Probabilmente gli U2 sono la più grande rock band degli ultimi 30 anni, la sola che sempre e comunque riempie in un attimo ogni stadio in cui si esibisce, in ogni parte del mondo. Può contare sulla notevole voce e sul carisma di Bono, sull'eleganza e sulla bravura di The Edge, sull'esperienza di Clayton al basso e su quella, unita all'energia, di Mullen alla batteria: un gruppo collaudato dunque, amalgamato, di capaci, eccezionali professionisti della musica.
Musica di alto valore la loro, per lo stile, l'originalità, le peculiarità, musica che tanti hanno imitato, fonte di ispirazione per altri che non fanno mistero di considerarla come punto di riferimento per la propria produzione. E' difficile restare per decenni a simili livelli; inevitabilmente cala la forza propulsiva, si riduce quella creativa, inevitabilmente si cercano altre strade e spesso ci si perde provando sonorità e ritmi troppo distanti da quelli originali, da quelli propri. E' un po' la maledizione dei grandissimi: sono tali perché sono stati in grado di costruire qualcosa di nuovo, per tecnica e fantasia, e per paura di rimanerne imprigionati forzano la naturale evoluzione. D'altronde esiste il rischio di ripetersi, copiare se stessi, come la voglia di un artista affermato di cimentarsi su terreni diversi, è quindi necessario, ma complesso, che lo stesso trovi, se può, un giusto equilibrio... i più rinunciano e preferiscono ritirarsi, o vivere sugli allori.
Perché una simile introduzione? Perché gli U2, fondamentali nella storia del rock, pur producendo nell'ultimo decennio buona musica, non mi convincevano più. Certo, li ho ascoltati volentieri, come ho anticipato sono ottimi professionisti, ma non sono riuscito a riconoscere nei brani la loro anima, il cuore, la loro storia, è come se stessi ascoltando un altro gruppo.
Così questo album mi ha piacevolmente sorpreso, e sono tornato a vederli dal vivo; qui dentro c'è ciò che da loro mi aspetto ora, dopo trent'anni di inimitabile carriera, una mitragliata cioè di rilevanti "canzoni da U2" frutto di una maturazione nella consapevolezza delle proprie radici, poi qualche giusta divagazione, e melodia, e passione, e classe, e atmosfere che nuovamente rendono evidente il marchio di fabbrica.
"No Line On The Hor I Zon" cresce solida e potente, come ai vecchi tempi, e "Magnificent" è un brano che conquista immediatamente (bellissime voce e chitarra, valorizzate ulteriormente dal ritmo della batteria), un punto d'arrivo e quello di partenza per le prossime produzioni. "Moment Of Surrender" è splendida, affascinante, un incantesimo che dura 7 minuti ed emoziona (di nuovo bellissima la voce, e preziosi gli inserti di chitarra), capace di staccarsi dal passato pur non dimenticandolo. Altissima la qualità di "Unknown Caller", un gioiello che solo gli U2 potevano creare (stile inconfondibile), un raffinato gioco di voci sottolineato da batteria e chitarra che alla fine diventa intensa, elegantissima e protagonista. Livello notevole, quindi, tale da far passare in secondo piano la traccia successiva, "I'll Go Crazy If I Don't Go Crazy Tonight", magari non particolarmente originale e consistente, ma senza dubbio piacevole.
Discorso a parte per "Get On Your Boots" e "Stand Up Comedy", differenti dalle altre, con un ritmo incalzante, coinvolgente, certamente interessanti seppure un poco estranee al lavoro nel suo insieme; fungono comunque da apprezzabile linea confine, quasi un vigoroso break durante il quale godersi le sensazioni positive accumulate durante i brani precedenti in attesa di gustarsi i successivi. "Fez-Being Born" è particolare, ti suggestiona, ti porta nel mondo incantato dove poi ti culla "White As Snow", delicatissima, poetica, evocativa, una ballata con echi celtici da ascoltare ad occhi chiusi. Improvvisa e poderosa è la sferzata di "Breathe", che però decolla e si mantiene a una certa quota solo grazie all'indiscutibile qualità di voce e chitarra; la chiusura è infine affidata a un'altra ballata, "Cedars Of Lebanon", sussurrata, recitata, raffinata.
Questo album è a mio parere un'ottima base sulla quale costruire i lavori futuri perché si apre a nuove sonorità, garantendo così un'evoluzione, ma lo fa senza allontanarsi troppo da quelle dalle quali è nata la leggenda degli U2, anzi, a tratti riesce addirittura a riproporle con creatività.
++ No Line On The Hor I Zon +++ Magnificent +++ Moment Of Surrender +++ Unknown Caller ++ I'll Go Crazy If I Don't Go Crazy Tonight + Get On Your Boots + Stand Up Comedy ++ Fez-Being Born ++ White As Snow ++ Breathe + Cedars Of Lebanon |