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Manuale - 3. Le grotte: una classificazione
In genere classifichiamo le grotte in base all'agente naturale che le ha create. Distinguiamo così grotte tettoniche, carsiche, eoliche, marine, meteoriche e glaciali fra quelle d'origine secondaria, dovute cioé a fenomeni distruttivi (fratture, dislocazioni, erosioni, disfacimento e soluzioni), e segnaliamo grotte magmatiche e di scolamento lavico fra quelle d'origine primaria, legate cioé a fenomeni costruttivi.
GROTTE TETTONICHE
Una tale grotta può esistere in qualsiasi tipo di roccia sedimentaria; trae origine da dislocazioni, ossia spostamenti di masse rocciose, orizzontali e verticali lungo le fratture che compaiono nelle deformazioni prodotte dai corrugamenti, cioé dai piegamenti degli strati geologici conseguenti a movimenti tettonici. Nel momento in cui una di queste fratture viene a trovarsi in rocce carsificabili, funge da punto di debolezza in grado di innescare la formazione di una grotta carsica.
Speleologicamente le cavità d'origine tettonica non risultano importanti: sono piccole, spesso instabili, quindi pericolose. E' frequente però incontrare in grotte carsiche tratti dove appare evidente l'azione tettonica; molti di questi sono indubbiamente interessanti, come il poderoso "specchio di faglia" lungo un centinaio di metri nella sala della Faglia, in uno dei rami lontani del buso della Rana (Veneto), o quello altrettanto impressionante nel salone della Grandissima Frana, nella grotta di su Bentu (Sardegna).
"Specchio di faglia nel buso della Rana (Malo - Vicenza) - foto di Sandro Sedran"
GROTTE CARSICHE
Sono definite anche grotte di corrosione e sono nettamente le più importanti per la quantità, per la dimensione, che spesso si misura in chilometri, per la bellezza e la varietà degli ambienti. Una tale cavità nasce in rocce carsificabili, cioé sensibili all'effetto solvente dell'acqua; all'azione chimica si aggiunge un'azione erosiva dovuta all'impatto dell'acqua stessa, che scorre, forma mulinelli, precipita, e a quello dei materiali solidi trascinati (ghiaia, sabbia, pietre).
A questo gruppo appartengono le grotte che troviamo nei calcari e nelle dolomie, ossia nelle rocce carbonatiche delle quali ho parlato a lungo in un paio di capitoli precedenti ("Le grotte: nascita" e "Le grotte: evoluzione e morte"), ma pure quelle che incontriamo nei gessi, nei marmi e nel sale. I primi hanno come componente significativo rispettivamente il carbonato di calcio e il carbonato di magnesio; si tratta di rocce sedimentarie e hanno origine marina. Sono poco solubili in acqua, ma lo diventano molto di più nel momento in cui questa contenga anidride carbonica (assorbita con facilità dall'aria e dai terreni ricchi di sostanze organiche in decomposizione).
Le dolomie risultano più dure e resistenti ad azione chimica ed erosione; anche per questo motivo speleologicamente le cavità che esploriamo nei calcari sono spesso le più interessanti, e non di poco. Si tratta, infatti, di grotte vaste, complesse, con grandi ambienti, profonde, concrezionate, il massimo insomma che un viaggiatore ipogeo possa incontrare.
Il gesso, solfato di calcio biidrato, ha invece solubità maggiore e si scioglie in acqua anche in assenza di anidride carbonica. E' una roccia evaporitica che ha origine in grandi lagune poco profonde e soggette a forte evaporazione; ne consegue che il suo spessore è sempre limitato (poche centinaia di metri) rispetto a quello delle formazioni calcaree (alcuni chilometri). Se aggiungiamo poi che i gessi sono nettamente più giovani e teneri, risulta facile determinare le caratteristiche speleologiche delle grotte che vi troviamo: mostrano un discreto interesse, ma non offrono né verticali importanti, né grandi ambienti (non hanno avuto il tempo di formarsi, e quando ci hanno provato sono crollati a causa della poca resistenza della roccia stessa); in compenso non lesinano micidiali passaggi stretti, cunicoli e meandri soffocanti, a volte acqua e tanto fango.
Il marmo è una poderosa roccia metamorfica derivata dalla trasformazione di rocce carbonatiche: suo componente base è ancora il carbonato di calcio.
Speleologicamente si tratta di grotte di grande interesse, simili a quelle che troviamo nei calcari; celebri, profondi, a volte immensi, spettacolari sono, ad esempio, gli abissi delle Alpi Apuane. Non a caso in queste splendide montagne toscane troviamo quella che attualmente è la più grande grotta italiana (complesso carsico del Monte Corchia, con ben oltre i 50 km di sviluppo), e la maggior parte dei -1000 (abissi profondi più di un km dall'ingresso più alto) esplorati nel nostro paese.
Il sale, cloruro di sodio, è talmente solubile che i suoi affioramenti tendono a sparire con rapidità ovunque, tranne nei luoghi in cui la piovosità può considerarsi praticamente assente; in questi, si parla ad esempio di zone dell'Africa Sahariana e del Medio Oriente, possiamo incontrare grotte, rare e mai vaste o profonde.
"Pozzo iniziale della spluga della Preta (Monti Lessini - Verona), nel calcare, immenso, profondo 130 metri"
"Pozzo interno nella grotta del Chiocchio (Spoleto - Perugia), nel calcare, fra concrezioni"
"Galleria nella grotta de s'Orcu (Codula Fuili - Nuoro), nel calcare"
"Salone nella voragine di Tiscali (Valle Lanaitto - Nuoro), nel calcare, immenso, tanto che il raggio di sole che lo illumina penetra da una fenditura aperta 80 metri più in alto della base"
"Meandro con torrente nella grotta Giovanni Leoncavallo (Vena del Gesso - Ravenna), nel gesso, bellissimo"
"Fessura nella grotta Giovanni Leoncavallo (Vena del Gesso - Ravenna), nel gesso, stretta... ma c'è di peggio!"
GROTTE EOLICHE
Sono grotte di erosione, o abrasione, in genere poco più che nicchie, scavate dal vento. Spesso le incontriamo in rocce friabili, come le arenarie, ma quelle che probabilmente sono più note si trovano nel compatto granito della Gallura, scenografici, fantasiosi ripari chiamati tafoni. Non hanno interesse speleologico, ma possono averlo archeologico (insediamenti di uomini preistorici, sepolture).
"Tafone (Capo Testa - Olbia-Tempio), nel granito"
GROTTE MARINE
Sono grotte di erosione, o abrasione, scavate dall'azione delle onde marine, specie per effetto di sabbia e ciottoli mossi lungo le coste. Se ne incontrano serie infinite nelle coste sarde, salernitane, calabresi e garganiche.
"Grottoni di Cala Luna (Golfo di Orosei - Ogliastra e Nuoro), di origine carsica e marina"
GROTTE METEORICHE
Sono grotte di disfacimento meteorico, scavate dalle piogge, da gelo e disgelo, e da semplici oscillazioni termiche in rocce particolarmente friabili (arenarie).
GROTTE GLACIALI
Sono un caso limite delle grotte carsiche, poiché nessun elemento può subire più facilmente del ghiaccio, che è acqua, l'effetto solvente dell'acqua stessa! E' quest'ultima, infatti, che circolando con l'aria all'interno dei ghiacciai ne determina una parziale fusione. Sono grotte belle, in continua evoluzione (il ghiaccio si riforma, per cui ogni anno cambiano secondo la temperatura estiva), caratterizzate da una magica luce azzurrina che filtra dall'esterno, profonde fino a poco più di 100 metri e vaste anche chilometri, ma pure sono grotte estremamente pericolose perché instabili e soggette a piene improvvise.
Speleologicamente sono necessarie attrezzatura e preparazione particolari: la progressione su ghiaccio è possibile infatti ricorrendo a chiodi specifici, ramponi e piccozze; la temperatura è bassa e il solo finire in acqua può risultare fatale.
GROTTE MAGMATICHE e di SCOLAMENTO LAVICO
Le prime sono originate dall'espandersi di gas e vapori vulcanici entro masse magmatiche intrusive, le seconde sono principalmente gallerie lasciate dal lento scorrere delle lave sotto crostoni già freddi in superficie. Conosciute e studiate quelle dell'Etna.
Capitoli precedenti:
1. Cos'è la speleologia 2.1 Le grotte: nascita 2.2 Le grotte: evoluzione e morte |