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Articolo inserito in data 07/10/2010 23:02:19
Emilia Romagna-Toscana
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Sentieri 405-(419)-419A-(411)-(00): a sud della VALLE DELL'ACQUACHETA

Sentiero: Osteria Nuova (San Benedetto in Alpe) - Eremo - il Crocione - valle dell'Acquacheta - la Greta - monte Peschiena - passo di Val Capriglia - colla della Maestà - il Crocione - Eremo - Osteria Nuova (Firenze)

difficoltà: E

405: intero, in salita                         (1h 05' - 370 m di dislivello positivo)
419: parziale, all'incrocio col 419A (0h 20' -  40 m di dislivello positivo)
419A: intero, in discesa                  (0h 20)
411: parziale, al monte Peschiena  (1h 50' - 550 m di dislivello positivo)
cima del monte Peschiena:             (0h 10' -  40 m di dislivello positivo)
00 : alla colla della Maestà              (0h 55' -  70 m di dislivello positivo)
419: parziale, a il Crocione             (0h 20' -  20 m di dislivello positivo)
405: intero, in discesa                    (0h 50' -  10 m di dislivello positivo)  

in totale 5h 50' di cammino e 1100 metri di dislivello

note: è un sentiero piacevole per il bel bosco che a tratti attraversa, soprattutto lungo la salita al monte Peschiena. Sono presenti numerose tracce e piste, ma è facile riconoscere il percorso esatto grazie ai frequenti segnavia.

30/09/2010

- San Benedetto in Alpe sorge nella valle del Montone a 42 km circa da Forlì; proseguendo verso il passo del Muraglione, a 2,6 km dalle ultime case del paese e oramai in provincia di Firenze, incontriamo la località Osteria Nuova, dove parcheggiamo in un grande spiazzo a sinistra, aldilà di un paio di edifici. Qui ho preso il punto col GPS e azzerato il misuratore di dislivello:

coordinate ED50: N 43°58'01,1" - E 11°40'19,2" (inizio sentiero 405)
quota:                  613m slm

- Continuiamo a piedi lungo la strada e in breve, appena prima di un ponte, notiamo a destra un cancello metallico verde oltre il quale una freccia in legno ci indica la direzione per l'Eremo. Risaliamo su una pista il fosso Pian di Soia evitando una diramazione a destra, poi la lasciamo per andare dritto (segnavia) quando la stessa, con un tornante a destra, inverte il senso di marcia inerpicandosi nel versante settentrionale della valle. Rasentiamo un recinto con un rudere e alla biforcazione successiva prendiamo il sentiero a destra.

- Entriamo in un bel bosco, quindi guadiamo un torrente e ne seguiamo brevemente il corso; curviamo a sinistra, superiamo un rustico cancello e saliamo lungo una pista sconnessa, a tratti ripida, a tornanti. Ignoriamo varie deviazioni, sempre aiutati da segnavia, e sbuchiamo nei pressi di un casolare e della chiesetta di S.Maria dell'Eremo, caratterizzata da un campaniletto a vela. E' una piacevole sorpresa accorgersi che il luogo non risulta in abbandono come spesso accade in questo settore dell'Appennino, ma al contrario si presenta come una tranquilla e attiva fattoria, con cavalli,capre, oche, galline, cani:

coordinate ED50: N 43°57'53,9" - E 11°38'50,7" (Eremo)
quota:                  904m slm

- Andiamo a destra sulla sterrata di servizio all'abitazione e passiamo a fianco dell'antico cimitero, un piccolo gioiello estremamente suggestivo, con qualche malinconica croce che ricorda l'esistenza passata di persone comuni, semplici. Regala un'emozione preziosa la foto in bianco e nero di una coppia di anziani, marito e moglie.
Poco più avanti lasciamo la pista per entrare in un recinto a sinistra (segnavia), tagliamo il pendio su una traccia, un dosso in un breve solco, e rapidamente arriviamo al cancellino che ci separa da una strada di evidente importanza. Siamo in località il Crocione:

coordinate ED50: N 43°58'02,7" - E 11°38'36,3" (incrocio sentieri 405 - 419)
quota:                  976m slm

- Ora faremo un lungo giro che alla fine ci riporterà in questo stesso punto: proseguiamo a destra (nord) e torneremo da sinistra. Troviamo subito, nei pressi dell'immissione della via sbarrata provieniente dall'Eremo, alcune frecce, una delle quali ci segnala che ci stiamo muovendo verso il monte del Prato Andreaccio. Poco dopo anche la larga pista principale è chiusa al traffico; saliamo blandamente, poi iniziamo a perdere quota con una certa continuità. In corrispondenza di un cartello che comunica l'ingresso nel territorio del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, del Falterona e di Campigna, lasciamo a destra la deviazione per il rilievo dal nome curioso indicato in precedenza:

coordinate ED50: N 43°58'23,5" - E 11°38'55,4" (incrocio sentieri 419 - 419A)
quota:                  983m slm      

- Scendiamo lungo l'ampia strada, incontriamo un branco di belle mucche e vitelli bianchi, passiamo a fianco di un boscoso fosso dal quale proviene un gradevole rumore di acqua in movimento e raggiungiamo l'alveo del torrente Acquacheta:

coordinate ED50: N 43°58'53,7" - E 11°38'36,2" (incrocio sentieri 411 - 419A)
quota:                  735m slm

- Ci immettiamo così nel sentiero 411 che collega i Romiti, nei pressi della famosa cascata dell'Acquacheta, al monte Peschiena, al crinale cioè percorso dallo 00; alcune frecce indicano che quest'ultimo, il punto più alto del nostro itinerario, si trova a sinistra, mentre seguendo a destra il fiumiciattolo arriveremmo nel luogo, ricordato da Dante, in cui lo stesso precipita, incredibilmente placido, per decine di metri (è un'area di notevolissimo interesse che attraverseremo e descriverò in un'altra occasione).
Ci dirigiamo quindi ad ovest, verso l'alta valle, e subito guadiamo il torrente; saliamo in breve tempo al Bagnatoio, un casolare in abbandono con alcuni ambienti tuttora utilizzati come riparo per il bestiame; uno di questi è pittoresco, con un grande arco, travi portanti che paiono intatte, ma sospese inutilmente perché il pavimento del piano superiore è crollato, e graziose finestrelle traforate di mattoni:

coordinate ED50: N 43°58'46,9" - E 11°38'24,4"
quota:                  764m slm

- Superiamo un piccolo fosso, entriamo poi nel bosco. Non abbiamo la percezione di muoverci lungo una valle perché il corso d'acqua è distante, alla nostra sinistra. Stiamo tagliando il versante sud di un monte guadagnando quota blandamente a causa della presenza di vari saliscendi, attraversando fossi che arrivano da destra; uno di questi è splendido, con un alveo in parte roccioso movimentato da gradini alti almeno un paio di metri che formano suggestive cascatelle. Un tratto in discesa ci riporta a fianco del torrente Acquacheta, che guadiamo per la seconda volta nella giornata.

- Una vecchia freccia in legno ci indica la direzione; sono presenti anche vari segnavia che da qui alla cima del monte Peschiena risulteranno piuttosto utili.
Ora la salita è ripida e continua, in un bosco che man mano diventa più bello. Un momentaneo calo della pendenza e un pascolo recintato a sinistra (cavalli) ci annunciano il casolare la Greta: sbuchiamo in una pista in buono stato, andiamo per pochi metri a sinistra, verso il prato, e aldilà della stessa, che subito termina, vediamo il viottolo d'accesso all'edificio. Ci teniamo a destra di quest'ultimo su un dosso, poi scendiamo a sinistra e ci troviamo oltre la casa, che in tal modo abbiamo aggirato. L'ambiente è molto interessante, reso incantevole dalle montagne circostanti totalmente ricoperte di alberi.

- Affrontiamo alcuni strappi decisi nel bosco lungo un sentiero che resta nei pressi di un cresta e che mai è troppo faticoso perché in realtà i tratti aspri sono brevi e sempre seguiti da altri in cui si cammina con maggiore tranquillità.
Arriviamo nei pressi del crinale principale, lo spartiacque appenninico, appena sotto alla vetta del monte Peschiena; per raggiungerlo la traccia curva a destra e mantenendo moderata la pendenza ne taglia il versante nord. All'improvviso il cielo sopra di noi è libero: la luce è intensa, il sole scalda e ci rendiamo conto che la foresta appena attraversata è fitta, ombrosa, preziosa perché formata da alberi di discrete dimensioni, e che il tempo che vi abbiamo passato è rilevante, tanto che i nostri occhi si sono abituati alla delicata oscurità che lentamente ci ha avvolto. 

coordinate ED50: N 43°58'24,5" - E 11°36'02,0" (incrocio sentieri 00 - 411)
quota:                  1156m slm

- La cima è a sinistra e vi sorge, a pochi metri, un'alta, evidentissima antenna. Vi saliamo in pochi minuti di cammino, ma non ne valeva la pena essendo la stessa solo un modesto dosso difficilmente identificabile, invaso da fitte, fastidiose felci e privo di interesse panoramico (bella veduta della slanciata antenna...):

coordinate ED50: N 43°58'22,8" - E 11°36'10,7"
quota:                  1198m slm

- Dal punto in cui il sentiero 411 sbuca sul crinale seguiamo a sinistra lo 00 (frecce) verso il passo del Muraglione. Il bosco resta notevole ed è saltuariamente interrotto da radure ricoperte di rovi e altra vegetazione selvatica invasiva; la presenza in queste di vecchi recinti diruti ci fa pensare che si tratti di pascoli in abbandono. Ci muoviamo per poco su una pista disastrata che lasciamo tenendoci a sinistra quando inizia a calare con decisione (segnavia).
Perdiamo quota lentamente, e lentamente, ma inesorabilmente, lo fa anche l'interesse dell'ambiente attorno.
Raggiungiamo una strada sterrata in buone condizioni, al passo di Val Capriglia:

coordinate ED50: N 43°57'54,6" - E 11°37'16,7"
quota:                  1008m slm

- Aldilà della stessa, guidati dalla provvidenziale bandierina bianco-rossa del CAI, saliamo lungo un tratturo, scendiamo a rasentare un pascolo, torniamo brevemente a salire e sbuchiamo su un'altra strada; andiamo dritto e arriviamo infine a un importante incrocio, la colla della Maestà:

coordinate ED50: N 43°57'37,1" - E 11°37'52,9"
quota:                  1009m slm

- La transitabilità automobilistica di queste piste è testimoniata dalla presenza di due camion che con gru e benna stanno caricando legna: dopo tante ore di cammino nei boschi l'odore dei gas di scarico è micidiale. Varie frecce segnaletiche aiutano ad orientarsi: a destra un sentiero porta a San Godenzo, mentre lo 00 prosegue attraversando la via principale e come il ramo destro della stessa va al passo del Muraglione; noi ci teniamo su quello sinistro in direzione Acquacheta, e con una piacevole (soprattutto perché ci allontaniamo dai rumorosi e pestilenziali bisonti meccanici) passeggiata giungiamo nuovamente in località il Crocione. Da qui scendiamo verso l'auto percorrendo a ritroso il primo tratto dell'itinerario descritto.

"Mucca, salendo verso l'Eremo"

 

"Mulattiera nel bosco, salendo verso l'Eremo"

 

"Vitelli, salendo verso l'Eremo"

 

"Eremo: gregge di capre"

 

"Eremo: cimitero"

 

"Veduta verso le montagne boscose a ovest, scendendo da il Crocione verso il torrente Acquacheta"

 

"Casolare il Bagnatoio"

 

"Casolare il Bagnatoio"

 

"Casolare il Bagnatoio: ambiente interno di uno degli edifici"

 

"Casolare il Bagnatoio: ambiente interno di uno degli edifici"

 

"Alveo roccioso di un torrente, andando verso il casolare la Greta"

 

"Alveo di un torrente e sentiero nel bosco, andando verso il casolare la Greta"

 

"Sentiero nel bosco, salendo verso la cima del monte Peschiena"

 

"Sentiero nel bosco, salendo verso la cima del monte Peschiena"

 

"Sentiero nel bosco, salendo verso la cima del monte Peschiena"

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