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Articolo inserito in data 22/11/2008 13:48:34
Grotte in Emilia Romagna
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BUCO I, BUCO II e BUCO III DI MONTE MAURO - 20 novembre 2008

Buco I di Monte Mauro (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'10,5" - E 11°41'55,7"
quota:                  449m slm

Buco II di Monte Mauro (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'10,2" - E 11°41'56,6"
quota:                  460m slm

Buco III di Monte Mauro (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°14'09,8" - E 11°41'56,6"
quota:                  454m slm

- Sono 3 grotticelle situate a pochi metri una dall'altra lungo il sentiero (bandierine bianco-rosse del CAI) che dalla pieve di S.Maria Assunta scende, rasentando a tratti l'orlo delle pareti rocciose sottostanti, verso la strada del monte Mauro.

- Partendo dal basso, a destra del punto in cui la sterrata proveniente da Zattaglia attraversa la cresta cambiando versante, in un paio di minuti si raggiunge il buco I: è impossibile non ricoscerlo perchè il suggestivo antro è stato trasformato in un poco originale santuario rupestre. Aldilà del rustico altarino l'ambiente presto cambia aspetto restringendosi e mostrando chiare origini tettoniche. Si procede in frana tra inquietanti grandi massi che spesso paiono poggiare su pietre poco stabili. Due rametti in salita arrivano in zone in cui si ha la netta impressione di essere vicinissimi alla superficie; si supera un pozzettino di un paio metri in libera e dopo una semplice strettoia ci si ferma nella saletta terminale. La circolazione d'aria è forte, soprattutto nei pressi dei minuscoli rami ascendenti, ma è facile che lo sia perchè ci muove in una frattura collegata con altre parallele e con l'esterno. Bastano 20/30 minuti per visitare tranquillamente ogni pertugio della grotta.

- Pochi passi sul sentiero, quindi si nota a destra una cengetta friabile sulla quale è possibile procedere sfiorando il margine superiore della parete di gesso; qui, sotto una nicchietta rocciosa, si apre il buco III.
A dire la verità non sono sicuro che si tratti del III perchè mentre il suo rilievo è compatibile con gli spazi interni riscontrati, non corrispondono invece i dati della scheda catastale con quelli letti sul mio GPS: succede spesso, ma in questo caso avrei dovuto trovare la grotta quasi 30 metri più a est, e fra l'altro 10 più in basso (può sembrare poco, ma non lo è se si considerano la precisione di Faentini e Mezzanesi, i due gruppi speleologici che hanno lavorato in queste zone, la morfologia della montagna che rende forse impossibile muoversi più a est e il fatto che questo pozzetto è sopra al buco I, vicino, conosciuto e quindi facilmente considerabile come punto di riferimento, mentre dalle quote altimetriche dichiarate risulta che il buco III si trova sotto allo stesso). Non è così importante, ma la mia curiosità mi costringerà a tornare lassù per ripetere misurazione e ricerche... vi farò sapere...
Legando una corda da 10 metri agli alberelli che crescono sull'imbocco si affronta con sufficiente sicurezza il salto di 6/7 metri. Siamo in un crepaccio che subito stringe diventando umanamente improponibile; ignorando il suo punto più basso e percorrendolo invece in orizzontale, ci si può presto accorgere della sua peculiarità: le pareti sono in gran parte bianche, oserei dire candide, ricoperte da una concrezione compatta, ma delicata, una crosta sotto alla quale hanno germinato minuscoli e fragilissimi cristalli... magari si tratterà di una banalità geologica, ma è un angoletto nascosto di Vena del Gesso che mi ha piacevolmente sorpreso.

- Di nuovo sul sentiero, di nuovo pochi passi in salita e si nota la doppia apertura del buco II. Anche in questo caso serve una corda da 10 metri da legare a un albero a scelta (nettamente e piacevolmente più robusti dei precedenti...). In basso il crepaccio pare continuare a scendere, ma è inesorabilmente stretto rendendo così l'ambiente non promettente dal punto di vista speleologico. Mi è sembrato comunque interessante un particolare: tutte le fratture visitate oggi hanno "a naso" la stessa direzione, cioè più o meno parallela a quella della parete rocciosa che caratterizza il versante sud del monte Mauro; se qui, però, invece di scendere giù ci infiliamo nella brevissima galleria che appena entrati si apre di fronte, ne scopriamo una regolare, profonda, perfettamente perpendicolare alle altre.

- ... tutto il resto mi è sfuggito, tranne la presenza di qualche pipistrello.

"Buco I di Monte Mauro"

 

"Buco I di Monte Mauro"

 

"Buco I di Monte Mauro"

 

"Buco I di Monte Mauro"

 

"Buco II di Monte Mauro"

 

"Buco II di Monte Mauro"

 

"Buco III di Monte Mauro"

 

"Buco III di Monte Mauro"

 

"Buco III di Monte Mauro"

 

"Buco III di Monte Mauro"

 

"Buco III di Monte Mauro"

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