Buca Alta del Ginepro (per me va...): sesta puntata
02/06/2010
Sono irrilevanti le novità. Questa volta eravamo in 3 a scavare: Pier, Gabriele "Maio" (2 new entries) ed io. Lavoro faticoso, continuo, usurante per muscoli e schiena, ma progressi pochi. Quella che probabilmente è una forra larga anche più di un metro e profonda da 2 a 3, piena di terra e spianata tanto che in superficie è impossibile individuarne la presenza, fa ora, al termine del tratto liberato, una curva di 90° a destra... l'ennesima! Nel punto di maggiore profondità, oltre 3 metri, davanti alla parete verticale e compatta di gesso che disegna la curva, non abbiamo raggiunto la base di roccia, per cui la parete stessa, che sotto presenta una concavità, potrebbe anticipare e proteggere l'inghiottitoio sperato... se fossero altri a scavare, ma essendo noi si tratterà sicuramente di un'ampia e inutile marmitta interrata...
Cercar grotte con vanga e badile sarà poi così sensato? Però è divertente e magari un giorno o l'altro il "botto" lo faremo davvero!
Da segnalare un aneddoto: il cielo è diventato scuro e il rumore dei tuoni ci ha creato una certa inquietudine visto che eravamo in cima a un monte a mezzora almeno di cammino da un riparo decente. Gabriele "Maio", evidentemente un ex-boyscout o giovane marmotta, non si è perso d'animo e con un telo impermeabile, rami, pietre, ombrelli e vanghette come contrappeso ha costruito all'interno della forra una capanna rustica... molto rustica. Il consumo delle birre che ha portato con sé è servito a crederla meno precaria di quanto fosse in realtà... giudicate voi dalle foto... e ci ha incoraggiato a trovarvi un momentaneo rifugio. Suppongo che il Signore, osservando dall'alto come una impolverata, inadeguata, disgraziata banda di speleologi si apprestasse ad affrontare un brutale temporale, si sia impietosito, o meglio abbia compatito la suddetta banda composta da soggetti che senza dubbio il destino ha già colpito duramente (altrimenti non sarebbero stati lì, per un simile motivo e ridotti in quel modo), e deciso di risparmiare tanta potenza meteorologica per qualcuno che ne fosse degno, o almeno non ne uscisse massacrato, così il vento è cessato e le rumorose nubi nerissime si sono dissolte ignorandoci.
Alcune foto sono di Gabriele Rosetti, dello Speleo Club Forlì |