Home

gianlucacarboni.it


° Speleologia
° Alpinismo
° Arrampicata
° Escursionismo
° Torrentismo
° Turismo culturale
° Musica


 
stampa questa pagina web | . 1632117
 
Articolo inserito in data 10/01/2009 20:55:34
Grotte in Emilia Romagna
letto 1519 volte in 5797 giorni (0,26)
ABISSO CASELLA - 25 gennaio 2004

Abisso Casella (Ravenna)

coordinate ED50: N 44°13'33,5" - E 11°45'38,4"
quota:                  293m slm

- Si trova sulla cresta della collina a ovest della rocca di Brisighella e del santuario del Monticino, la stessa caratterizzata dalla presenza nel suo versante sud-est dell'ex-cava del Monticino.

- Vi si arriva percorrendo il sentiero 511 che da Brisighella va al parco naturale Carnè e porta poi alla cima del monte Mauro: si parcheggia nella seconda piazzola a destra (quella del buco del Noce) dopo aver raggiunto il crinale sulla strada che collega lo stesso paese a Riolo Terme, a 2,1 km dal punto in cui vi si immette lasciando la statale della valle del Lamone, quindi si risale blandamente il dosso sul lato opposto seguendo a destra l'evidente traccia (segnavia CAI) che rasenta la parte superiore della cava (steccato a sinistra), con belle viste verso la rocca, la torretta con l'orologio e il santuario. In 5 minuti, superato un brevissimo tratto ripido e scivoloso, si raggiunge il filo spinato che recinge l'inquietante ingresso.
Altra possibilità: si parcheggia nella terza piazzola a destra, 200 metri oltre la precedente, e si sale sull'argine aldilà della strada, quello che nasconde alla vista la profonda, cupa, selvaggia dolina della Rosa-Saviotti. Ci si inerpica a destra sulla traccia che porta all'abisso Acquaviva e in un paio di minuti si arriva a un bivio nel bosco; andando in piano a sinistra per un centinaio di metri si raggiunge l'ingresso recintato.

- Basta avvicinarsi a questo sprofondamento mimetizzato dalla vegetazione per comprendere la sua pericolosità: è una micidiale trappola naturale.

- L'imbuto fortemente inclinato che abbiamo davanti è un P6 alla cui base si apre un bel pozzo (P22). Abbiamo utilizzato una corda da 40m sfruttando un albero robusto e gli attacchi non troppo tranquilli trovati all'imbocco della verticale maggiore.
Atterriamo alla base di un crepaccio che seguiamo per una ventina di metri e man mano si stringe; attorno sono evidenti i segni di disostruzione. Dopo una curva secca a destra diventa un anfratto impercorribile; mi è parso che l'aria fosse in ogni punto completamente immobile e reputo quindi minima la possibilità di successo di un'eventuale futura esplorazione.

...

     
gianlucacarboni.it © Copyright 2008-2024      Tutti i diritti su testi e immagini sono riservati