Campo speleologico del maggio 2008
Periodaccio, questo: tiro avanti con calmanti in attesa di un'operazione chirurgica che riuscirò a fare solo a fine estate. Decidiamo però di partire ugualmente in 3 per il campo speleologico di Cittareale, raduno organizzato dagli speleologi ternani nei pressi dell'omonima grotta oramai da anni in esplorazione. Mi convinco perchè la voglia di vedere e "combinare qualcosa" con Luca Budassi e gli altri Umbri è sempre tanta, perchè assieme a Matteo verrà Sandra (così avrò la certezza che ritorneremo il giorno previsto e in condizioni accettabili...), perchè se riuscirò a infilare qualche ora consecutiva senza dolori una puntata a -3/400 non me la leverà nessuno, e infine perchè peggio di così, schiavo di pillole, gocce e fitte lancinanti spesso improvvise, non potrà andare...
E invece no, poteva anche andare peggio!!
Il primo giorno è di ambientamento: piantiamo le due tende e facciamo una miriade di chiacchiere. Incontriamo molti ragazzi del gruppo "Pipistrelli" di Terni, tutte belle persone, e qualcuno del nostro di Forlì, in particolare siamo arrivati assieme a Raffaella e Davide che eroicamente hanno affrontato il viaggio da non so dove (li abbiamo aspettati al bar del paese, loro hanno tardato un po' e per noi che nel locale abbiamo ingannato il tempo è stato poi difficile capire i loro discorsi...) con la mitica, immortale "furga d'epoca"...
Il secondo giorno sono ancora vivo, per cui decido di andare in grotta. Itinerario previsto: ramo del Nocciolo, traverso sui pozzi Praga, Arco naturale, galleria Nera, ramo dell'Assassino, galleria Verde e sala di Smog, cioè uno dei fondi a quota -450. Subito mi rendo conto che sarà già un successo se arriveremo a metà strada: troppa gente, troppo lenti, alcuni troppo demotivati, uno troppo ubriaco...
All'Arco naturale ci dividiamo: in 3 proseguiamo (... c'è anche l'ubriaco...) mentre gli altri tornano su. E' tardi e giunti non so a che punto del ramo dell'Assassino, alla base di uno splendido, grande pozzo di oltre 40 metri in parte nel vuoto, caratterizzato in alto dalla presenza di un brutto scivolo su roccia rotta e seguito da una piccola galleria discendente e da un salto di qualche metro, decidiamo di fermarci e risalire.
Non c'è modo di ripararsi e improvvisamente una frana micidiale ci piomba addosso proprio lì; una serie di macigni passa a 20 centimetri da noi che abbiamo potuto solo schiacciarci contro la parete, invadendo il breve tunnel e schiantandosi in fondo al pozzetto successivo. Ho sentito un rumore mostruoso, simile a quello di una valanga, ma amplificato e reso agghiacciante dalla grandezza dell'ambiente, e percepito chiaramente lo spostamento d'aria causato dal pietrame che mi rotolava a fianco. Ci ha colpito qualche minuscolo sassetto... un "culo" esagerato!
Il terzo giorno non sono in condizioni tali da muovermi, per cui mi limito a guardare il gruppo di escursionisti che parte per la grande dolina che si trova sul largo crinale del monte Pozzoni e altri che mirano la grotta con intenzioni bellicose, e soprattutto a "fare salotto" con i meno avventurosi, o i più saggi. Smontiamo le tende; un ultimo piacevole giro dei bar di Cittareale e poi, verso le 18, la partenza per tornare in Romagna.
Questa è la seconda volta che vengo quaggiù, e la seconda volta che per vari motivi in pratica "toppo" l'uscita... là sotto ci sono chilometri di ambienti, almeno 2 fondi alla stessa quota, zone che meriterebbero un esame accurato e io fino ad ora non ho visto quasi nulla... comunque... ... poteva anche andare peggio!!
Alcune foto sono di Matteo Savorelli, dello Speleo Club Forlì |