Buca Alta del Ginepro (per me va...): prima puntata
06/01/2010
Un annetto e mezzo fa mi persi per l'ennesima volta girando per i pendii boscosi e le vallette del monte Mauro e del monte della Volpe. Ero, come spesso mi capita, alla ricerca di ingressi di grotte conosciute dove organizzare poi mirabolanti spedizioni, e di anfratti ignorati, o fessure misteriose da disostruire illudendomi di scoprire finalmente l'abisso più importante della Vena del Gesso.
Distrutto da rovi infami e tenaci, dalla fatica fatta per superare scivolosissime, friabili paretine gessose, attaccato da zecche confuse (... anche se in realtà è probabile che puzzassi come un animale selvatico...) e affamate, vittima di crampi a muscoli e stomaco, decisi di averne per quel giorno abbastanza, e mirare la cresta del monte, lungo la quale sarebbe stato più semplice il ritorno.
Attraversai un pianoro e quasi infilai la gamba in un bucanotto nascosto. Lo guardai con attenzione e mi accorsi che aveva pareti lisce e compatte, l'aspetto invitante nonostante fosse un foro con un diametro di una trentina di cm e presentasse a 50/60 cm di profondità un evidente tappo di terra. Con un bastoncino da trekking notai che in basso, verso monte, c'era una minuscola apertura e che la base non era particolarmente compatta.
Memorizzai il luogo e tornai verso casa rimuginando sulla casualità dell'evento, sulle problematiche e le prospettive di un'eventuale campagna di scavo in una zona piuttosto interessante, ma appartata e raggiungibile tramite un percorso da studiare e certamente, per vari motivi, non banale.
Il tempo passò e solo ieri, in giro negli stessi posti con un altro cinghiale (Davide, per la cronaca...), mi è venuto in mente di tornarci.
E' probabile, così, che sia iniziata una nuova avventura.
Esaminato il buco abbiamo concordato che si trattava forse di un crepaccio, o meglio un meandrino serpeggiante dalle pareti rese lisce dall'acqua, e che non c'era modo di entrare per asportare la terra. Siamo invece riusciti a scavare facilmente verso valle, dove sembrava, e realmente è, più largo, tanto che adesso è possibile lavorare all'interno.
Situazione attuale, dopo 4 ore di disostruzione con un badiletto: è una frattura con evidenti segni di passaggio dell'acqua; verso monte fa un'ansa a destra ed è presente una bella lama generata dall'erosione, mentre verso valle si allarga fino a 60 cm e prosegue, nel senso che noi abbiamo tolto terra per almeno un metro di lunghezza, ma le pareti rocciose laterali, sempre lisce e compatte, non accennano ad avvicinarsi.
Per ora siamo a 1,20 m circa di profondità su base di terra, con qualche grossa pietra; una, in particolare, è piatta e grande, e non siamo riusciti a toglierla. Occorrerà continuare lo scavo lungo la frattura, verso valle, per avere più spazio utile ed evitare di lasciarsi un muro instabile sulla testa. Sotto alla lama c'è un piccolo spazio vuoto al momento non raggiungibile.
Un'ultima cosa, forse normale, forse positiva: ieri, nel pomeriggio, la temperatura è scesa notevolmente. La buca è profonda poco più di un metro, lunga solo un paio e larga dai 20 ai 60 cm, quindi non offre un gran riparo, eppure all'interno si avvertiva un certo tepore... proveniente dal basso, si spera...
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