Grotta di su Guanu (valle di Lanaitto - Nuoro)
coordinate ED50: N 40°17'19,1" - E 09°30'26,1" (ingresso alto) quota: 148m slm
E' una grotta per vari motivi rilevante, tecnicamente semplice, ma può capitare, come nel nostro caso, di trovarvi il ramo inferiore parzialmente allagato ed essere costretti a interrompere la visita.
Per raggiungere l'ingresso alto occorre andare verso su Gologone e appena prima del piazzale col parcheggio deviare a destra. Si supera una fonte e più avanti si parcheggia in una piazzola nei pressi di un largo sentiero a sinistra caratterizzato dalla presenza di una freccia indicatrice col nome della grotta. Si cammina per pochi minuti senza abbandonare la traccia principale e ci si ferma davanti al pozzo d'accesso al ramo archeologico.
- Con una corda da 50m riusciamo a superare il primo salto (preceduto da un gradino di un paio di metri), evitare lo sprofondamento sottostante spostandoci su un terrazzo e calarci nel saltino successivo; è possibile armare il pozzo anche in modi differenti (scendendo da sopra a destra, o attraversando a sinistra dall'orlo del terrazzo assicurandosi a robuste concrezioni con una corda da 10/15m), in ogni caso sono necessarie alcune piastrine.
- Invertendo la direzione della progressione alla base del salto arriviamo rapidamente al pozzetto di 10 metri circa che ci permette di arrivare una prima volta nel ramo basso, semiattivo. Qui ci aspetta una sorpresa: la galleria termina affacciandosi sul fiume Cedrino. Il luogo è splendido, suggestivo, affascinante soprattutto per il contrasto di colori: l'azzurro dell'acqua che scorre placida a pochi metri da noi, il verde della vegetazione sullo sfondo, il cielo davanti e alle spalle le chiare rocce verticali, poi l'oscurità del grande tunnel che tende a diventare impenetrabile. In direzione opposta ci fermiamo subito sulla riva di un lago che man mano diventa più stretto e profondo, impedendoci di proseguire.
- Torniamo alla base del pozzo iniziale, nel ramo fossile, di interesse archeologico (un'importante campagna di scavi ha permesso di recuperare numerosissimi oggetti a testimonianza di una frequentazione della grotta da parte dell'uomo fin dal neolitico) e continuiamo verso l'interno della montagna. Scendiamo blandamente; a un corridoio segue un ambiente ben più ampio che improvvisamente sprofonda. Con una corda da 25m e un paio di piastrine armiamo il P15 e di nuovo arriviamo nella galleria semiattiva, un centinaio di metri a monte del tratto allagato che ci aveva precedentemente fermato.
- Fatta qualche foto che non riesce a dare una degna testimonianza della bellezza dello specchio d'acqua, della sua limpidezza e trasparenza, proviamo a proseguire, tuttavia presto siamo costretti a rinunciare di fronte a un secondo lago, tranquillo, incantevole, ma obbiettivamente troppo profondo.
Così non abbiamo potuto visitare gran parte della grotta, le zone più remote, forse quelle esteticamente più interessanti, certamente quelle che ora, non avendole viste, ci incuriosiscono maggiormente, per cui "purtroppo" saremo costretti a tornare il prima possibile in Sardegna, dagli amici di Oliena, a "cazzeggiare" con loro per pub e bar, a infilarci con loro in splendidi buchi e antri, a percorrere i loro sentieri, nella magica valle di Lanaitto, nel selvaggio e aspro Supramonte, ad affrontare creste rocciose e spettacolari valloni, magari riposandoci ogni tanto, mangiando pesce fresco e sorseggiando un mirto in riva a un mare che nulla ha da invidiare a quelli tropicali... che disdetta!
Alcune foto sono di Gabriele Rosetti e Matteo Turci, dello Speleo Club Forlì |