tre persone quasi un miracolo.
Il detrito da togliere pare sempre di più, è ovunque, sopra, sotto, a lato... in pratica non abbiamo ancora incontrato un piano di calpestio "naturale". La camerina non c'è più perchè si è rivelata giusta la prima ipotesi: è il pozzo iniziale che prosegue (profondo ora una dozzina di metri). Credo che per il momento smetteremo di scavare qui per evitare di creare un ostacolo ai lavori nel meandro (i sacchi di detrito da issare fuori passano necessariamente dall'ex-camerina dove uno staziona per agganciarli alla corda). Nel meandro si cammina: il soffitto non c'è, o meglio è di terriccio compatto, e la base neppure, cioè è formata di detrito che potrebbe tranquillamente essere estratto con un badile. Dopo un paio di metri questo corridoio rettilineo dalle pareti perfettamente lisce si allarga in quella che sembra una nuova camerina, ma che reputo essere in realtà un secondo pozzo: in pratica ci troveremmo in mezzo alla verticale, con detrito sotto e sopra... se questa arrivasse fino all'esterno si spiegherebbe da dove è piovuto il materiale che stiamo togliendo da qui: quindi i pozzi aperti in passato sarebbero stati due, e magari anche il grande crepaccio che li collega, e dentro ci avrebbero buttato camionate di detrito che impiegheremmo mesi a portare fuori... boh! |