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Articolo inserito in data 08/11/2009 16:23:34
Libri: recensioni
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JOHN FANTE - "Aspetta primavera, Bandini"

John Fante

"Aspetta primavera, Bandini"

Romanzo in parte autobiografico, in ordine cronologico (non di stesura) il primo della serie incentrata su Arturo Bandini, alter-ego dello scrittore.
Nell'immaginario paese di Rocklin, in Colorado, due sono i protagonisti di questo intenso, significativo ritratto di una famiglia di poveri emigranti italiani: il padre, Svevo, un muratore che in quel freddo inverno della fine degli anni '20 non può lavorare a causa della neve, e Arturo, il figlio. Alcuni episodi descritti sono splendidi, drammatici, malinconici perchè estremamente realistici nella loro semplicità; uno per tutti: la scena della madre che attende in un negozio, ignorata e umiliata, nella speranza di ottenere a credito, ancora una volta, il cibo necessario per i figli.
   

Svevo Bandini ama la propria famiglia, la moglie Maria, devota, paziente, legata a lui in modo quasi morboso, e i tre figli, ma vive con un forte disagio la propria situazione di emigrato sommerso dai debiti e senza lavoro a causa del rigido inverno. A volte si ubriaca o perde giocando a carte i pochi soldi che ha. Qualche giorno prima di Natale se ne va momentaneamente di casa approfittando dell’arrivo dell’odiata suocera che da sempre lo disprezza.
Arturo, un ragazzo semplice con atteggiamenti e pensieri contradittori, capace di atti egoistici, relativamente crudeli e di repentini pentimenti, di piccoli gesti vandalici, la cui aggressività è causata più da insoddisfazione e immaturità che da cattiveria, ammira quelle che per lui sono la determinazione e la forza del padre, fino ad essere orgoglioso del suo tradimento con una vedova ricca e bella, ma contemporaneamente lo teme e lo odia perché col suo comportamento fa soffrire la madre.
Maria è distrutta dall’assenza del marito, resta in uno stato di terribile apatia durante il quale è Arturo a tentare di prendersi cura di lei e dei fratelli minori; nel frattempo trova anch’egli un modo per fuggire dalla triste realtà della propria famiglia immaginandosi un’ingenua storia d’amore con Rosa, una compagna di classe.
Svevo prova a tornare a casa dopo una decina di giorni, coi soldi guadagnati lavorando per la donna della quale è stato amante, ma Maria con inaspettata e fulminea violenza gli pianta le unghie nel viso, lo costringe ad andarsene, quasi a fuggire, e brucia i soldi nella stufa.
Seguono momenti drammatici, di miseria assoluta, con la madre in uno stato di prostrazione fisico e mentale che pare irrecuperabile. Arturo le sottrae un piccolo gioiello e lo regala a Rosa che sdegnosamente lo rifiuta accusandolo di furto; lui reagisce con rabbia spingendo la ragazza e facendola cadere, poi fugge gettando via il cammeo.
Al ritorno a scuola dopo le vacanze di Natale, Rosa è assente.
Le giornate sono sempre più meste e avvilenti. Il padre occupa una camera in casa della vedova; Arturo lo va a cercare, quindi inganna la madre raccontandole di averlo incontrato, che abita in una camera d’albergo con l’amico Rocco, che è sofferente e depresso a causa della loro situazione. Lei rinasce, riprende la vita normale, permette e attende il ritorno di Svevo. A scuola arriva la notizia della morte di Rosa per polmonite.
Il tempo passa però e il padre è ancora fuori casa; Arturo, col grosso cane randagio che ha adottato, raggiunge la villa della vedova senza ben sapere cosa fare...

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