Sentiero: Fantella (Premilcuore) - Calbolano - Pian Zucchero - Campastrone- Fontanamaggio - Sant'Agata - Sant'Eufemia - Fantella (Forlì-Cesena)
difficoltà: E - T
335 : intero, in salita (1h 35' - 190 m di dislivello positivo) 335A: intero, in salita (0h 35' - 150 m di dislivello positivo) 333 : parziale, a Sant'Agata (1h 45' - 220 m di dislivello positivo) su strada, ritorno a Fantella (1h 35' - 90 m di dislivello positivo)
in totale 5h 30' di cammino e 650 metri di dislivello
nota: al tempo totale rilevato andrebbero tolti 30' in quanto l'itinerario è stato ripetuto in presenza di neve fresca
06/02/2011
- Seguiamo da Forlì l'ex SS 9 ter del Rabbi (ora SP 3) che, come suggerisce il nome, percorre verso l'Appennino la valle del fiume Rabbi. Superiamo Predappio, Tontola e Strada San Zeno, dove lasciamo a sinistra la diramazione per Galeata, quindi ignoriamo quella a destra per Rocca San Casciano. Al km.32 (8 chilometri prima di Premilcuore) incontriamo la località Ponte Fantella e subito dopo, ben segnalata, la deviazione che ci interessa, quella a sinistra per Fantella e Montalto: la risaliamo per 900 metri e parcheggiamo nei pressi della chiesa di Fantella.
coordinate ED50: N 44°00'51,6" - E 11°50'41,7" (inizio sentiero 335) quota: 410m slm
- Non vi sono segnalazioni, e lungo l'intero itinerario saranno rare e scolorite, tuttavia risulterà quasi sempre semplice riconoscere la giusta direzione. Scendiamo al vicino cimitero e vi passiamo a fianco, tenendolo a sinistra, rasentando un campo. Andiamo a destra (nei pressi c'è una vecchia indicazione in legno per Campastrone) sulla strada sterrata in cui sbuchiamo; qualche metro in salita e ad un tornante a destra prendiamo la pista (sbarra) che si stacca a sinistra: se siamo nel punto corretto dovremmo notare a sinistra, poco più in basso, il torrente Fantella che scorre parallelamente alla nostra viuzza. Presto un ponticello ci permette di toccare la sponda opposta (destra orografica).
- Un breve strappo ci porta ad un ampio prato con ai margini una tettoia e un forno, che ignoriamo restando sulla stradina e continuando tranquillamente a risalire la valle. Al bivio immediatamente successivo evitiamo la traccia che cala a destra: siamo molto vicini al corso d'acqua che qui assume la forma di una piccola gola; caratteristiche sono le pareti marnoso-arenacee aldilà dello stesso.
- In questa zona numerose sono le possibili deviazioni, tuttavia noi procediamo sempre lungo la stessa direzione (quella dell'alveo), sulla via più evidente e logica. Notiamo in riva al torrente il primo casolare, il mulino di Valchiana, senza futuro, oramai un rudere completamente ricoperto di vegetazione:
coordinate ED50: N 44°00'07,6" - E 11°51'07,7" quota: 377m slm
- Saranno molti gli edifici rurali isolati che incontreremo, quasi tutti in abbandono, e rappresentano il maggiore motivo di interesse di questa escursione. Credo che la loro frequenza in entrambi i versanti della valle del Fantella sia dovuta alla storica mancanza nella stessa di un vero e proprio paese che fungesse da punto abitativo di riferimento. Si spiega, a mio parere, in modo analogo la presenza di 3 chiesette con cimitero (Fantella, S.Eufemia e S.Agata) distanziate alcuni chilometri l'una dall'altra.
- Oltrepassato il rudere guadagnamo blandamente quota su un tratturo che presto diventa una mulattiera. Un tratto in falsopiano precede un bivio dove scendiamo per poco a destra, fino a superare un torrentello (segnavia su un albero). Raggiungiamo il pittoresco nucleo di Calbolano:
coordinate ED50: N 43°59'51,2" - E 11°50'54,5" quota: 423m slm
- Il luogo è di notevole interesse, e l'insieme di costruzioni molto suggestivo: i due edifici principali sono collegati da un corridoio pensile che forma un sottopasso ad arco. La curiosità mi ha portato a risalire la scala di una delle case e rendermi così conto che in una camera al primo piano, a fianco del passaggio sopraelevato, è ancora possibile apprezzare la semplice decorazione dipinta nell'intonaco. Chiaramente il pericolo di crolli parziali risulta rilevante e sconsiglio ad un eventuale escursionista di ripetere il mio incauto approccio, anche perché è sufficiente girovagare lì attorno, senza rischiare, per godersi l'atmosfera magica, lievemente malinconica, che queste vecchie pietre riescono ad emanare.
- Pochi metri prima di Calbolano alcuni segnavia indicano il sentiero da seguire nel bosco. Più avanti diventa quasi una pista; a un bivio ci teniamo a sinistra e in blanda ascesa, fra gli alberi, tagliamo il versante orientale della valle. Torniamo a perdere quota tranquillamente e dopo un rustico cancellino incontriamo casa Trova:
coordinate ED50: N 43°59'26,5" - E 11°50'40,8" quota: 459m slm
- Anche questa costruzione è suggestiva, sebbene in stato di forte, irrimediabile degrado. Fra l'altro ha importanza storica visto che le sue origini sono antiche, probabilmente risalenti al 1400, ed è descritta su varie pubblicazioni inerenti all'architettura rurale della Romagna. Andiamo per pochi metri verso il torrente, dal quale ci separa un alto dirupo, e curviamo decisamente a sinistra. Attraversiamo un rigagnolo, superiamo un dossetto tenendoci a destra a un bivio e scendiamo verso il casolare di Pian Zucchero, stabilmente abitato fino a qualche anno fa dalla signora Garda e tuttora in ottime condizioni:
coordinate ED50: N 43°59'19,8" - E 11°50'29,9" quota: 434m slm
- Un comodo vialetto ci porta a un ponte e aldilà di questo ci consente di salire, in tutto in una decina di minuti di cammino, alla strada principale, a nord della chiesa di S.Eufemia e nel punto in cui termina il sentiero 335:
coordinate ED50: N 43°59'17,0" - E 11°50'20,5" (fine sentiero 335) quota: 502m slm
- A noi, tuttavia, interessa la pista che appena prima del ponte guadagna decisamente quota staccandosi a sinistra e proseguendo verso l'alta valle (indicazione in legno per Campastrone, Santa Sofia), qui infatti parte la diramazione 335A di collegamento fra i percorsi 335 e 333:
coordinate ED50: N 43°59'17,3" - E 11°50'26,4" (incrocio sentieri 335 - 335A) quota: 435m slm
- Subito rasentiamo casa Nuova, perfettamente recuperata:
coordinate ED50: N 43°59'12,5" - E 11°50'35,0" quota: 472m slm
- Proseguiamo salendo senza fatica sulla stradina e dopo aver toccato, appena prima di un ponticello su un torrente, la piccola costruzione chiamata Mulinetto, entriamo in un tratto boscoso e arriviamo a Campastrone, un casolare in ottimo stato e bella posizione, utilizzato come base scout:
coordinate ED50: N 43°59'06,9" - E 11°50'53,7" (Mulinetto) quota: 520m slm
coordinate ED50: N 43°59'02,3" - E 11°50'36,2" (Campastrone, incrocio sentieri 333 - 335A) quota: 575m slm
- In questo punto ci immettiamo nel sentiero 333 e lo seguiamo a destra (indicazioni per Sant'Agata); immediatamente si apre un piacevole panorama sul settore della valle del Fantella in cui spicca la chiesetta di S.Eufemia. Lasciamo una fonte e raggiungiamo Montebuono, l'ennesimo bel casolare in stato di abbandono:
coordinate ED50: N 43°58'50,1" - E 11°50'23,2" quota: 568m slm
- Alcuni anni fa passai da qui, sempre in inverno; vi erano almeno 30/40 cm di neve fresca, non battuta, e risultò piuttosto faticoso muoversi, tuttavia il sole, come questa volta, splendeva in uno spettacolare, limpidissimo cielo privo di nubi. Curiosando fra le rovine a caccia di scorci da fotografare, fui terrorizzato da un grosso rapace notturno, probabilmente un gufo che aveva trovato riparo in uno degli anfratti protetti dai rovi e dai mucchi instabili di macerie, che svolazzò rumorosamente, e improvvisamente, in cerca di un posto più tranquillo. E' un meraviglioso volatile piuttosto stanziale che, se libero di farlo, vive a lungo, quindi potrebbe essere che questa sia ancora casa sua, o almeno così mi piace credere... eviterò quindi di rischiare di disturbarlo ancora!
- Il sentiero gira attorno alla casa e prosegue risalendo una valletta secondaria; più avanti propone una larga curva a destra e ci porta davanti ai ruderi di Fontanamaggio:
coordinate ED50: N 43°58'42,1" - E 11°50'40,3" quota: 580m slm
- Davanti a noi, in alto, notiamo l'ultimo casolare diroccato che incontreremo: pare essere in bellissima posizione, su un crinale, e le sue forme tristi e pittoresche risaltano sul cielo azzurro. Si chiama la Magera. Lo raggiungiamo continuando a camminare sulla pista, dopo aver superato un torrentello e un tratto in salita continua che non sarebbe faticoso se la neve non si presentasse alta fino al ginocchio e poco consistente:
coordinate ED50: N 43°58'33,3" - E 11°50'23,0" quota: 638m slm
- La posizione di questo rudere è realmente notevole, a dominio della parte centrale della valle del Fantella. Andando a destra prendiamo una brutta pista sconnessa, ripida, che scende verso il torrente (mancano totalmente i segnavia). E' necessario affrontare poi un guado dove l'acqua non supera i 10 cm d'altezza. Sulla sponda opposta proseguiamo brevemente verso sinistra fino a individuare, a destra, il tratturo che sale verso la strada principale raggiungendola qualche centinaio di metri a nord di Sant'Agata. Noi però, distratti dalle tracce sulla neve di un fuoristrada, abbiamo ignorato l'itinerario consigliato e ci siamo mantenuti a fianco del corso d'acqua, che in tal modo siamo stati costretti ad attraversare altre due volte. Arrivati davanti a un bel casolare abitato, il mulino Sant'Agata, ne abbiamo utilizzato il vialetto d'accesso per portarci in breve sulla strada che percorre la valle, ma a sud del piccolo centro abitato. Risalendola a destra, in meno di un quarto d'ora siamo giunti nei pressi della chiesa e del gruppo di case, fra le quali si "nasconde" una nota trattoria:
coordinate ED50: N 43°58'28,8" - E 11°49'28,5" quota: 596m slm
- Per tornare all'auto dobbiamo ora procedere a lungo (6,5 km...) sulla strada che, sebbene noiosa, è piacevolmente affrontabile perché attraversa un ambiente interessante e risulta pochissimo trafficata; offre inoltre belle viste sulla valle e soprattutto la possibilità di riconoscere tutti i casolari che abbiamo visitato. Nel minuscolo borgo l'incrocio può trarre in inganno: la via a sinistra porta alla trattoria, mentre delle due con segnalazioni per Forlì è da seguire quella a destra, non asfaltata, la più vicina alla chiesetta di S.Agata. Rasentiamo la chiesa di S.Eufemia, tocchiamo il punto in cui sbuca il sentiero 335, varie tipiche case rurali isolate, stabilmente o saltuariamente abitate, e dopo un paio di blande salite appena percepibili scendiamo fino alla chiesa di Fantella. In tutto camminiamo su strada per circa 90 minuti.
"Parete marnoso-arenacea, andando verso il mulino di Valchiana e Calbolano"
"Torrente Fantella, andando verso il mulino di Valchiana e Calbolano"
"Mulino di Valchiana"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Calbolano"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casa Trova"
"Casolare di Pian Zucchero"
"Casa Nuova"
"Mulinetto"
"Casolare di Campastrone"
"Valle del Fantella (al centro: chiesa di S.Eufemia), andando verso Montebuono"
"Casolare di Montebuono"
"Casolare di Montebuono"
"Casolare di Montebuono"
"Casolare di Montebuono"
"Casolare di Montebuono"
"Pista fra Montebuono e Fontanamaggio"
"Casolare di Fontanamaggio"
"Casolare di Fontanamaggio"
"Casolare di Fontanamaggio"
"Casolare di Fontanamaggio"
"Pista fra Fontanamaggio e la Magera"
"Casolare di Fontanamaggio, salendo verso la Magera"
"Casolare la Magera"
"Casolare la Magera"
"Casolare la Magera"
"Casolare la Magera"
"Casolare la Magera"
"Guado nel torrente Fantella, andando verso Sant'Agata"
"Valle del Fantella (al centro: casa Trova), andando lungo la strada che collega Fantella a Sant'Agata"
"Calbolano, andando lungo la strada che collega Fantella a Sant'Agata" |