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Articolo inserito in data 21/10/2008 23:32:04
Grotte in Sardegna
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SARDEGNA 2008: in gennaio a Cala Gonone - Grotta: SAS BARDANAS

Protagonisti: Gianluca "jnn" (dalle nebbie di Forlì), Giuliano "il freccia", Lorenzo "uot", Marcello "il leone", Marco "herr", Roberto e Stefano "il nobile" (tutti da valli e monti trentini), con la partecipazione straordinaria di Gianfranco (dalle lande magiche e selvagge del Supramonte).

Grotta: sas Bardanas (Oliena - Nuoro)

06/01/2008

Sveglia alle 6.30 cercando di fare meno "casino" possibile, anche se ad un rapido esame i 6 che stanno ronfando sembrano più svenuti che addormentati! Sul tavolo ci sono croste di pecorino!?!
Il tempo dovrebbe essere bello; l'alba sul mare è fantastica.

Raggiungo Gianfranco, facciamo colazione e partiamo per sas Bardanas con l'intento di visitare i rami più interni e profondi della grotta, quelli dove per ora si sono fermati gli esploratori. Mi auguro che il vento che sta tirando forte e fresco non disturbi i climbers trentini che a quest'ora, le 9.30, dovrebbero già essere sulle falesie di cala Fuili. Durante la salita calpesto per la prima volta in vita mia la neve sarda.
Sas Bardanas è diversa dalle classiche grotte del Supramonte: mancano quasi totalmente le concrezioni, è angusta e a tratti pure un poco fangosa. Passate le prime 3 strettoie (un paio piuttosto "tignose") arriviamo nel punto in cui qualche anno fa risalimmo una colata con risultati scadenti e, appena più avanti, ci calammo in un pozzo di una quarantina di metri e dopo aver allargato 2 fessure ci fermammo sopra a un sifoncino. Oltre non sono mai andato.
Un ramo a destra molto bagnato chiude aldilà di un passaggio stretto, verticale, a 3 o 4 metri d'altezza. Ci sarebbe una spettacolare risalita da fare che, però, è già stata mirata da qualcuno visto che a un esame più accurato risultano evidenti sulla roccia una lettera dipinta e una freccia incisa che indica verso l'alto.
Il ramo principale, quello che mira il fondo attuale, non scherza: in pratica un cunicolo continuo, umido e fangoso, complicato da una serie di fessure una delle quali larga poco meno del mio torace... lì incastrato respiro a metà... pare Alien (è un bucaccio abbastanza difficile che noi di Forlì usiamo spesso come termine di paragone)... Gianfranco prosegue tranquillo per cui spingo, passo, penso al ritorno e parto a chiacchierare... lo faccio sempre quando sono convinto di essermi messo nei "casini"... sono fradicio...
In realtà uscire è risultato più semplice di quanto credessi, in parte perchè dopo ore di stretto le fessure non mi impressionano più come all'inizio (sempre che siano "umane"), ma soprattutto perchè alcune di queste vengono affrontate in discesa... comunque 5/6 ore di sas Bardanas hanno lasciato segni piuttosto evidenti in mani, gomiti e gambe.
A Oliena, in un bar, ci accordiamo sulle prossime uscite: martedì pomeriggio a Elighes Artas e mercoledì sera in esplorazione a Biseddu per tentare di allargare un meandro. Di ritorno, sono quasi le 17, passo da cala Fuili, ma non vi trovo Marcello e gli altri... vista la bella giornata chissà dove saranno andati... magari a Goloritzè... chissà a che ora torneranno...

... lo fanno prima di quanto credessi: la serata al "Gufo" è stata micidiale, si è salvato in parte solo Marcello, rientrato all'una, mentre i "compari" sono rincasati poco prima che mi svegliassi io... spiegate così le croste del pecorino sul tavolo, era la colazione precedente la perdita dei sensi... in pratica si sono alzati nel pomeriggio, sono stati ad Oliena a prenotare il porceddu in un agriturismo (per martedì sera) e hanno proseguito fino ad Orgosolo per una visita turistica...

Per domani è previsto bel tempo quindi mireremo le palestre di Margheddie, settori Nomadi e Ninna Nanna.

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