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Articolo inserito in data 09/09/2010 23:04:47
Alpi Centrali
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Gruppo dell'Adamello (Trento) - VAL DI FUMO: CIMA BISSINA (2881m)

Sentiero: diga del lago di Malga Bissina - malga Breguzzo - valle del Cop di Breguzzo - bocchetta di Latola - cima Bissina - ritorno lungo lo stesso percorso (Val di Fumo - Trento)

Cima Bissina (2881m): bocchetta di Latola e cresta SW (gruppo dell'Adamello - Trento)

difficoltà: T fino alla malga Breguzzo, E verso la valle del Cop di Breguzzo, EE fin sotto alla bocchetta di Latola, F la salita alla bocchetta (con passi di I e uno di II), EE lungo la cresta SW

segnavia: 240 - 223 - 249

in totale 7h 45' di cammino e 1200 metri di dislivello

dati parziali:
- dalla diga alla malga Breguzzo: 45' di cammino e 40 metri di dislivello
- dalla malga Breguzzo al bivio nella valle del Cop di Breguzzo: 55' di cammino e 310 metri di dislivello
- dal bivio alla bocchetta di Latola: 2h 20' di cammino e 700 metri di dislivello
- dalla bocchetta alla cima: 15' di cammino e 90 metri di dislivello
- ritorno lungo lo stesso percorso: 3h 30' di cammino e 60 metri di dislivello

miei commenti e consigli: itinerari di questo tipo sono difficili per la maggior parte degli escursionisti e semplici per un buon alpinista, per cui non si riesce a definirne una catalogazione.
Identificare il sentiero che porta dalla valle del Cop di Breguzzo al punto in cui si supera la lunga cresta NW della cima Bissina e si entra nel vallone della bocchetta di Latola può, nonostante la presenza di segnavia, creare problemi (e risulta senza dubbio molto complesso se non si conosce la zona e la visibilità è scarsa) anche perché eventuali percorsi alternativi non sono banali... lo affermo per esperienza diretta! La salita alla bocchetta, in parte nel grande pendio detritico, è faticosa e l'ultimo tratto, proprio sotto alla forcella, particolarmente scosceso e franoso, propone almeno un passaggio in arrampicata di II e una breve cengia esposta. I valloni visitati sono incontaminati, severi, aspri, di selvaggia bellezza, e il panorama dalla vetta è spettacolare soprattutto sulla val di Fumo e su tutte le cime che la delimitano. Le rocce sommitali provano ancora a proteggere i suggestivi resti di una postazione austriaca della Grande Guerra

02/09/2010

- Partiamo dai pressi del bar alla Diga, proprio di fronte al margine superiore della diga del lago di Malga Bissina:

coordinate ED50: N 46°03'10,3" - E 10°30'51,9"
quota:                 1805m slm

- Possiamo forse identificare in questo il punto in cui la val di Daone cambia nome in val di Fumo; di certo c'è il divieto ai non autorizzati a procedere oltre in auto, e quindi l'obbligo di lasciarla nel grande parcheggio al quale si accede curvando a sinistra dalla rotonda con la quale termina la strada aperta al pubblico.

- Seguendo le evidenti indicazioni per il rifugio Val di Fumo prendiamo la pista che costeggia in quota il lago e arriviamo al suo termine, davanti alla malga Breguzzo. E' una piacevole, elementare passeggiata che però sembrerà interminabile al ritorno, quando avremo muscoli e tendini delle gambe indolenziti. Il lago resta alcune decine di metri sotto di noi e belle sono le vedute delle aspre montagne ad est, quelle verso cui ci stiamo dirigendo.

- Lasciamo a sinistra il sentiero che risale la valle toccando fra l'altro il rifugio, per attraversare il rumoroso fiume Chiese su un rustico ponticello di legno; subito aldilà individuiamo la freccia che ci segnala a destra la traccia per i ruderi del baitello della Pozza e il passo di Breguzzo:

coordinate ED50: N 46°04'18,9" - E 10°32'32,8" (inizio sentiero 223)
quota:                 1805m slm

- Mi capita raramente di non apprezzare un percorso, quasi mai in montagna; riesco sempre a trovarvi almeno una caratteristica rilevante, qualche albero, una roccia, un torrente, ma devo ammettere che il tratto iniziale di questo, cioè il collegamento fra la malga e i ruderi del baitello nell'alta valle del Cop di Breguzzo, risulta senza dubbio poco piacevole, per non dire brutto, sia in salita che in discesa. E' scosceso, irregolare, a volte ripido, faticoso, e offre al massimo un paio di scorci fotografabili solo perché le schede delle macchine di oggi permettono di memorizzare centinaia di immagini senza badare alla qualità delle stesse e all'effettivo interesse del contenuto: si "spara a raffica", poi a casa se ne cestina la maggiorparte, o si scaricano tutte in un pc e mai più le si guarda.

- In basso, nei pressi del ponte, occorre fare attenzione a non perdere una traccia che nell'erba risulta poco visibile: ci manteniamo a destra di un dossetto con un monumento commemorativo e miriamo le pareti e la boscaglia del ripido versante sinistro della valle, consapevoli che dovremo per un po' tornare indietro sul lato del lago opposto a quello dal quale siamo arrivati, in parole povere girarvi brevemente attorno. Dopo alcune decine di metri percorso e segnavia diventano evidenti.

- Salendo ci avviciniamo un paio di volte a un torrentello infrascato, ma mai ne tocchiamo la riva (resta alla nostra destra). Finalmente si apre la valle del Cop di Breguzzo, inaspettatamente ampia, bella, delimitata in alto da cime rocciose, da creste fratturate e complesse, ostili e affascinanti. Scendono verso il basso grandi morene e a destra due piccoli, ripidi ghiacciai. Vorremmo addentrarci un poco nei pascoli dimenticati che abbiamo davanti, solcati da tranquilli e limpidi corsi d'acqua, ma subito incontriamo un bivio; su un masso piatto riconosciamo un segnale SAT che indica a sinistra il sentiero 249 e a destra lo stesso e il 223, avvertendoci che presto si divideranno:

coordinate ED50: N 46°03'44,7" - E 10°32'48,2" (primo incrocio sentieri 223 - 249)
quota:                 2110m slm

- Ci teniamo a destra e dopo 20 metri troviamo, come anticipato, il secondo bivio: andando a sinistra continueremmo nella vallata sul 223 e finiremmo per valicare il passo di Breguzzo, ma noi dobbiamo proseguire dritto sul 249.
Ora occorre molta attenzione per evitare di sbagliare; intanto vi consiglio di guardare la valle verso monte: vi accorgerete che a destra è chiusa da un ripido pendio detritico che pare sostenere un pianoro superiore. Lassù si trova la via che ci interessa, e in realtà non attraversa un piano perché quello indicato altro non è che un tratto relativamente largo e regolare della cresta nord-ovest della cima Bissina. Quest'ultima, la nostra meta, è quella individuata dalla linea della stessa cresta, caratterizzata a un certo punto, già molto in alto, da una parete triangolare biancastra purtroppo non apprezzabile da dove siamo in questo momento. Il tracciato, spesso poco evidente, con segnavia numerosi, ma in gran parte scoloriti, passa nettamente a destra rispetto a quella zona, tanto che occorrerà almeno un'ora di cammino per arrivarvi tramite un lungo aggiramento.
Attraversiamo il torrente restando a destra di una bassa barriera morenica. Nel prato seguente notiamo, quasi davanti a noi, un masso isolato con una vecchia bandierina bianco-rossa della SAT (è quella che mi ha fregato... poi vi racconto...): lo raggiungiamo e voltiamo a destra, lasciando così alle spalle l'alta valle. Pochi metri e siamo su una lingua detritica, vicino a una fascia di conifere, e fra pietre e macigni cerchiamo i provvidenziali segnali: è assolutamente necessario scoprirli e seguirli. Sbuchiamo prima in un pianoro con un torrentello (credo vi sia una sorgente nei pressi), poi tagliamo il versante procedendo in direzione sud-est, quindi passiamo da due ampi terrazzi erbosi invertendo un paio di volte il senso di marcia e infine ci fermiamo, tirando un sospiro di sollievo, nel momento in cui risulta evidente che ci troviamo sul comodo crinale: il sentiero continua scendendo per poco nel vallone a sud, quello con la bocchetta di Latola, e da questo punto in avanti è perfettamente identificabile.   

coordinate ED50: N 46°03'26,2" - E 10°32'35,5" (punto di attraversamento della cresta NW)
quota:                 2310m slm

- La cresta NW della cima Bissina è molto irregolare, caratterizzata all'inizio da dossi rocciosi superabili abbastanza facilmente, poi dalla presenza di una parete appoggiata e fratturata dove arrampicare potrebbe non essere sempre semplice, anche perché è seguita da denti piuttosto aspri, infine da quella di un secondo muro, triangolare, biancastro, nettamente più complesso e verticale, del quale ho già parlato e nel quale neppure lontanamente, a causa delle evidenti difficoltà proposte, mi è passato per la testa di appoggiare le mani con intenti bellicosi.

- Il percorso segnato si mantiene a destra della dorsale e torna sulla linea di spartiacque quasi ai piedi della parete appoggiata, proprio nel punto che vi avevo consigliato di osservare dal bivio posto sul fondo della valle del Cop di Breguzzo. E' possibile arrivare fin qui ignorando il sentiero e mantenendosi, dopo averla raggiunta la prima volta, in cresta, muovendosi quindi sui dossi indicati (su una carta è segnata una cima a q.2386): la via è divertente, ma con passaggi di I esposti... ne ho la certezza perché io quella maledetta bandierina bianco-rossa disegnata sul masso isolato nel prato, a due passi dal torrente e dall'incrocio dei sentieri 223 e 249, proprio non l'ho vista e pur di non rinunciare all'escursione ho scelto di attraversare una lingua di pietre e macigni e risalire poi un ripido canale erboso sbucando così ugualmente sulla cresta NW, ma 60 metri più a monte del passaggio giusto. Non trovando tracce di frequentazione umana, ho continuato sulla stessa fin nei pressi della prima parete, fino a quando cioè si allarga e, soprattutto, accoglie l'agognato sentiero proveniente da destra.

- Il vallone in cui procediamo ora, delimitato a sud-est dal muro di roccia che culmina a sinistra con la cima Bissina e a destra con la cima Latola, è bellissimo, ha un incredibile fascino che deriva dal suo aspetto incontaminato, selvaggio, primordiale. Una enorme morena lo occupa totalmente e lascia spazio solo a grandi lastre slisciate dai movimenti dell'antico ghiacciaio e a ciò che di quest'ultimo resta, una piccola striscia bianca che riflette la luce del sole. Non incontriamo colleghi, è rarissimo che succeda in queste zone dimenticate perché gli escursionisti sono attirati da itinerari più semplici e gli alpinisti da altri più ambiziosi. Da lontano non riusciamo a riconoscere la bocchetta di Latola e ovunque nell'alta valle le pareti sembrano invalicabili.

- I segnavia sono evidenti, indicano di mantenersi a sinistra del solco vallivo, lungo ripide tracce dirupate o sui massi del pendio detritico. Passiamo a fianco di placche appoggiate sulle quali sarebbe un piacere arrampicare in aderenza, poi del taglio triangolare biancastro che spezza la cresta NW e da tempo ci ha permesso di identificare la montagna che ci interessa, e a destra della lingua di ghiaccio. E' possibile adesso ammirare la notevole parete ovest, alta quasi 200 metri, della cima Bissina, incisa da grandi, eleganti diedri inclinati, e finalmente individuare la forcella dalla quale dovremo transitare: è preceduta da un tratto in forte pendenza, franoso, e appena sotto alla stessa occorre affrontare, guidati dalle bandierine SAT, alcuni passi relativamente delicati, soprattutto uno di II un po' esposto (non su baratri, ma non auguro a nessuno una caduta di schiena da 2 o 3 metri d'altezza su questi massi spigolosi).
Siamo sulla bocchetta di Latola:

coordinate ED50: N 46°02'44,4" - E 10°33'17,7"
quota:                 2790m slm

- La cima è davanti a noi; è facile raggiungerla lungo la cresta SW facendo solo attenzione a non sporgersi troppo a sinistra, visto che siamo nei pressi dell'orlo superiore delle pareti apprezzate in precedenza. Il panorama sulla valle di Danerba e sulle montagne che la disegnano è notevole e permette, in considerazione dell'aspetto incontaminato e isolato della stessa, di avere ulteriore conferma del rilevante valore ambientale di questo remoto, prezioso settore dell'Adamello.
Un groviglio di filo spinato risalente alla I Guerra Mondiale annuncia ciò che resta di una postazione austriaca; proprio sotto alla vetta resiste ancora, grazie alla volta in cemento armato, un breve tunnel utile oggi come riparo d'emergenza.      

coordinate ED50: N 46°02'50,6" - E 10°33'23,0"
quota:                 2881m slm

- La vista sulla val di Fumo e verso i ghiacciai a nord è senza pari, da sola vale la fatica fatta per arrivare fin quassù; si capisce fra l'altro perché gli Austriaci optarono per questa cima per appostarsi: si domina l'intera valle, si riesce a osservarla quasi tutta, i crinali che ne descrivono l'andamento, e quelli a ovest erano presidiati dagli Italiani, ogni passo, ogni picco e tutte le montagne, culminanti nel poderoso Carè Alto.

- Torniamo lungo lo stesso percorso; occorre prudenza nella discesa dalla bocchetta di Latola e pazienza in quella semplice, ma dispendiosa per i muscoli e dannosa per i tendini, nel vallone detritico sottostante.

"Ponticello in legno sul fiume Chiese (nei pressi della malga Breguzzo)"

 

"Valle del Cop di Breguzzo: torrente"

 

"Valle del Cop di Breguzzo (dalla cresta NW della cima Bissina)"

 

"Alta valle del Cop di Breguzzo (in fondo, da sinistra: cima del Cop di Breguzzo, passo di Breguzzo, corno di Trivena e cime di Danerba) (dalla cresta NW della cima Bissina)"

 

"Cresta NW della cima Bissina: dorsale bassa (dal vallone con la bocchetta di Latola)"

 

"Cima Bissina e vallone con la bocchetta di Latola (dai pressi della cresta NW, della quale si notano la prima parete, scura, e quella biancastra, triangolare, sotto alla cima)"

 

"Cima Bissina (dalla cresta NW, della quale si notano la parte intermedia e la parete biancastra, triangolare, sotto alla cima)"

 

"Vallone con la bocchetta di Latola e lago di Malga Bissina, andando verso la bocchetta"

 

"Vallone con la bocchetta di Latola, andando verso la bocchetta"

 

"Vallone con la bocchetta di Latola (in fondo: cima Bissina e bocchetta di Latola)"

 

"Vallone con la bocchetta di Latola: grande placca appoggiata"

 

"Tratto intermedio della cresta NW della cima Bissina, pendio detritico e minuscola vedretta del vallone con la bocchetta di Latola"

 

"Parete ovest della cima Bissina e minuscola vedretta del vallone con la bocchetta di Latola"

 

"Parete ovest della cima Bissina, bocchetta di Latola, minuscola vedretta e pendio detritico"

 

"Cima Bissina: parete ovest, cresta SW e cima (dai pressi della bocchetta di Latola)"

 

"Bocchetta di Latola (versante nord-ovest)"

 

"Bocchetta di Latola"

 

"Bocchetta di Latola (dalla cresta SW della cima Bissina)"

 

"Cima Bissina: cresta SW e cima"

 

"Vallone con la bocchetta di Latola: minuscola vedretta e pendio detritico (a destra: cresta NW della cima Bissina) (dall'orlo superiore della parete ovest, lungo la cresta SW, della cima Bissina)"

 

"Cima Bissina: groviglio di filo spinato (nei pressi della cima)"

 

"Cima Latola (dalla cresta SW della cima Bissina)"

 

"Cima Bissina: resti di una postazione austriaca della I Guerra Mondiale (nei pressi della cima)"

 

"Cima Bissina: resti di una postazione austriaca della I Guerra Mondiale (nei pressi della cima)"

 

"Cima Bissina: resti di una postazione austriaca della I Guerra Mondiale (nei pressi della cima)"

 

"Cima Bissina: cima"

 

"Val di Fumo (dalla cima della cima Bissina)"

 

"Cima del Cop di Breguzzo, corno di Trivena e cime di Danerba (dalla cima della cima Bissina)"

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