Grotta Biseddu (valle di Lanaitto - Nuoro)
coordinate ED50: N 40°17'18,6" - E 09°29'52,1" quota: 170m slm
E' una grotta interessante, tecnicamente semplice, ma dove occorre un minimo di attenzione a causa delle frane sospese (fino all'ultimo salto sembrano ben consolidate, ma la situazione all'imbocco di questo e sotto allo stesso è piuttosto inquietante) e di conseguenza della possibile caduta di pietre. L'esplorazione degli Olienesi è da tempo ferma (... dipendesse da me la dichiarerei conclusa definitivamente) in un budello verticale scavato nei detriti mobili che sul fondo otturano una grande frattura. Con una corda da 80 metri, 2 piastrine e 4 cordini la si visita interamente senza problemi.
Vi si trovano importanti resti ossei del Prolagus sardus, un piccolo mammifero estintosi alcune migliaia di anni fa; in un angolino nascosto sono preziose le spettacolari, fragilissime formazioni cristalline nate e cresciute su concrezioni in un laghetto temporaneo, attualmente asciutto.
Per raggiungere l'ingresso occorre andare verso su Gologone e appena prima del piazzale col parcheggio deviare a destra. Si parcheggia nei pressi di un'evidente fonte e si individua a pochi metri dalla stessa, ai margini del tratturo che la precede salendo a destra, il pertugio d'accesso.
- A un cunicolotto disostruito seguono uno scivolo e un gradino in tranquilla fessura superabile in libera. Parte ora quella che in pratica è una grande frattura dove enormi massi di crollo e pietrame vario si sono incastrati e in parte assestati formando percorsi paralleli, terrazzi, piani inclinati, salti quasi verticali, sale sospese.
- Dall'ambiente più ampio, sovrastante gli ultimi due tratti verticali, si stacca il budellino con un paio di strettoie che porta a una delicatissima cameretta concrezionata dove la disattenzione anche minima del visitatore può causare danni irreparabili; è possibile proseguire e inoltrarsi nel breve ramo nuovo che si avvicina considerevolmente alla stazione di pompaggio dell'acqua di su Gologone (vi si avverte distintamente il ronzio dei motori, a quanto riferisce un articolo nel numero 19 della rivista "Sardegna Speleologica").
- Incombe sull'attacco del salto finale un grande masso sospeso trattenuto da non si capisce cosa; forse è la sua dimensione ad avergli impedito fino ad ora di precipitare, forse sono le piccole pietre che paiono agire da cuneo, ma vi assicuro che guardarlo da sotto provoca uno spiacevole brivido alla schiena, per cui ci caliamo velocemente, osserviamo lo stretto scavo in frana inclinata profondo 3 o 4 metri col quale gli Olienesi speravano di andare oltre (l'evidente pericolosità li ha costretti alla resa... scelta assennata, d'altronde di buchi interessanti in Supramonte ne hanno a decine, e con una passeggiata in questo spettacolare massiccio calcareo possono scoprirne altrettanti) e fuggiamo verso l'esterno, verso una radura nella valle di Lanaitto dove gli impagabili colleghi sardi stanno allestendo uno "spuntino" a base di carne alla brace.
Alcune foto sono di Matteo Turci, dello Speleo Club Forlì |