13/06/2010
L'uscita odierna è stata importante soprattutto per la presenza del geologo Enzo Lucchi, serio ed apprezzato professionista nel cui curriculum spicca, fra l'altro, un lungo periodo di Presidenza dello Speleo Club Forlì... qualche anno fa...
La morfologia di Unpinefo è atipica e speleologicamente promettente - l'avevamo intuito pur non sapendo esattamente per quali motivi lo fosse - e la condizione in cui l'abbiamo fino ad oggi trovata, cioè completamente occlusa da terriccio tanto che mai, scavando, ci è capitato di incontrare una sola spanna di spazio vuoto - sono decine i metri cubi di materiale che abbiamo estratto - rendono questa grotta un enigma beffardo che potrebbe essere risolto presto, o dopo mesi di ulteriori lavori, o mai... Adesso, grazie ad Enzo, abbiamo la certezza che non ci siamo sbagliati nel reputare rilevante questo pozzo, nel concentrare gli sforzi sul meandro che si apre a 11 metri di profondità ed è impostato su un'importante faglia evidente anche all'esterno, la stessa del buco del Biancospino, ma siamo pure consapevoli che si tratta di una cavità molto antica e potrebbe essersi innalzata insieme alla stessa vena del Gesso perché le formazioni scoperte (pozzo e meandro) furono modellate da un grande quantitativo d'acqua il cui afflusso è inspiegabile con ciò che vediamo fuori (non si capisce da dove possa essere arrivata con l'energia che indubbiamente aveva e manca inoltre la dolina); ne consegue che se il pozzo è stato tappato artificialmente dagli abitanti di ca' Monti, i cui ruderi si trovano a poche decine di metri dall'imbocco, o dagli operai che tracciarono la pista che vi passa accanto, il resto della grotta potrebbe essere completamente occluso da frane di tonnellate di terra causate fra l'altro dai poderosi movimenti tettonici sopportati.
In parole povere facciamo bene a scavare lì, in fondo al meandro, e a scendervi di quota in verticale, ma ad oggi non è possibile valutare se siano più comode come vie d'accesso ad eventuali ambienti profondi l'inizio del meandro e la base del pozzo, che certamente prosegue per metri. E soprattutto potremmo essere costretti a scavare per sempre, o almeno fino a quando non ci stuferemo... La situazione quindi ci crea un grande ottimismo perché il "buco è buono", ma anche un po' di sconforto perché l'ostruzione che abbiamo di fronte potrebbe, come scritto sopra, non essere limitata e superabile.
Presto Enzo mi fornirà una relazione con l'inquadramento geologico della cavità, risulteranno così più precise le mie descrizioni future.
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