Antro del Corchia (Lucca): quarta puntata
Ramo del Fiume verso monte
04/03/2007
Al ramo del Fiume arrivi scendendo lungo la galleria degli Inglesi, lasciando in basso a destra la grande finestra del ramo del Giglio (si nota la corda con nodi che permette di accedervi), quindi in alto a sinistra la galleria della Neve (una vecchia fune consente di accorgersi della presenza della diramazione): passato sotto un caratteristico arco di roccia (appena prima c'è l'attacco del ramo dei Romani, disarmato) puoi vederlo evidentissimo davanti a te, proprio quando la passerella curva a destra. Basta scavalcare la ringhiera metallica e proseguire nella grande galleria mantenendo sempre la stessa direzione (a lungo si procede a fianco di un cavo).
Qualche saliscendi e un paio di saltini, quindi inizi a sentire il frastuono del fiume Vidal. Aldilà di una fenditura nella roccia, un paio di metri sopra a te, che potrebbe per un attimo capitarti di non prendere in considerazione, il percorso torna evidente e logico, anche perchè da lì in avanti ti accompagna quasi sempre il torrente (il letto si mantiene alla tua destra). Superi un traverso con corda fissa e giungi nella sala che si allarga ai piedi dell'imponente pozzo della Fangaia, in cima al quale si misurano in chilometri i rami dei Fiorentini. Nel frattempo il corso d'acqua si è inforrato; guardandoti attorno ti accorgi che è alimentato da una rumorosa cascata che precipita dalle gallerie sovrastanti e segnala il punto in cui la grande parete rocciosa e la sala terminano. Appena prima, con qualche acrobazia puoi oltrepassare la gola, salire di pochi metri e infilarti in una larga spaccatura in forte discesa: in tal modo riesci ad avvicinarti al lago Nero, immobile, silenzioso, affascinante... inquietante.
Quel giorno ci animava un discreto spirito combattivo; qualche settimana prima "frugando" nella zona alla base del pozzo del Portello avevo individuato un buco che pareva "vergine": sotto potevo seguire le pareti concrezionate per qualche metro, poi l'oscurità divorava la luce dei miei led. Ci presentammo sull'invitante pertugio armati di mazzetta e scalpello, ma non fu necessario usarli perchè dopo aver fissato una corda riuscii a forzare il passaggio abbastanza facilmente... nel frattempo, però, avevamo notato tracce che probabilmente non avevo lasciato io la volta precedente... una bella calata di 15 metri circa e la già debole speranza andò in frantumi... sopra sentivo le voci di Luca (Budassi, il Ternano) e "Borchione" (altro simpatico Ternano dal curioso soprannome): - "Allora, come va? Cosa c'è? Sei arrivato?" - "Sì, tutto ok... recupera la corda... poi ti racconto." - "Recupera... in che senso?!?" - "Tirala su, disarma, vi raggiungo passando da un altro punto." Ero piombato sulla passerella della grotta turistica, a pochi metri dall'ultimo salto che viene affrontato in discesa nella traversata classica Eolo-Serpente, quello successivo al pozzo del Portello. Esplorazione terminata ancora prima di iniziare! Occupammo parte del tempo restante seguendo il torrente sotto la galleria che collega i due pozzi indicati (meandri molto belli): senza utilizzare corde arrivammo nuovamente al percorso attrezzato per la visita nel punto in cui questo rasenta una cascata (quindi ora sappiamo che all'occorrenza il pozzetto finale della traversata è bypassabile). Raggiungemmo infine il ramo del Fiume e lo risalimmo per dare un'occhiata all'attacco dei rami dei Fiorentini. |