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Articolo inserito in data 18/08/2010 21:31:39
Trentino
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Dolomiti di Brenta - VALLI GIUDICARIE: l'ARCA DI FRAPORTE e il MONTE BRUGNOL

Sentiero: Stenico - val Laone - bus delle Contesse - arca di Fraporte - bus delle Contesse - capitel della Spina - prati di Valandro - ruderi della malga Valandro - monte Brugnol - ruderi della malga Valandro - prati di Valandro - i Salti - Seo - Stenico (Valli Giudicarie - Trento)

Val Laone - Arca di Fraporte - Monte Brugnol

difficoltà: E

segnavia: 346 (itinerario Garda-Brenta) - 346A - 348 - 300

cime: monte Brugnol (2221m), cresta S in salita e SE in discesa

in totale 7h 30' di cammino e 1750 metri di dislivello

dati parziali:
- da Stenico all'arca di Fraporte: 1h 15' di cammino e 470 metri di dislivello
- visita della zona e ritorno al bus delle Contesse: 40' di cammino e 20 metri di dislivello
- dal bus delle Contesse al monte Brugnol: 3h 10' di cammino e 1240 metri di dislivello
- dal monte Brugnol a Stenico: 2h 25' di cammino e 20 metri di dislivello

miei commenti e consigli: è un itinerario circolare molto interessante, ma faticoso a causa della lunghezza, del significativo dislivello e dei frequenti tratti piuttosto ripidi; eventualmente lo si può dividere visitando l'arca di Fraporte un giorno e raggiungendo la cima del monte Brugnol quello successivo. In presenza di neve è considerevole il pericolo di caduta valanghe soprattutto nella conca che precede il monumento naturale (erano impressionanti i loro resti quando siamo passati noi, a fine maggio, ed evidentissima la distruzione provocata dal loro passaggio) e nei pendii superiori dei prati di Valandro, che scaricano nella conca stessa.
La bellezza dell'arca, una strettissima forra con cascatelle rumorose e uno spettacolare ponte di roccia, è disarmante, impossibile da descrivere o illustrare con fotografie; lo stupore lascia senza parole in quello che certamente è uno dei luoghi più suggestivi in cui mi sia capitato di girovagare in Trentino. Superando un paio di gradini a fianco dell'acqua che in primavera scorre veloce si arriva alla base del salto maggiore, ma occorre fare attenzione all'estrema scivolosità della roccia

22/05/2009

- Stenico è un piacevole borgo montano che si trova a sud delle Dolomiti di Brenta e si raggiunge risalendo la valle del Sarca lungo la strada che collega Sarche a Tione di Trento, e deviando a destra poco prima delle Terme di Comano o a Ponte Arche; conserva un notevolissimo castello medioevale.

- Lasciamo l'auto nei pressi della chiesa e seguendo le frecce segnaletiche prendiamo la strada alla sua sinistra voltando subito a destra in quella che vi passa dietro:

coordinate ED50: N 46°03'13,5" - E 10°51'15,9" (Stenico - partenza)
quota:                  670m slm

- Di fronte all'abside la salita diventa ripida; all'incrocio successivo andiamo dritto uscendo così dal paese. Continuiamo lungo una pista nel bosco, passiamo un ponticello e ci teniamo a destra:

coordinate ED50: N 46°03'40,5" - E 10°50'56,9" (incrocio sentieri 346 - 347)
quota:                  841m slm

- La pendenza del percorso si mantiene rilevante; dopo un tratto su mulattiera ritroviamo una sterrata, guadiamo un torrente e appena prima di un ponte ci immettiamo nell'evidente sentiero che si stacca a destra (retrocederemo fino a questo bivio dopo aver visitato l'arca di Fraporte):

coordinate ED50: N 46°03'57,4" - E 10°50'57,1" (incrocio sentieri 346 - 346A)
quota:                  948m slm

- Incontriamo subito il bus delle Contesse, un prezioso riparo ricavato sotto a un enorme masso erratico, reso ulteriormente pittoresco dalla presenza di una rustica stufa con canna e comignolo. La traccia è ampia, comoda, e guadagna rapidamente quota nella splendida valle attraversando un bosco fresco, rasentando e oltrepassando il torrente, avvicinandosi a pareti di roccia che diventano sempre più alte.
Quasi all'improvviso, inaspettatamente, sbuchiamo in una grande conca delimitata ovunque da immensi muri di pietra, barriere invalicabili, verticali, vertiginose... pare d'essere alla base di un profondo cratere, una base però orribilmente devastata dalle enormi valanghe precipitate dai pendii sovrastanti qualche mese fa: la distruzione è impressionante, e lo è il quantitativo di neve che ancora oggi (maggio 2009) bisogna superare per riuscire a procedere. Occorre attenzione perché si aprono spesso inquietanti crepacci oscuri: 4 o 5 metri sotto scorre l'acqua, se ne sente il rumore, sarebbe pericoloso finirvi dentro scivolando, e certamente non facile uscire risalendo le pareti ghiacciate; ovunque incontriamo tronchi frantumati come fossero stati fragili rametti secchi, schiantati da una forza immane e lasciati in equilibrio precario, pronti a investire muovendosi l'incauto e sfortunato escursionista. La bellezza del luogo è inquietante, la paura lascia il posto allo stupore e immediatamente torna al primo scricchiolio della superficie nevosa, viene amplificata dai momenti di silenzio e di nuovo scompare quando ci distrae la vista di un rapace che volteggia incuriosito dal nostro incedere.

- In fondo alla conca curviamo a sinistra rasentando il corso del torrentello e dopo pochi passi ci arrestiamo di fronte all'arca di Fraporte, una spettacolare, colossale fenditura tanto oscura da sembrare una grotta (video breve 1 - video breve 2). In realtà si tratta di una strettissima gola che incide il muro di roccia in cui l'acqua ha scavato, e continua a farlo, per millenni; in alto resiste un ponte naturale che contribuisce a rendere incantatevole, affascinante il luogo.
Affrontiamo due gradini piuttosto scivolosi e raggiungiamo la base della cascata maggiore: è impossibile procedere oltre, difficile capirsi a causa del rumore dell'acqua che precipita con notevole energia, e fare foto per la nebulizzazione della stessa... è talmente bella, suggestiva questa creazione della natura che a volte ho il dubbio d'averla solo sognata...

coordinate ED50: N 46°04'23,0" - E 10°50'45,9" (arca di Fraporte)
quota:                 1149m slm

- Retrocediamo velocemente fino al bus delle Contesse e al bivio vicino, quindi proseguiamo a destra lungo la pista forestale che sale con continuità; a tratti il percorso è molto ripido e il caldo che cominciamo ad avvertire accentua la fatica.
Al bivio del capitel della Spina le frecce segnaletiche ci indicano di andare dritto (qui si separa definitivamente il sentiero 346, cioè il nostro, dal 347):

coordinate ED50: N 46°04'18,2" - E 10°50'38,4" (incrocio sentieri 346 - 347)
quota:                 1367m slm

- Ci teniamo a destra nella biforcazione successiva e ci accorgiamo che stiamo girando attorno alla conca dell'arca di Fraporte mantenendoci in pratica non troppo distanti dal margine superiore delle poderose pareti rocciose che la delimitano: siamo più o meno 300 metri più in alto e possiamo ora capire l'origine delle enormi valanghe che vi sono precipitate, infatti abbiamo attorno valloncelli e pendii molto estesi che da sopra convergono tutti nella conca stessa... quando la neve si è mossa deve averlo fatto in quantità tale, con una violenza tale da produrre boati percepibili anche nel paese di Stenico!
Ne incontriamo le lingue residue di un paio, e occorre molta prudenza per oltrepassarle perché vi sono dighe di grandi alberi abbattuti che ondeggiano e vibrano al solo appoggiarvi di una mano.
La pista si trasforma in un sentiero che permette di completare l'aggiramento della conca: saliamo nel bosco, poi quasi in piano tagliamo un versante con prati in forte pendenza mirando una crestina erbosa; in alto, a sinistra, notiamo una minuscola baita in splendida posizione.
Sarà a causa delle emozioni, o dell'imprevisto, dispendioso e complicato attraversamento di zone in quel momento instabili e pericolose, ma cominciamo ad avvertire la stanchezza quando, finalmente, appena sotto al crinale secondario che da un po' di tempo abbiamo di fronte, la nostra traccia termina immettendosi nel sentiero 348, che dal borgo di Seo consente di salire alla malga Valandro e, dopo molte ore di cammino, al rifugio al Cacciatore, nell'alta val d'Ambiez. La segnaletica presente ci indica di andare a sinistra e che quelli appena lasciati sono i prati di Valandro:

coordinate ED50: N 46°04'19,8" - E 10°51'21,8" (incrocio sentieri 346 - 348)
quota:                 1642m slm

- Ripasseremo da qui al ritorno per scendere fino a Seo.
Procediamo guadagnando quota e presto entriamo nella valletta dove un dosso inizialmente nasconde i ruderi della malga Valandro; in fondo, a sinistra, è evidente la cima del monte Brugnol. Per raggiungerla usciamo dal sentiero battuto e ci portiamo sulla sua cresta sud: è ripida, faticosa, ma semplice, inoltre battuta da una piacevolissima brezza.
In vetta troviamo una croce e il libro su cui lasciare un messaggio, una innocua traccia del nostro passaggio. Il panorama circolare è splendido: a nord ci sono le Dolomiti di Brenta, più ad est la Paganella e il monte Bondone, ad ovest il gruppo dell'Adamello e a sud la val Lomasona.  

coordinate ED50: N 46°05'02,3" - E 10°51'22,1"
quota:                 2221m slm

- Scendiamo lungo la cresta sud-est mirando la ben definita sella che si riconosce a nord della valletta con i ruderi della malga Valandro, e da qui sul sentiero 348 che percorreremo fino a Seo.
Sfruttiamo un divertente scivolo di neve, rasentiamo ciò che resta del ricovero d'alta quota provando a non deturpare la rigogliosissima fioritura di questi vecchi pascoli, tocchiamo il bivio dei prati di Valandro e proseguiamo dritto superando tratti in forte pendenza, a volte su mulattiera lastricata, con belle vedute verso sud.
La discesa è continua e rilevante, anche quando sbuchiamo nella strada forestale "Salti di Seo". In questo settore i segnavia sono utili soprattutto per chi sta salendo, mentre la loro posizione causa qualche dubbio a coloro che, come noi, vanno in direzione opposta; è comunque sufficiente, e semplice, mantenersi sempre sulla pista principale, che cala nel bosco senza pausa.

- Giunti al pittoresco borgo di Seo, davanti a cimitero e chiesetta notiamo la freccia bianco-rossa della SAT per Stenico e ne seguiamo l'indicazione andando a destra. I segnavia sono presenti ad ogni bivio e ci guidano fin nei pressi del paese dal quale eravamo partiti in mattinata; una stradina asfaltata a sinistra, in discesa, permette di entrarvi (avendo lasciato l'auto a fianco della chiesa, ora il campanile risulta essere un ottimo punto di riferimento).

"Bus delle Contesse"

 

"Sentiero nel bosco, andando verso l'arca di Fraporte"

 

"Valanghe precipitate nella conca che precede l'arca di Fraporte"

 

"Pareti rocciose e valanghe precipitate nella conca che precede l'arca di Fraporte"

 

"Valanghe precipitate nella conca che precede l'arca di Fraporte"

 

"Valanghe precipitate nella conca che precede l'arca di Fraporte"

 

"Valanghe precipitate nella conca che precede l'arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Arca di Fraporte"

 

"Capitel della Spina"

 

"Valanga, andando verso i prati di Valandro"

 

"Valanga, andando verso i prati di Valandro"

 

"Valanga, andando verso i prati di Valandro"

 

"Prati di Valandro: fiore"

 

"Prati di Valandro: valanga"

 

"Andando verso i ruderi della malga Valandro (in fondo, a sinistra: monte Brugnol)"

 

"Monte Brugnol (dai pressi dei ruderi della malga Valandro)"

 

"Valletta con i ruderi della malga Valandro (in fondo, a sinistra: monte Brugnol)"

 

"Monte Brugnol: cresta sud e cima"

 

"Monte Brugnol: cresta sud"

 

"Monte Brugnol: cima"

 

"Dolomiti di Brenta (dalla cima del monte Brugnol)"

 

"Monte Brugnol: cima e monte Ghirlo"

 

"Valletta con i ruderi della malga Valandro (dalla sella a sud-est del monte Brugnol)"

 

"Valletta con i ruderi della malga Valandro: fiori"

 

"Valletta con i ruderi della malga Valandro: fiori"

 

"Valletta con i ruderi della malga Valandro: fiore"

 

"Sentiero nei prati di Valandro, scendendo verso Seo"

Arca di Fraporte (video breve 1)

Arca di Fraporte (video breve 2)

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