In questa relazione racconto del nostro incontro con Simona e Sandro, speleologi veneti del gruppo di Malo... incontro fortunato perchè sono due belle persone e più volte da quel momento ci saremmo rivisti.
Il Buso della Rana (Vicenza)
Ramo Principale Ramo Attivo di Destra Rami di Sala Snoopy Ramo Morto Ramo dell'Argilla Ramo delle Marmitte
Parlare del buso della Rana è semplice, ma altrettanto semplicemente si rischia di apparire banali facendolo. E' una grotta famosa, tanto da meritare da sola uno splendido sito (www.busodellarana.it), e sulle sue gallerie, i torrenti, le piene micidiali, sulla ricerca infinita di un secondo ingresso che ne faciliti il proseguimento dell'esplorazione, si è raccontato di tutto. Risulterebbe noioso, e francamente inutile, descrivere percorso, incroci, indicare tempi, o dare consigli: come dicevo, il sito che Sandro Sedran ha dedicato al Buso è preciso, completo, ricchissimo e facilmente consultabile; tutti poi, o quasi, sanno che varie zone della grotta si riempiono d'acqua quando piove violentemente, o a lungo, e soprattutto si riempie il cunicolo da cui si esce (cioè da cui non si esce più!), e tutti, o quasi, sanno che la stessa è vastissima e ad andamento labirintico. A dire la verità un paio di "quasi" là dentro li abbiamo incontrati: stavano andando verso i settori più lontani convinti di seguire la via Principale, erano senza rilievo e col minimo di attrezzatura, inimitabile esempio di comportamento speleologicamente corretto e prudente.
Qualche riga devo comunque scriverla, quindi penso che finirò per elencare pensieri e sensazioni che abbiamo avuto dal momento in cui è nata l'idea di partire per il Veneto a quello in cui siamo risaliti in auto dopo l'ultimo dei brindisi che hanno accompagnato il bruschettone post-Buso.
Situazione 1 (un mese prima dell'escursione): gadget al telefono con jnn: "ho bisogno di parlarti di una cosa, che fai stasera...vengo a mangiare da voi". A prescindere dalla cena scroccata, l'idea era buona: contattare qualcuno di Malo per fare un giro nel buso della Rana.
Situazione 2 (una settimana dopo): gadget al telefono con jnn: "buone notizie: ho mandato una e-mail e mi ha risposto proprio il webmaster, un pezzo grosso...ha detto che ci accompagnano con piacere".
Pensiero 1 (immediato): jnn: "un pezzo grosso...speriamo non sia un rompiballe...perlomeno questa volta mi sono risparmiato la cena".
Situazione 3 (ogni giovedì sera fino alla partenza): nella sede dello Speleo Club: "allora, vieni?" "...forse, non so, te lo dico poi, può darsi...".
Pensiero 2 (ogni giovedì sera fino alla partenza): gadget, jnn, altri: "che due palle, sempre la stessa storia, neanche ti avessi chiesto di venire a scaricare dei sacchi di cemento, ma va a cag...".
Consiglio 1 (giovedì sera prima della partenza): i premurosi che restano a casa: "occhio ragazzi, se piove non entrate".
Consiglio 2 (giovedì sera prima della partenza): gli spiritosi che restano a casa: "occhio ragazzi a non farvi compatire, i Veneti vanno come treni.
Lo squadrone: gadget, il gatto e la volpe, jnn, michelino, ric, ubi, i Pipistrelli ternani Luca e Vittorio.
Pensiero 3 (sabato sera, uscita Schio dall'autostrada, appuntamento con il pezzo grosso): tutti tranne michelino, alla vista di una splendida chioma bionda: "impossibile che quella ragazza aspetti noi...".
Pensiero 4 (sabato sera, uscita Schio dall'autostrada, appuntamento con il pezzo grosso): tutti tranne michelino, alla vista di una seconda splendida chioma bionda che usciva dall'auto in attesa: "impossibile che quelle ragazze aspettino noi...".
Frase memorabile 1 (immediatamente dopo aver capito che la seconda chioma apparteneva a Sandro, la nostra guida, e intuito che la prima era di Simona, sua moglie): michelino: "perchè quelle facce deluse, abbiamo sbagliato strada?".
Pensiero 5 (sabato sera, a cena con Simona, Sandro e Paolo): molti: "sembrano bei tipi questi di Malo, potrebbe esserci andata bene anche questa volta".
Pensiero 6 (sabato notte, in un pub a riammazzare il caffè con Simona, Sandro e Paolo): molti: "sono bei tipi questi di Malo, ci è andata bene anche questa volta".
Episodi significativi che hanno caratterizzato le poche ore che a questo punto della storia mancano all'entrata in grotta: sistemazione materassini e sacchi a pelo nel camerone ricavato sotto il tetto di una parrocchia, pericolosamente vicino ad una cella campanaria; combattimento prima rituale, poi fisico, offerto da ric che come sempre approfitta della sua indiscussa superiorità gravitazionale; micidiale scampanata ad annunciare l'alba; colazione al bar.
E finalmente ci siamo: il buso della Rana, il suo spettacolare ingresso. Fuori c'è il sole, dentro pochissima acqua.
Percorriamo il ramo Principale, passiamo il sifone che blocca i turisti, la sala del Trono e la ferrata sul laghetto di Caronte. Siamo al Trivio, e al camerone dei Massi, quindi a una sala con una cascata (scaletta metallica) e un basso passaggio semiallagato.
A monte della cascata sarebbe possibile inoltrarsi nel bellissimo corridoio delle Stalattiti fino a raggiungere il camerone della Lavina e, più avanti, l'androne terminale...lo so perchè sono tornato laggiù appena una settimana dopo, ero troppo curioso, ma questa è una storia diversa. Si opta così per il cunicolo allagato che ci introduce alla sala Nera e al ramo Attivo di Destra. Una scaletta si trova a fianco di una blanda cascatella; è incredibile pensare ora che la settimana successiva sarei ripassato anche da qui e che il getto d'acqua sarebbe stato talmente fragoroso da rendere inutile ogni tentativo di comunicare col disperato che mi seguiva (potevo approfittarne per abbandonarlo, ma poi un altro presidente dove l'avremmo trovato?).
Si prosegue: sala della Scritta, sala "Pasa" e laminatoio bagnato, poi i rami di Sala Snoopy, il bivacco, la colata bianca, l'inizio del ramo Nero e ancora il bivacco.
Frase memorabile 2 (successiva alla sua centesima inutile domanda e allo sguardo sconfortato degli interpellati Sandro e Paolo): il gatto e la volpe Matteo: "sono un rompicoglioni, vero?".
Sulla via del ritorno. Poco prima della sala Nera deviamo per entrare nel ramo Morto (qui ci aspetta un notevole meandro dove il passaggio è possibile a varie altezze ed è necessario un minimo di attenzione) e, sfiorata la sala da Pranzo, nel ramo dell'Argilla. Resta da percorrere il tratto che noi forestieri consideriamo imperdibile, quello su cui poi si raccontano balle clamorose a chi è rimasto a casa: il ramo delle Marmitte.
Le marmitte ci sono, belle, e pure l'acqua che ci avevano descritto: un centinaio di metri dove ci si deve per forza immergere ed è sempre una sorpresa il livello del liquido gelido che ti aspetta; per quanto ho potuto vedere io in periodi di discreta siccità, oscilla da metà coscia all'ombelico (non sembra tanta la differenza, ma vi assicuro che la nostra curiosa conformazione fisica rende quei pochi centimetri estremamente significativi!).
Ci separano dal cielo azzurro il laghetto di Caronte e il breve laminatoio che scende alla grande galleria d'accesso... maledetto passaggio, mi ci sono infilato una prima volta a testa in giù e l'acqua che mi riempiva gli stivali è uscita da collo e maniche, e, memore della spiacevole esperienza, una seconda volta a piedi in giù, precludendomi così la possibilità di vedere, di rendermi conto che mi stavo tenendo troppo a lato, o meglio di rendermene conto sino al momento in cui sono finito nel laghetto-sifone.
Frase memorabile 3 (a mollo nel laghetto): jnn: "ma vaffan...".
Frase memorabile 4 (all'uscita): ric: "bella, ma mi aspettavo di più"; lo aveva detto qualche giorno prima anche della Camargue, da dove era appena tornato...ha una certa età, la pressione, i primi caldi, in questo periodo lo direbbe anche di un viaggio su Marte!
Del bruschettone ho già parlato, di vino, birra e cannabino (un intruglio da 50 e passa gradi che la barista ha definito "bibita"!) non è il caso; ancora un caffè, un paio di saluti e il lungo rientro.
Si tornerà al buso della Rana, ne vale la pena certamente per conoscerlo meglio, e probabilmente per poter collaborare nei limiti delle possibilità nostre e della disponibilità degli autoctoni alla sua esplorazione, e soprattutto si tornerà in grotta con Simona, Sandro, Paolo, Loris, con gli altri di Malo, magari presto, magari nei nostri gessi, o dai Ternani, a Cittareale, chissà...
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