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Articolo inserito in data 08/12/2009 22:56:01
Area di Frasassi
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BUCO CATTIVO e MONTE VALMONTAGNANA - 19 novembre 2009

Buco Cattivo (Ancona): seconda puntata

Sentiero per l'ingresso Fiorini (ingresso basso)

19/11/2009

Questa è per vari motivi una delle grotte più interessanti della zona di Frasassi.
Intanto è estesa, molto bella e articolata; propone poi ambienti differenti e passaggi non banali, come ad esempio il celeberrimo tratto allagato dove occorre usare la muta - ci si immerge fino al torace e si procede a lungo in tali condizioni - o per i più "tosti" muoversi rapidamente in mutande...
Soprattutto però si trova all'interno del monte Valmontagnana, lo stesso del complesso carsico Fiume-Vento (le turistiche di Frasassi, per intenderci), in gran parte 200 metri circa più in alto. Le due grandi grotte sono spesso sovrapposte, ma purtroppo hanno un andamento prevalentemente orizzontale e i numerosi tentativi di congiungerle sono per ora falliti. Non si contano le esplorazioni che hanno portato e stanno portando alla scoperta di notevolissimi rami nuovi, che aumentano di non poco lo sviluppo di entrambe, ma che pure sembrano confermare il reciproco ignorarsi delle stesse.
Credo che ad oggi la distanza minima fra Cattivo e Fiume-Vento sia attorno ai 100 metri.
Forse favorirebbe l'evoluzione conoscitiva di questi ambienti ipogei la pubblicazione di rilievi precisi e aggiornati, ma temo che un tale passo in avanti mai verrà compiuto (a me è capitato, all'interno di una delle due, di incontrare speleologi evidentemente esperti della zona, ma che fingendo di non conoscerla mi hanno negato informazioni banali... fra l'altro commettendo un errore ingenuo perchè ho trovato ugualmente il luogo che mi interessava, frugando però un po' ovunque e individuando così anche collegamenti e prosecuzioni che mai avrei cercato, e soprattutto una stuzzicante "risalita vergine" che se porterà da qualche parte dedicherò a loro...).

Pubblicherò in seguito la relazione relativa alla mia prima sgangherata avventura al buco Cattivo; qui voglio più che altro fornire la descrizione precisa del sentiero per raggiungerne l'ingresso basso, il Fiorini.

- Attraversiamo in auto il centro del paese di San Vittore delle Chiuse, lasciando a destra la splendida abbazia. Passiamo sotto a un cavalcavia (a sinistra abbiamo il torrente Sentino) e appena prima di un passaggio a livello ci immettiamo nella stradina che sale a destra e presto diventa sterrata (indicazione stradale per Vallerapara).
Passiamo a sinistra della frazione di Palombare di Ferro ignorando i due viottoli d'accesso alla stessa, e poco dopo parcheggiamo in uno slargo nei pressi di una larga curva a sinistra; da qui si stacca a destra una pista che si infila in una valletta: è quella sulla quale proseguiremo a piedi.

coordinate ED50: N 43°23'37,3" - E 12°58'36,1" (inizio pista)
quota:                  224m slm

- Ci teniamo a sinistra al primo incrocio e presto troviamo una seconda biforcazione: restando a sinistra entreremmo subito nel bosco (è il sentiero che porta dopo un micidiale ghiaione alla grotta dell'Infinito e al buco del Tasso, ingresso alto del buco Cattivo, e che descriverò in una prossima relazione), ma noi andiamo a destra verso un evidente prato che attraversiamo su traccia.

coordinate ED50: N 43°23'34,7" - E 12°58'28,9" (seconda biforcazione)
quota:                  249m slm

- Un breve tratto in salita nel bosco precede la scoraggiante pietraia che rende questo avvicinamento un piccolo calvario, specialmente se è caldo e sulla schiena si stanno trasportando pesanti sacchi. Si tratta di una caratteristica lingua di mobili detriti biancastri, in discreta pendenza, che va risalita fino al suo termine: ad ogni metro di faticoso avanzamento verso l'alto ne corrisponde almeno mezzo di infame slittamento verso il basso!
Da notare che occorre tenersi a sinistra (sempre sul pietrame biancastro) di fronte a una possibile diramazione, e che nella parte superiore, a sinistra della lingua maledetta, una labile traccia aiuta non poco a guadagnare quota.
In cima il sentierino va a destra (nel tronco di un albero è legato un vecchio nastro segnaletico, ma in ogni caso si scorge facilmente la prima corda fissa, sistemata qualche metro più avanti per superare una paretina rocciosa appoggiata).

coordinate ED50: N 43°23'33,6" - E 12°58'18,7" (capo inferiore della prima corda fissa)
quota:                  373m slm

- A questa seguono un canapone, una breve cengetta rocciosa a destra e una seconda corda.
Ora la traccia è ben battuta e per un po' va in piano verso destra, poi curva a sinistra e rasentando pareti di roccia riprende a salire ripidamente. Fino a qui, ogni tanto, abbiamo incontrato nastri segnalatori legati a trochi e scoloriti segnavia rossi.
Ci fermiamo di fronte a un bivio: a sinistra, appena più in alto, si apre un'evidente grotticella, ma noi andiamo a destra confortati dall'opaca freccia verniciata su un masso.

coordinate ED50: N 43°23'34,5" - E 12°58'15,0" (bivio sotto alla grotticella)
quota:                  440m slm

- In successione troviamo: corda, traccia a destra (in alto si nota un androne), corda e canapone. A questo punto abbiamo a destra un sentierino (vedi sotto), segnato con nastri bianco-rossi, che rasenta la base di una fascia rocciosa, e di fronte l'ultima, breve corda da risalire per giungere all'ingresso Fiorini.

coordinate ED50: N 43°23'35,0" - E 12°58'14,0" (ingresso Fiorini del buco Cattivo)
quota:                  479m slm

- E' stato quindi necessario superare 250 metri di dislivello, camminando, issandosi, mugugnando per 45', ma alla fine siamo arrivati alla meta.
Gli ultimi 2 punti presi col GPS potrebbero essere relativamente precisi a causa del ristretto spicchio di cielo sfruttato (lo strumento segnava una sufficiente tolleranza di 12 metri); va considerato però che per chi non conosce la zona le possibilità di errore sono principalmente nella parte bassa dell'itinerario, cioè nell'individuazione della pista iniziale (partenza) e della giusta direzione nei pochi bivi, poi sopra alla lingua detritica il percorso diventa evidente.

 

Tempo addietro, non ricordo chi, ma certamente qualcuno che incontrai all'ingresso del Tasso (ingresso alto del Cattivo), mi disse che un sentierino non semplice da trovare collega direttamente lo stesso al Fiorini. Memore di ciò ho suggerito di tornare alla base dell'ultima corda e seguire la traccia che avevamo notato prima di salire. Per un certo tratto non abbiamo avuto problemi a individuare il percorso grazie alla presenza di nastri bianco-rossi legati ad alberi e rari bollini di vernice rossa: abbiamo traversato verso destra, poi guadagnato rapidamente quota a sinistra e superato una crestina rocciosa. A un bivio siamo andati a sinistra raggiungendo di nuovo la cresta secondaria, ci siamo tenuti un po' a sinistra, quindi un po' a destra guidati dai segnali, infine abbiamo tagliato decisamente verso sinistra nel bosco, in piano. Siamo così arrivati a una lingua di detriti e qui non ci è stato più possibile riconoscere la via. Probabilmente non eravamo distanti dal buco del Tasso, ma non abbiamo visto alcun punto di riferimento, ne' riscontrato tracce di passaggio... in futuro ritenteremo partendo dall'alto.

Non sapendo cosa fare, abbiamo deciso di proseguire lungo la linea di massima pendenza, sfruttando anche le piste dei cinghiali (che abbiamo incrociato un paio di volte...). Sopra a una facile fascia rocciosa siamo sbucati in una radura; abbiamo continuato a salire tenendoci a sinistra, poi attraversato un bosco di conifere deviando a destra e finalmente siamo arrivati a una strada sterrata, proprio di fronte alla cima erbosa del monte Valmontagnana, per "conquistare" la quale sono stati necessari altri 5 minuti di ripido cammino.

coordinate ED50: N 43°23'26,5" - E 12°57'39,3" (cima)
quota:                  930m slm

Da lassù il panorama circolare è notevole; noi abbiamo avuto la fortuna di ammirarlo con un fitto mare di nuvole basse che facevano sembrare sospese nel nulla le montagne attorno... spettacolo magico, meraviglioso, impossibile da descrivere! 

Nota: siamo partiti a piedi dal paese di San Vittore delle Chiuse e giunti in vetta lungo questo atipico itinerario in 2h30', superando un dislivello di 730 metri (chi lo volesse ripetere, tenga presente che è necessario sapersi orientare e muovere su terreno scosceso e accidentato).

Per rientrare abbiamo sfruttato la strada andando a sinistra (nord): rasentato il casolare Romei abbiamo continuato in blanda discesa ignorando la deviazione a destra nel vicino tornante, quindi, dopo una larga curva a destra (poco prima di questa esiste una scorciatoia segnalata con un bollino scolorito), proseguito dritto (da sinistra giunge una pista chiusa da una sbarra) passando così a fianco dell'interessante cava Fiaoni, abbandonata. Al termine del taglio nella roccia una freccia in legno (146A) indica la diramazione da prendere a destra; poco più avanti abbiamo trovato il bivio dove un'altra freccia (146 San Vittore) ci ha permesso di identificare, sempre a destra, il sentiero cercato. Da qui in poi i segnavia sono presenti e puntuali.

Ancora un incrocio e ancora una freccia (146 San Vittore), per fortuna...: si scende a sinistra.
Nel tratto che segue occorre fare attenzione: un breve pendio roccioso, scivoloso, porta a una stretta cengia da percorrere verso destra (lo spazio su cui camminare è esiguo e il precipizio sottostante risulta piuttosto inquietante); una salitina sdrucciolevole consente infine di lasciarsi alle spalle questo settore dell'itinerario senza dubbio esposto e pericoloso, e di giungere alla base della spettacolare falesia Cagliostro, caratterizzata da un grande muro di bella roccia giallastra, a volte strapiombante nella parte superiore (le numerose vie di arrampicata mi sono parse ben attrezzate, ma quasi tutte di difficoltà rilevente). Il luogo è interessante, piacevole.

All'inizio della palestra si va in discesa a sinistra ignorando l'evidente traccia disegnata alla base della parete (occhio ai segnavia). Il sentiero diventa bruttino: sdrucciolevole prima, poco visibile poi nel bosco (provvidenziali i segnavia), tanto che a un certo punto l'abbiamo momentaneamente smarrito tenendoci troppo a destra. Da considerare, comunque, che la presenza di segnali non troppo distanziati fra loro consente di accorgersi di un eventuale errore, tornare indietro fino all'ultimo individuato e riconoscere al secondo tentativo la strada giusta.
Abbiamo continuato perdendo rapidamente quota e oramai in vista del paese seguito una crestina fino a sbucare su una sterrata, a pochi metri dalla strada principale e dal cavalcavia sotto al quale eravamo passati partendo in mattinata.

Nota: in 2h, tranquillamente, dalla cima del monte Valmontagnana siamo tornati a San Vittore delle Chiuse lungo i sentieri 146B (sentiero geologico, quello della cava Fiaoni) e 146.

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