Buca Alta del Ginepro (per me va...): terza puntata
23/01/2010
Dopo una pausa di riflessione e alcuni lavoretti di sufficente soddisfazione in un'altra grotta, eccoci ancora quassù, al freddo. Oggi siamo Teo ed io, infangati e agguerriti.
Subito notiamo un particolare interessante: ovunque c'è brina, il terreno è umido, ma nel meandro, a cielo aperto e profondo non più di due metri, lo scivolo è asciutto... anche in una parete un paio di chiazze polverose potrebbero indicare la presenza di una minima corrente di aria calda... probabilmente è solo un fenomeno curioso al quale non riusciamo a dare spiegazione, comunque lo interpretiamo di buon auspicio.
Decidiamo di proseguire l'apertura del meandro grazie al badiletto di Teo (scopriamo che quello del gruppo è rotto, ma un genio aveva pensato di ripulirlo e metterlo via ben piegato ugualmente... ora è stato "archiviato" e non ricapiterà di prenderlo su inutilmente... sarà necessario quindi acquistarne almeno un paio di nuovi, soprattutto in considerazione del fatto che da qualche anno a questa parte la nostra attività esplorativa è fatta quasi esclusivamente di ciclopici scavi...) e succede qualcosa di inaspettato: troviamo grandi schegge metalliche, qualche coccio di ceramica, estraiamo sassi e due enormi macigni (uno di ben oltre il quintale di peso), ma ciò che ci sorprende è che le dimensioni della gola triplicano almeno... la parete destra è liscia, con caratteristiche, piccole anse, mentre quella sinistra è per ora scomparsa, nel senso che è tanta la terra da togliere per ritrovarla... un bitorzoluto e fastidioso pietrone, ripulito in parte alla fine delle operazioni odierne di scavo, potrebbe rappresentarne in realtà una propaggine; davanti a noi ora, nella direzione seguita dalla fenditura, c'è un muro di terra largo almeno un metro... ci vorrebbe una ruspa!
Un particolare è però a nostro parere di grande interesse: una lastra piatta, perfettamente levigata, che fa da pavimento per un metro, prima di proporre quello che speriamo sia un ripido scivolo, o un pozzetto, con almeno tre canaletti scavati dallo scorrere dell'acqua... in ogni parete, d'altronde, è evidentissima l'azione dell'acqua stessa, solo che nel gesso ambienti simili fino ad oggi io li avevo visti in grotta, e mai all'esterno.
Ho provato a fare qualche foto per rendere meglio l'idea di questa struttura che a parole non è semplice descrivere. Acqua ne è passata tanta da qui, non c'è dubbio, ma al momento non siamo in grado di capire se stiamo liberando l'ingresso di una grotta, che in considerazione della zona e delle premesse potrebbe anche essere di grandi dimensioni, o una vera e propra forra... nel caso sarà contento il torrentista Alex! Di una cosa siamo certi, e non poteva essere altrimenti: sarà necessario estrarre altre tonnellate di terra...
Speranza: che presto il meandro in alto si restringa presentando così un tetto di roccia, e prosegua, questo è già certo, ma in profondità. Paura: che si tratti davvero di una gola, unica nel suo genere visto la roccia in cui sarebbe scavata, di dimensioni ragguardevoli, ma totalmente e beffardamente interrata.
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