Sentiero: parcheggio della diga del lago di Malga Bissina - baita CAI Cassano d'Adda - passo Ignaga - passo d'Avolo - lago d'Avolo - passo di Campo - lago di Campo - parcheggio (Val di Daone - Val di Fumo - Trento)
difficoltà: ovunque E, tranne nel settore percorso dell'Alta via dell'Adamello, fra il passo Ignaga e il passo di Campo, dove risulta essere EE
segnavia: 245 - 1 (Alta via dell'Adamello) - 242
in totale 4h 45' di cammino e 900 metri di dislivello
dati parziali: - dal parcheggio al passo Ignaga: 1h 55' di cammino e 680 metri di dislivello - dal passo Ignaga al passo d'Avolo: 20' di cammino e 60 metri di dislivello - dal passo d'Avolo al passo di Campo: 1h 10' di cammino e 80 metri di dislivello - dal passo di Campo al parcheggio: 1h 20' di cammino e 80 metri di dislivello
sono possibili varie, interessanti deviazioni: - verso la conca del lago di Mare: 50' di cammino fra andata e ritorno - verso un laghetto a sud del monte Ignaga: allungando il cammino di 15' - lungo i camminamenti del passo Ignaga: 10' di cammino e 40 metri di dislivello - verso la cima ad est del passo d'Avolo e la cima d'Avolo: vedi "commenti e consigli"
miei commenti e consigli: si tratta probabilmente del più bel sentiero della zona. Le montagne attorno hanno un aspetto severo, cupo, e i laghi incontrati sono splendidi gioielli, soprattutto quelli di Mare e d'Avolo. Affascinanti poi sono gli sterili pendii detritici, le rocce, e ricchi di suggestione e significato i camminamenti, i resti delle postazioni italiane della Grande Guerra nei pressi del passo Ignaga. Notevole è infine il panorama sull'ampia conca del lago di Campo, che per quasi un'ora si attraversa restando in quota. Si affrontano i passaggi più scoscesi lungo l'Alta via, e risultano sempre facilitati da pioli metallici, brevi funi e catene. Le deviazioni sono quasi tutte consigliabili: da non perdere la passeggiata che permette di apprezzare ciò che rimane delle fortificazioni attorno al passo Ignaga, mentre in caso di mancanza di tempo va considerato che il lago di Mare e quello a sud del monte Ignaga sono avvistabili anche da punti del sentiero posti a quote superiori rispetto a quelle dei bivii indicati per raggiungerli direttamente. Diverso è il discorso per le 2 cime ad est del passo d'Avolo: appaiono indiscutibili l'interesse panoramico (sono isolate) e ambientale, ma lo è anche il pericolo oggettivo che si corre scendendo dalle stesse a causa della pendenza del terreno, della scarsa aderenza (zolle erbose e pietrisco instabile) e della presenza di insidiosi dirupi sottostanti. Fastidiose nubi basse non mi hanno permesso di riconoscere con precisione tale da poterne fornire una descrizione accurata, le giuste vie per salirvi (forse ve ne sono di meno inquietanti di quelle percorse da me), tuttavia sono certo d'aver toccato la cima della più vicina (ometto a 2637m) restando sulla cresta rocciosa, con qualche tratto esposto di I e II, dopo essere partito dal rudere di un edificio ben visibile dal passo, e quella della seconda (cima d'Avolo, 2658m) costeggiando in basso il crinale, su pietraia, fino a lasciare alle spalle la prima vetta, quindi guadagnando decisamente quota a sinistra, su roccette, intuitivamente, per portarmi in cresta, non distante dalla selletta che precede la massima elevazione (ammesso fosse quella reale, perché durante l'ascesa il muro di nebbia era diventato impenetrabile!). Il ritorno, come anticipato, non è banale; durante quest'ultima deviazione in tutto ho camminato, e un po' arrampicato, per 1h 30' circa, e superato un dislivello di oltre 150 metri 03/09/2010
- Giunti nei pressi della diga del lago di Malga Bissina, in vista del margine superiore della stessa, incontriamo un piccola rotonda; seguendo le indicazioni, da quest'ultima saliamo lungo la stradina che in breve ci porta a una grande area di sosta dove lasciamo l'auto:
coordinate ED50: N 46°03'05,8" - E 10°30'41,5" quota: 1845m slm
- Prendiamo a piedi la pista (segnavia SAT) che notiamo in fondo al parcheggio e camminando in piano arriviamo a un ampio spiazzo: a sinistra una freccia indica il sentiero 242 per il lago e il passo di Campo, quello da cui torneremo, mentre davanti a noi è evidente la traccia segnalata (245 - malga Ervina e forcel Rosso) che seguiremo. Guadagnamo quota con continuità, piacevolmente, senza fatica; dopo poco più di mezzora passiamo a fianco della baita CAI Cassano d'Adda (che mi dicono quasi sempre chiusa), ottenuta ristrutturando la vecchia malga Ervina, in splendida posizione panoramica (lago e diga, montagne ad est e nord-est). Continiamo a destra della stessa (indicazioni) e subito incontriamo un bivio: andando dritto, attraversando il pascolo, ci dirigeremmo verso il forcel Rosso, ma a noi interessa il sentierino a sinistra (segnavia scoloriti) che mira una caratteristica valletta.
coordinate ED50: N 46°03'30,4" - E 10°30'25,2" (primo bivio) quota: 2046m slm
- Risaliamo il corso di un torrente e raggiungiamo una conca tranquilla, appartata, aldilà della quale, a destra, il percorso diventa, a tratti, più ripido. Al bivio successivo ci teniamo a destra (indicazione per passo Ignaga), tuttavia se avessimo un'oretta di tempo in più, necessaria fra andata e ritorno, potremmo seguire la traccia a sinistra che ci permetterebbe di arrivare in riva al bellissimo lago di Mare.
coordinate ED50: N 46°03'44,5" - E 10°30'09,4" (bivio con deviazione per il lago di Mare) quota: 2158m slm
- Qualche strappo ci porta in un luogo caratteristico, a circa 2300 metri di quota: di fronte, verso ovest e la costiera rocciosa che ci separa dalla Lombardia, abbiamo quella che pare una valletta priva di asperità e cambiamenti di livello significativi, mentre il sentiero curva a sinistra oltrepassando il modesto crinale che delimita la valle stessa. In questa, ad una decina di minuti di cammino dal punto indicato, troviamo il suggestivo specchio d'acqua che in alcune carte viene segnalato come laghetto Monte Ignaga; la risalita del pendio alla sua sinistra permette di rientrare nel percorso corretto per il passo, tuttavia, nel dubbio, conviene retrocedere fino a dove lo si è lasciato.
- Continuiamo sul sentiero immergendoci in un paesaggio man mano più bello, e presto riconosciamo, in basso a destra, il laghetto Monte Ignaga (è qui che saremmo arrivati se avessimo seguito l'itinerario alternativo fino al lago e sul pendio); ciò che però ci sorprende, ci affascina, è poco dopo la vista, a sinistra, del lago di Mare: uno splendido occhio blu in una spettacolare, ripida conca detritica che assume l'aspetto di un elegante cratere. Raramente mi è capitato di osservare qualcosa che ipnotizza in tal modo, per la severità della pietra frantumata, perché quegli enormi scivoli di massi grigiastri sono lunari, perché l'intensità del colore dell'acqua contrasta esageratamente con la magica monotonia dello sterile ambiente circostante e nella mente ne rende infinita la profondità. Ho scattato numerose foto prima di rendermi conto che stavo ritraendo sempre la stessa immagine!
- Saliamo superando qualche roccetta e finalmente arriviamo in cresta, al passo Ignaga (o di Casinelle), dove intercettiamo l'Alta via dell'Adamello:
coordinate ED50: N 46°03'44,1" - E 10°29'24,9" quota: 2525m slm
- Non conosco parole adatte a descrivere correttamente le sensazioni che si provano in questo luogo: le rocce sono grige e rossastre, spesso scure, e si trasformano in camminamenti, in postazioni abbandonate, in casupole dirute. Una scaletta di pietre scolpite ci permette di percorrere l'aereo tratto dell'antico sentiero verso nord, strappato alla natura ostile con i picconi, aereo, esposto, e di apprezzare fra l'altro l'incredibile posizione di una baracca, un vero e proprio nido d'aquila ricavato in un minuscolo pianoro sospeso in un'alta e compatta parete inclinata. Impressionano i precipizi, lo fa il pensiero rivolto a chi costruì tutto ciò, quasi cent'anni fa, a chi combattè quassù, a chi tremò sentendo i boati dei cannoni, aspettando di capire dove esplodevano i proiettili, e per il ghiaccio, la neve, il freddo, che su queste montagne causarono durante la Grande Guerra più morti delle armi stesse. Il tempo è sospeso, il silenzio invita a riflettere, a riposare per qualche minuto godendosi la fortuna di poter andare in montagna faticando, sudando, anche rischiando, ma solo per propria scelta, ricavandone soddisfazioni e divertimento, a volte anche serenità.
- Andiamo a sinistra accompagnati da muretti a secco, mimetici ripari dalla discutibile capacità protettiva, ma in grado di restare in piedi fino ad ora, rasentiamo quindi una caverna artificiale, forse una polveriera, e di fronte a questa seguiamo le indicazioni per il passo Dernal (1 - Alta via). Scendiamo per un po', poi tendenzialmente saliamo sul sentiero scosceso, con brevi tratti ripidi, che mira l'evidente passo d'Avolo e si mantiene sopra al margine superiore del vallone detritico i cui innumerevoli macigni perdendo quota paiono confluire tutti nel punto più basso e lontano dello stesso, attratti e inghiottiti dal lago di Mare.
- Arriviamo alla sella, anch'essa fortificata; notiamo, vicino, il rudere particolarmente suggestivo di un edificio, a fianco del quale si passa per raggiungere le cime descritte sopra, nelle righe dedicate ai "miei commenti e consigli": tenendolo a destra, su tracce di camminamenti si va in cresta, che tuttavia non è possibile seguire interamente per concatenare le due vette, mentre lasciandolo a sinistra ci si dirige, all'inizio più o meno in piano, verso la cima d'Avolo.
coordinate ED50: N 46°03'24,5" - E 10°29'19,9" (passo d'Avolo) quota: 2556m slm
- L'ambiente risulta piuttosto severo; bella è la vista sulla conca del lago d'Avolo, verso cui iniziamo a scendere. Ci spostiamo troppo a sinistra su una traccia evidente e segnata, ma si tratta solo di un giro necessario per evitare le zone maggiormente dirupate. Rasentiamo altri ruderi e perdiamo quota bruscamente fino a sfiorare le rive dello splendido lago, di certo abitato da esseri incantati; stupisce anche l'aspetto delle rocce circostanti, delle grandi morene inclinate e di alcuni caratteristici "panettoni" rossastri. Da quando abbiamo intravisto per la prima volta il lago di Mare, almeno un'ora fa, il sentiero è riuscito a offrirci costantemente importanti emozioni, tanto che non si esagera definendolo il più ricco di significato in questo settore dell'Adamello.
- Prosegue la discesa; nel frattempo si è aperto il panorama sull'ampia valle sottostante, incredibilmente verde per occhi che da tempo stanno osservando solo paesaggi di pietra, quella che fa confluire le sue acque nel grande lago di Campo. La particolare conformazione della stessa, che da quassù sembra una gigantesca conca allungata separata da noi da alte pareti, continue e probabilmente inaccessibili per un semplice escursionista, fa sì con non si possa scendervi direttamente, ma sia necessario, dopo passaggi ripidi su terreno friabile, resi però facili dalla presenza di pioli metallici e funi, e aver superato un torrentello che subito si getta nel vuoto creando una rumorosa cascata, percorrerla mantenendosi in quota nel suo versante occidentale, centinaia di metri sopra al fondo, fino a raggiungere il passo di Campo, dall'aspetto regolare ed elegante:
coordinate ED50: N 46°02'26,3" - E 10°29'06,1" quota: 2288m slm
- Prima di andare a sinistra seguendo le indicazioni di alcune frecce (242 - Bissina), conviene restare per un attimo sull'Alta via e visitare i vicini ruderi di postazioni. La discesa verso il lago di Campo è inizialmente tranquilla, con viste verso l'alta valle dalla quale proveniamo, poi però diventa scoscesa e meno interessante. Una notevole veduta del grande specchio d'acqua, che dal passo non era possibile scorgere, anticipa l'arrivo nel piano in cui si trova. Da questo punto, appena prima di raggiungere il rustico riparo chiamato malga Campo di sopra, riusciamo ad apprezzare l'intera valle, coglierne l'essenza, la morfologia, e comprendere il motivo dell'aggiramento che siamo stati costretti a fare per toccarne il fondo: le affascinanti pietraie che circondano il lago d'Avolo e scendono dal passo omonimo e dalla costiera montuosa vicina, occupano un enorme terrazzo sospeso, sostenuto da un muro poderoso, compatto e altissimo, che non consente passaggi escursionistici se non quello costituito dalla lunga traversata in quota.
- Bellissima, quindi, la valle, e altrettanto il lago, dal colore blu intenso, in parte delimitato da rupi e pendii detritici ed erbosi. Superiamo un breve strappo abbandonando definitivamente la zona, quindi torniamo a perdere quota, ma solo per un po' perchè il percorso si spiana e propone non più di qualche blando saliscendi mentre taglia il versante in direzione nord, verso la diga e il parcheggio. Passiamo sopra ad alte pareti verticali restando piacevolmente sorpresi dall'interesse estetico che caratterizza l'itinerario anche in quest'ultimo tratto. A destra, in basso, notiamo la strada della val di Fumo. A un bivio ci teniamo a sinistra e dopo qualche strappetto sbuchiamo nello spiazzo che avevamo incontrato a due passi da dove eravamo partiti. Andiamo a destra e in pochi minuti siamo all'auto.
"Sentiero, salendo verso la baita CAI Cassano d'Adda"
"Lago di malga Bissina e bassa val di Fumo, salendo verso la baita CAI Cassano d'Adda"
"Conca sopra alla baita CAI Cassano d'Adda, salendo verso il passo Ignaga"
"Cima d'Avolo (a sinistra), gradino roccioso e pendii sotto al lago di Mare (dai pressi del bivio con la diramazione per raggiungerlo)"
"Valle col laghetto Monte Ignaga"
"Laghetto Monte Ignaga, salendo verso il passo Ignaga"
"Sentiero fra roccette, salendo verso il passo Ignaga"
"Lago di Mare, salendo verso il passo Ignaga"
"Passo Ignaga: fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Cresta e pendii rocciosi verso nord (dai pressi del passo Ignaga)"
"Cresta verso sud-ovest e monte Marosso (dai pressi del passo Ignaga)"
"Passo Ignaga: fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Val di Saviore (dal passo Ignaga)"
"Passo Ignaga: camminamento e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento italiano della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento italiano della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: camminamento e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: ruderi di una baracca italiana della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: ruderi di una baracca italiana, a nido d'aquila, della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: ruderi di una baracca italiana, a nido d'aquila, della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo Ignaga: fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Passo d'Avolo (versante lago di Mare), provenendo dal passo Ignaga"
"Sentiero, andando verso il passo d'Avolo"
"Sentiero, andando verso il passo d'Avolo"
"Passo d'Avolo, provenendo dal passo Ignaga"
"Passo d'Avolo: rudere di un edificio italiano della Grande Guerra"
"Passo d'Avolo: rudere di un edificio italiano della Grande Guerra"
"Passo d'Avolo: rudere di un edificio italiano della Grande Guerra"
"Ometto sulla prima cima ad est del passo d'Avolo"
"Cresta rocciosa fra il passo d'Avolo e la prima cima ad est dello stesso"
"Pietraia nei pressi della cresta fra il passo d'Avolo e la prima cima ad est dello stesso"
"Lago d'Avolo (dal passo d'Avolo)"
"Passo d'Avolo (versante lago di Campo), scendendo verso il lago d'Avolo"
"Paesaggio roccioso, scendendo verso il lago d'Avolo"
"Lago d'Avolo"
"Lago d'Avolo"
"Valle e lago di Campo (dai pressi del lago d'Avolo)"
"Cascata, andando verso il passo di Campo"
"Passo di Campo (versante lago di Campo), provenendo dal passo d'Avolo"
"Passo di Campo e fortificazioni italiane della Grande Guerra"
"Lago di Campo, scendendo verso la malga Campo di sopra"
"Lago di Campo, scendendo verso la malga Campo di sopra"
"Valle del lago di Campo (dai pressi del lago e della malga Campo di sopra)" |