E' un album interessante. Caparezza ha alcune qualità notevoli e qui riesce a renderle tutte evidenti: è intelligente, simpatico, arguto, capace di giocare con rabbia e ironia, ritmi, rime e parole. I testi che scrive non sono mai banali, sempre velocissimi, diretti, a volte amari, sarcastici, e la musica coinvolge, trasporta saltando dal rock alla taranta pur rimanendo sempre legata alle radici rap; bersagli sono le brutture della nostra società, soprattutto l'appiattimento delle coscienze, la povertà intellettuale e morale che rende preziosi oggetti e pensieri insulsi, che crea mostri, si nutre di luoghi comuni, di ambizioni sterili che possono solo portare a una decadenza interiore ed esteriore.
"Eroe (storia di Luigi delle Bicocche)" è il brano trainante, incalzante, splendido, e parla di lavoro precario, di sopprusi, della lotta quotidiana per mantenere una famiglia restando onesto; da segnalare poi i versi bellissimi e graffianti di "Non mettere le mani in tasca", l'ironia amara e velenosa di "Vieni a ballare in Puglia", una allegra taranta, appositamente l'allegra taranta che tanto piace ai turisti, che però questa volta agghiaccia se realmente la si ascolta: "Turista tu balli e tu canti, io conto i defunti di questo paese", "E' vero, qui si fa festa, ma la gente è depressa e scarica. Ho un amico che per ammazzarsi ha dovuto farsi assumere in fabbrica", "O Puglia Puglia mia tu Puglia mia, ti porto sempre nel cuore quando vado via e subito penso che potrei morire senza te. E subito penso che potrei morire anche con te".
Notevole il ritmo di "Abiura di me" e soprattutto quello travolgente di "Bonobo power", con un testo micidiale dove il tono scherzoso diventa sarcastico, quindi rabbioso nell'attacco all'ipocrisia, soprattutto in campo sessuale, di "... religiosi, intellettuali e politici benpensanti!", causa di discriminazioni e repressioni, dell'insoddisfazione che alimenta l'aggressività e nella società moderna finisce per diventare violenza contro il debole, o il presunto diverso.
Altri brani significativi: "La rivoluzione del Sessintutto", simpatica e brutale rappresentazione della odierna banalizzazione del sesso, "La grande opera", micidiale denuncia in forma di presa per i fondelli agli speculatori edilizi, e ai politici e alla "credulità popolare" che permettono loro di portare avanti inutili e pericolosi progetti tipo "... ponti da 3000 metri e rotti, buoni come i soffitti tenuti con i cerotti", poi "Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti" e "Io diventerò qualcuno".
I testi di Caparezza sono sempre da ascoltare, ed è piacevole farlo perchè la musica che li accompagna diverte, trasmette energia. Ideale sarebbe assistere a un suo concerto (io l'ho visto a Pesaro due anni e mezzo fa) dove poter apprezzare anche la sua simpatia travolgente... in un luogo però con una buona acustica perchè la velocità di versi e rime a volte può renderne complicata la comprensione!
+ La rivoluzione del Sessintutto + Ulisse (You Listen) ++ Non mettere le mani in tasca + Pimpami la storia + Ilaria condizionata + La grande opera +++ Vieni a ballare in Puglia ++ Abiura di me + Cacca nello spazio + Il circo delle pantegane + Un vero uomo dovrebbe lavare i piatti + Io diventerò qualcuno +++ Eroe (storia di Luigi delle Bicocche) ++ Bonobo power |