Questo piccolo manuale di speleologia è pubblicato in Alpinia.net - Cose di montagna. Puoi leggerlo, stamparlo, ignorarlo o consigliarlo a un amico, ma ricorda che "tutti i diritti su testo e immagini sono riservati".
Manuale - 1. Cos'è la speleologia
Subito una definizione enciclopedica: è la scienza che studia l'origine, la morfologia, le caratteristiche fisiche e biologiche delle grotte naturali. E ora il mito, e la storia: probabilmente l'uomo ha iniziato a frequentare il mondo sotterraneo nel momento in cui è sceso definitivamente dagli alberi.
E' indubbio che la protezione offerta da ripari rocciosi più o meno complessi dovesse esercitare nella preistoria un'irresistibile attrazione: in una caverna si potevano contrastare i mutamenti climatici, resistere a pioggia, freddo, caldo, si poteva creare un embrione di vita sociale, evitare l'attacco di belve feroci, o di umani nemici.
"Ingresso del buso della Rana (Malo - Vicenza)"
Non è da trascurare poi la magia ipnotica di questi luoghi, il fascino misterioso che ha indotto l'uomo a lasciarvi incisioni e pitture, raffigurazioni e statuette propiziatorie a testimonianza di riti legati alla fertilità e alle attività venatorie, in parole povere riti dai quali poteva dipendere la sopravvivenza stessa del gruppo.
A seconda delle religioni, dei periodi storici, delle località, si è voluto legare il mondo sotterraneo agli dei, a creature mostruose, al diavolo, a manifestazioni miracolose, e vedere le caverne come luoghi di culto, di sepoltura, sedi di forze occulte, e tane di draghi, streghe, e nascondigli di tesori; fra l'altro un po' ovunque esistono leggende che narrano di persone scomparse in un antro e tornate alla luce a chilometri di distanza, o anni dopo, o mai riemerse.
"Monte Tiscali: resti del villaggio nuragico (Supramonte - Nuoro)"
Da ricordare il racconto in cui Leonardo da Vinci descrive le visite avventurose in due grotte lombarde (la grotta di Fiumelatte e la ghiacciaia di Moncodeno): ci parla di "paura e desiderio", forze opposte capaci di sommarsi, le stesse che ancora oggi spingono tutti noi speleologi; e da segnalare la colossale opera "Mundus subterraneus" (1665) di Athanasius Kircher, che se da un lato continua a immaginare draghi, dall'altro per primo propone interpretazioni fondate su un approccio scientifico: quasi ci siamo!
Studi, ricerche, quindi le prime esplorazioni sistematiche: nel 1841 Lindner raggiungerà il corso sotterraneo del fiume Timavo nell'immenso salone terminale dell'abisso di Trebiciano, a 300 metri di profondità, a conclusione di un'impresa ai confini del possibile; nel 1894 Martel pubblicherà "Les Abimes" (gli Abissi), inventerà il termine speleologia, ci fornirà precise descrizioni e illustrerà le incredibili tecniche che gli hanno permesso di visitare più di 200 cavità, superando pozzi vertiginosi seduto su un'asse di legno, calato a braccia con un grosso canapo, con una candela in mano, evidenziando un coraggio che sconfina ampiamente nell'incoscienza.
Non ci si è più fermati: solo le grotte italiane conosciute sono decine di migliaia, la più profonda al mondo supera i 2000 m di dislivello, la più vasta si sviluppa per oltre 500 km; io ne ho visitate un centinaio... come un turista in Italia che fino ad ora ha toccato un paio di paesini!!
Torniamo alla definizione iniziale: - la speleologia è la scienza che studia l'origine delle grotte: distinguiamo cavità carsiche, tettoniche, vulcaniche, eoliche e marine; ne troviamo in rocce carbonatiche (calcari e dolomie), nel gesso, nei marmi, nel quarzo, nel sale e, ultima frontiera, nel ghiaccio; ognuna di queste tipologie è caratterizzata da fenomeni creativi e tempi di creazione differenti; - ne studia la morfologia: le si scopre, le si disostruisce, le si esplora, le si misura, le si rileva, se ne osserva scientificamente la forma per individuarne la storia, la possibile evoluzione, le prosecuzioni, i collegamenti, l'appartenenza a sistemi idrologici sotterranei; - ne studia le caratteristiche fisiche e biologiche: interessano le rocce, l'aria, e soprattutto l'acqua (basti pensare che l'acqua delle fonti, quella cioè naturalmente potabile, è lo stesso elemento che percorrendo spazi incredibilmente vasti, allargando anfratti, plasmando rocce, sciogliendole e ricomponendole, dà il contributo necessario e fondamentale alla creazione del mondo ipogeo che noi visitiamo; fino a dove l'acqua lo permette, altro non facciamo che seguirne il percorso, passato o presente che sia); interessano poi fauna e flora, e si esamina l'influenza di un tale ambiente estremo sulle caratteristiche psicofisiche dell'uomo.
Capitoli successivi:
2.1 Le grotte: nascita 2.2 Le grotte: evoluzione e morte 3. Le grotte: una classificazione |