Operazione Corno d'Aquilio (1988-1992)
Conseguenza dei decenni di esplorazioni in quello che fu l'abisso più profondo al mondo, che tuttora è uno dei più famosi, da parte di moltissime, spesso mastodontiche spedizioni, era stato l'accumulo là sotto di 4 tonnellate di rifiuti, perchè contava solo progredire nelle scoperte, perchè mancava l'idea di salvaguardare l'ambiente, la volontà, perchè mancava la forza per riportare all'esterno il materiale utilizzato... oggi abbiamo attrezzature leggere, capi di vestiario evoluti, conosciamo la strada per il fondo, eppure la Preta resta una grotta molto impegnativa, che lentamente ti tritura nei suoi freddi meandri, ti opprime coi suoi spazi verticali improvvisamente immensi...
Nel 1988 iniziò l'Operazione Corno d'Aquilio, la più imponente spedizione speleologica mai realizzata. 4 anni e un numero infinito di ore lavorative. Furono decine i gruppi coinvolti, centinaia le persone che collaborarono per raggiungere uno scopo, quello principale: ripulire la spluga della Preta.
Incredibilmente ci si riuscì: la babele speleologica dimenticò divisioni, riconobbe l'importanza del progetto, il privilegio di partecipare, si uniformò a regole e tutto il ciarpame fu diviso, impacchettato, accatastato, trainato, trasportato 300, 400, 500 metri più in alto. Seguirono esplorazioni, l'esecuzione di un rilievo preciso e completo, di ricerche scientifiche, di documentazioni fotografiche.
Io c'ero! Un contributo piccolo il mio, qualche viaggio, qualche riunione... comunque c'ero!
Queste foto le fece Giuseppe Troncon, progettista, conducente, carburante, instancabile animatore della complessa e pittoresca macchina organizzativa, il 14 maggio 1988: siamo io e Marzio, dello Speleo Club Forlì, e stiamo scendendo per supportare le operazioni d'armo della parte centrale della grotta, fino all'attacco del pozzo del Chiodo. Ricordo che restammo dentro una quindicina di ore, che in uno stretto, maledetto passaggio, mi bagnaii irrimediabilmente, che soffrii un freddo esagerato, tanto forte da non riuscire a controllare il tremore... e che lo splendido pozzo Cesare Battisti, 131 metri di discesa quasi tutti nel vuoto, ne misurò molti di più in salita quando lo sfinimento rese reali nella mia mente dimensioni e numeri fantastici: 131 chilometri di altezza, 131 milioni di "pompate" sulla maniglia, 131 ore per uscire, 131 settimane di vita bruciate nello sforzo... 131 volte a chiedermi "chi me l'ha fatto fare?"...
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