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Articolo inserito in data 17/01/2009 15:42:17
I miei 4000
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Gruppo del Rosa - dalla PUNTA GIORDANI alla VINCENT e alla GNIFETTI

Gruppo del Rosa - PUNTA GIORDANI (4046m), PIRAMIDE VINCENT (4215m), PUNTA GNIFETTI (4554m)

30/06/2004 e 01/07/2004

Punta Giordani (4046m): via Normale (gruppo del Rosa - Aosta)
Piramide Vincent (4215m): versante SE e dosso N (gruppo del Rosa - Aosta - Vercelli)
Punta Gnifetti (Signalkuppe) (4554m): via Normale (gruppo del Rosa - Svizzera)

Cime:

Punta Giordani (4046m) - "Quattromila effettivo" (02)
Piramide Vincent (4215m)
- "Quattromila effettivo" (03)
Punta Gnifetti (Signalkuppe) (4554m)
- "Quattromila effettivo" (04)
Balmenhorn (4167m) - sommità "secondaria" (02)

Percorsi:

1) Passo dei Salati - colle superiore delle Pisse - punta Indren - rifugio Città di Mantova
tempo impiegato: 2h 15'
dislivello in salita: 650m

2) Rifugio Città di Mantova - ghiacciaio d'Indren - punta Giordani - piramide Vincent - colle Vincent - Balmenhorn - colle del Lys - punta Gnifetti - colle del Lys - rifugio Città di Mantova - punta Indren - colle superiore delle Pisse - passo dei Salati
tempo impiegato: 11h 00'
dislivello in salita: 1550m

Nota 1: in realtà avremmo dovuto compiere il percorso in cresta includendo anche corno Nero, Ludwigshohe e punta Parrot prima di raggiungere la punta Gnifetti, ma un peggioramento improvviso del tempo ci ha costretto a rinunciare alle 3 cime intermedie e a ripiegare sulla via Normale dell'ultima

Nota 2: al passo dei Salati ci ha portato ed è venuto a prenderci da Stafal (Gressoney-la-Trinitè) un fuoristrada-taxi perchè gli impianti di risalita erano chiusi

Tratti alpinistici:

- Normale della punta Giordani: F+
- versante SE della piramide Vincent: PD
- dosso N della piramide Vincent: F+
- Normale della punta Gnifetti: F+

Nota: sono presenti corde fisse per salire sul Balmenhorn

1° giorno

Dal passo dei Salati (2936m) andiamo verso nord sul sentiero 5. Il percorso è accidentato, a volte un poco esposto, ma semplice e in brevi tratti attrezzato. Procedendo su cresta miriamo la cima dello Stolemberg, la lasciamo però a destra spostandoci sul suo versante occidentale e aldilà raggiungiamo su sfaciumi il colle superiore delle Pisse, quindi la stazione della funivia di punta Indren (3260m; 1h 00').
Ora su evidenti tracce facciamo una larga curva verso ovest attraversando la parte finale del ghiacciaio d'Indren. Occorre tenersi poi a sinistra per aggirare una sovrastante barriera rocciosa e infine deviare verso nord salendo fra roccette e neve verso l'oramai visibile rifugio (3470m; 1h 15' - 2h 15').

Pernottamento nel rifugio Città di Mantova (3470m): è un rifugio tranquillo, con un buon servizio, in bella posizione panoramica (notevoli vedute del Lyskamm e del ghiacciaio del Lys, della piramide Vincent e verso le cime a sud).

2° giorno

Partiamo alle 4.45.
Scendiamo velocemente sul sentiero del giorno prima e raggiungiamo il ghiacciaio d'Indren; calziamo i ramponi, ci leghiamo e lo risaliamo seguendo la flebile traccia che si mantiene prima a destra, quindi pare restare più al centro dello stesso. Nei tratti ripidi la progressione è faticosa, ma in generale piuttosto tranquilla; in alto curviamo a destra mirando quella che da lì pare un'insignificante cimetta rocciosa che emerge di poco dal ghiaccio e dalla cresta SE della maestosa piramide Vincent: è la punta Giordani, che da sud-est ha un aspetto ben più elegante e imponente.
Dalla vetta (4046m; 2h 45') è spettacolare la vista verso le poderose pareti che delimitano il ghiacciaio delle Piode (di fronte c'è la piramide, poi si distinguono il corno Nero, la Ludwigshohe, la punta Parrot e, più lontana, la punta Gnifetti) e l'impressionante seraccata che precipita dal colle Vincent.
Retrocediamo sul ghiacciaio rasentando la linea di brusco cambio di pendenza del versante SE della piramide Vincent, fino a individuare il punto dal quale sembra più semplice attaccare il ripido pendio fra rocce, chiazze e lingue di neve indurita; inizialmente il percorso è più complesso, poi torna a essere abbastanza evidente, anche se faticoso, e riusciamo a raggiungere la cima (4215m; 1h 15' - 4h 00') senza troppe difficoltà.
E' una montagna piuttosto bella (lo si notava già dal rifugio) e dalla calotta sommitale è splendido il panorama circolare (da segnalare le viste verso gli altri 4000 del massiccio del Rosa, i Lyskamm e sul ghiacciaio del Lys).

Scendiamo lungo il tranquillo dosso N prendendo come riferimento l'armoniosa sella del colle Vincent e dai pressi di questa proseguiamo nella stessa direzione per curvare però subito dopo a sinistra (in tutta la zona credo sia probabile la presenza di crepacci nascosti, per cui consiglio un'attenzione maggiore): nostra meta è il Balmenhorn, la pittoresca isola rocciosa che solitaria emerge dal ghiacciaio del Lys. Ne raggiungiamo la cima (4167m; 0h 45' - 4h 45') risalendo un breve canalino arrampicabile (III) poco distante dalle corde fisse, che utilizziamo solo sopra (... sotto c'era la fila!).
In pochi metri vi sorgono il piccolo bivacco Giordano e la grande statua in bronzo conosciuta come "Cristo delle vette".

Sto riposando seduto ai piedi del monumento, mangiando distrattamente un panino e osservando la lontana punta Dufour: è bellissima, massiccia, una colossale montagna di roccia divisa in due parti uguali dalla spettacolare cresta Rey che senza interruzioni sale fino alla vetta. Molto più vicino la prossima meta, il corno Nero, mi sembra avere un aspetto particolarmente arcigno quando... scompare! Nel frattempo mi si è avvicinato Ernesto: è esageratamente più forte e bravo di me, ma oggi non sta molto bene e ha provato invano a riprendersi nel rifugiotto; insieme ci rendiamo conto che le nubi calate all'improvviso hanno lasciato visibili solo le rocce attorno e che la brezza frizzante fino a quel momento leggermente fastidiosa sta aumentando di intensità.
Decidiamo di scendere sul ghiacciaio e lì aspettare per qualche minuto l'evolversi della situazione.

La visibilità continua a essere quasi nulla; è impossibile proseguire verso il corno Nero per cui Ernesto suggerisce di salire fino al colle del Lys dove avremmo certamente trovato tracce rassicuranti (vi passa la battutissima via Normale della punta Gnifetti).
Ancora non vi siamo arrivati che incontriamo una cordata di alpinisti svizzeri condotta da una guida: sta controllando le indicazioni di un GPS e ha intenzione di raggiungere il rifugio Margherita, proprio sulla punta Gnifetti. Pare piuttosto sicura di sè, e lo è pure il mio compagno di cordata, che però mi chiede cosa preferisca fare io... decido in un attimo di approfittare del "trenino" che già sta sparendo nella nebbia mirando una vetta che in quel momento è reale solo in un piccolo schermo...

A causa delle condizioni meteorologiche ho notato pochi particolari del percorso: dal colle del Lys scendiamo blandamente, quindi torniamo a salire con gradualità su traccia ben battuta. Nella parte finale curviamo nettamente a destra e il pendio diventa ripido e faticoso.
Nei brevi momenti di pausa, fondamentali per riprendere a respirare regolarmente, provo a scattare alcune fotografie a punte e creste che all'improvviso appaiono e altrettanto rapidamente vengono inghiottite da un ipnotico velo grigio, quasi le avessi solo immaginate.
Il vento è forte e il freddo non scherza quando tocchiamo la cima (4554m; 2h 15' - 7h 00') su cui sorge il rifugio Margherita, il più alto d'Europa.
Dentro c'è gente; nessuno scenderà in giornata.

Pranziamo con gli altri, aspettiamo un'oretta riposandoci e discutendo sul da farsi. Il nostro abbigliamento è adeguato a quota e condizioni, ma non siamo certi che sia una buona idea affrontare il ritorno con un tempo simile, soprattutto a causa della difficoltà a orientarci che potremmo avere durante il lungo attraversamento della testata del Grenzgletscher, fra Zumstein, Gnifetti e Parrot.
Ernesto ha qualche disturbo fisico, ma è tranquillo, certo di riconoscere la via; so che è abituato ad affrontare situazioni ben peggiori di questa, e poi mi preoccupa maggiormente una eventuale seconda notte in rifugio, e a quota notevole, di quanto ci potrebbe aspettare fuori, così decidiamo di partire.

A tratti è addirittura difficile capire se stiamo scendendo o salendo tanta è la fatica a procedere. Due volte le raffiche di vento mi sbattono a terra, ma riesco a sopportare facilmente il freddo, che suppongo quindi non essere polare. Le nubi corrono velocissime graffiandoci il volto con le minuscole particelle di ghiaccio che trasportano, e se ne va sparendo nella nebbia anche la mia cuffietta di lana rimasta senza la protezione del cappuccio della giacca quasi strappato un attimo prima dalla stessa. Mi spaventa l'idea che se si fosse trattato di un percorso in cresta non avremmo avuto speranza di cavarcela, ma mi conforta la certezza che in quel caso avremmo deciso di pernottare al rifugio.

Superiamo il colle del Lys e la natura clemente decide di concederci una tregua; Ernesto è stato formidabile, ma non ho mai avuto dubbi sulle sue capacità. Ora è semplice scendere lungo il ghiacciaio del Lys mantenendosi a destra del Balmenhorn, avvicinarsi poi alla piramide Vincent (seraccata a sinistra) e sempre andando a sud rasentare il rifugio Gnifetti. Sembra un sogno quando entriamo nel Città di Mantova (3470m; 2h 30' - 9h 30').
Partiamo subito perchè rischiamo di mancare all'appuntamento col fuoristrada-taxi al passo dei Salati, che raggiungiamo percorrendo a ritroso il sentiero del giorno precedente (2936m; 1h 30' - 11h 00').

Da notare il vento fortissimo sulla cresta dello Stolemberg, la brezza a Stafal, il cielo sereno e l'afa fastidiosa a Chatillon 2 ore dopo, dove chi ci aspettava neppure ha avuto sentore del cambiamento improvviso del tempo avvenuto in giornata... quattromila metri più in alto...

"Ernesto Cocchetti, amico e guida alpina della val Seriana, nei pressi del colle superiore delle Pisse"

 

"Ernesto sul ghiacciaio d'Indren, andando verso il rifugio Città di Mantova"

 

"Alpinisti sul ghiacciaio d'Indren, andando verso il rifugio Città di Mantova"

 

"Piramide Vincent e, a destra, punta Giordani (dal rifugio Città di Mantova)"

 

"Lyskamm e ghiacciaio del Lys (dal rifugio Città di Mantova)"

 

"Ernesto sul ghiacciaio d'Indren, andando verso la punta Giordani"

 

"Ernesto davanti alla cima della punta Giordani"

 

"Piramide Vincent (dalla cima della punta Giordani)"

 

"Colle Vincent, corno Nero e Ludwigshohe (dalla cima della punta Giordani)"

 

"Punta Parrot e punta Gnifetti (dalla cima della punta Giordani)"

 

"Ernesto sulla cima della punta Giordani (in fondo: corno Nero e Ludwigshohe)"

 

"Corno Nero e Ludwigshohe (dalla cima della piramide Vincent)"

 

"Ernesto sulla cima della piramide Vincent (in fondo: Lyskamm orientale)"

 

"Colle Vincent, corno Nero, Ludwigshohe e punta Parrot (dal dosso N della piramide Vincent)"

 

"Ernesto davanti al Balmenhorn"

 

"Ghiacciaio del Lys e spalla del Lyskamm orientale (dalla cima del Balmenhorn)"

 

"Cima del Balmenhorn (in fondo: punta Dufour)"

 

"Punta Gnifetti (dalla via Normale)"

 

"Capanna Margherita sulla cima della punta Gnifetti (dalla via Normale)"

 

"Ernesto davanti al Balmenhorn, scendendo verso il rifugio Gnifetti"

 

"Seraccata nel versante nord-occidentale della piramide Vincent"

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