Sentiero: Tredozio - monte Sacco - passo Monte Busca - Prato Vecchio - Cognolo - Tredozio - la Maestà di Piaiano - il Convento - Tredozio (Forlì-Cesena)
difficoltà: E - T
571: intero, in salita (1h 45' - 400 m di dislivello positivo) su strada, a Prato Vecchio (0h 20') 515: intero, in discesa (1h 10' - 20 m di dislivello positivo) su strada, all'inizio del 575 (0h 05' - 10 m di dislivello positivo) 575: salita alla Maestà (1h 05' - 270 m di dislivello positivo) 575: discesa al Convento (0h 30') su strada, ritorno a Tredozio (0h 15' - 10 m di dislivello positivo)
in totale 5h 10' di cammino e 710 metri di dislivello
note: per compiere questo itinerario è necessario percorrere qualche tratto, abbastanza noioso, su strada asfaltata. In alcuni punti mancano, o sono stato cancellate, le bandierine bianco-rosse del CAI, per cui occorre un minimo di attenzione per riconoscere la giusta via
10/02/2011
- Tredozio è un paese raggiungibile risalendo da Faenza la valle del Marzeno fino a Modigliana, e da qui quella del Tramazzo, guidando in tutto per una trentina di chilometri. In prossimità del centro abitato incontriamo a sinistra un distributore di carburante e a destra il cimitero; pochi metri dopo la stazione dei carabinieri lasciamo la strada provinciale per andare a sinistra (indicazione per Rocca San Casciano). Aldilà del ponte nuovamente deviamo a sinistra e subito parcheggiamo. Il sentiero si stacca a destra al termine degli edifici (freccia metallica per Vezzano, croce monte Sacco - 571):
coordinate ED50: N 44°04'47,3" - E 11°44'45,0" (inizio sentiero 571) quota: 331m slm
- Camminiamo sul breve vialetto d'accesso a un casa: una decina di metri e, curvando a sinistra, ci immettiamo in una evidente traccia che sale ripida e continua nel bosco (numerosi segnavia). Guadagnamo quota velocemente e sbuchiamo davanti a le Velle, un casolare perfettamente recuperato:
coordinate ED50: N 44°04'43,5" - E 11°44'50,8" quota: 450m slm
- Seguiamo a sinistra la pista che passa accanto all'abitazione (segnavia) e praticamente in piano arriviamo a una strada asfaltata su cui è raro incrociare auto. Andiamo a destra in blanda salita. Rasentiamo villa Franca, un edificio in bella posizione, stabilmente abitato, poi una casetta più recente, infine il caratteristico, vecchio casolare di Vezzano, tuttora in uso. Poco più avanti il segnavia su un palo della luce indica di lasciare la strada principale per prendere la diramazione in cemento a destra (freccia in legno per S.Andrea). In alto curviamo a sinistra (indicazione simile alla precedente) e continuiamo su una pista sterrata; quando subito dopo quest'ultima tende a scendere, l'abbandoniamo per tenerci a sinistra e superare un rustico cancello (segnavia).
- Saliamo tranquillamente attraversando un rado bosco e ignorando varie deviazioni a destra e sinistra: in pratica restiamo sempre sul tratturo apparentemente più importante, mantenendo la direzione, nei pressi di un crinalino secondario (segnavia). Un breve strappo porta a una pista che seguiamo a destra (segnavia utile solo per la discesa, ma un secondo è apprezzabile poco più avanti); aldilà di un cancellino in legno ci inoltriamo in un piacevole e ombroso boschetto di conifere e di fronte a un altro cancello, oltre il quale notiamo vari edifici rurali, andiamo a sinistra rasentando una recinzione in filo spinato, aggirando in tal modo il complesso di costruzioni. Raggiungiamo la via d'accesso a quest'ultimo e prendiamo poi a sinistra una sterrata che più in alto lasciamo per una ripida traccia a destra. In questa zona occorre un po' di attenzione perché può capitare di perdere momentaneamente i segnavia, tuttavia non risulta difficile individuare il giusto percorso. Un'evidente bandierina bianco-rossa del CAI verniciata su un palo della luce precede la pista che sfruttiamo per un attimo a sinistra, e subito abbandoniamo per una diramazione a destra (segnavia). Vicino c'è una piazzola nel bosco con panchine e un paio di tavolini, e appena sopra, a sinistra, la croce in cemento che si erge sulla cima del monte Sacco:
coordinate ED50: N 44°03'35,8" - E 11°46'20,4" quota: 735m slm
- Tornati alla piazzola scendiamo nel versante opposto, su traccia segnata, fino alla strada asfaltata che collega il passo Monte Busca a Santa Maria in Castello. Basta ora dirigersi a destra per arrivare in breve al passo indicato, proprio di fronte all'albergo ristorante Monte Busca:
coordinate ED50: N 44°03'30,8" - E 11°46'16,6" (fine sentiero 571) quota: 709m slm
- Per immetterci sul sentiero 515, che ci permetterà di rientrare in paese, andiamo a destra sulla strada principale (indicazioni per Tredozio e Modigliana): perdiamo quota blandamente e in una ventina di minuti, dopo un paio di tornanti e aver rasentato un casolare, appena prima di Prato Vecchio, una notevole costruzione rurale perfettamente ristrutturata, giungiamo alla sterrata a destra che ci interessa (segnavia, indicazione per chiesa di Pereta):
coordinate ED50: N 44°03'25,3" - E 11°45'29,0" (inizio sentiero 515) quota: 608m slm
- La discesa, una piacevole passeggiata, ci porta a rasentare ca dell'Abate, tuttora in uso, e velocemente a toccare la piccola, isolata chiesa di Pereta, già apprezzabile, in basso a destra, dalla strada percorsa dopo aver lasciato il passo:
coordinate ED50: N 44°03'39,6" - E 11°45'31,3" (chiesa di Pereta) quota: 577m slm
- Continuiamo a sinistra dell'edificio e subito arriviamo a villa Nuova, un altro bel casolare caratterizzato da vistose imposte rosse; qui lasciamo la pista principale per prendere quella che cala a destra (segnavia scolorito) e, in pratica, gira attorno alla costruzione. Quello che raggiungiamo poco dopo, il complesso di Cognolo, tristemente degradato, riesce a creare nella mia mente particolari sensazioni:
coordinate ED50: N 44°03'52,5" - E 11°45'20,8" (Cognolo) quota: 496m slm
- Si tratta di un gruppo di edifici fra i quali spicca la grande casa padronale: sarebbe riduttivo definirla casolare, viste le considerevoli dimensioni, e realmente provoca malinconia il vederla ridotta nelle attuali condizioni. Non riesco a resistere alla curiosità e con un po' di circospezione, con la sottile insicurezza che prova chi, anche se rispettosamente, si introduce non invitato in ambienti altrui, varco una delle due porte che si aprono, una di fronte all'altra, a pian terreno: le unisce un lungo corridoio dal quale parte una scala. Al primo piano le camere sono numerose, ma non le visito tutte a causa del disagio che sta crescendo in me: normalmente girovago fra ruderi in cerca di scorci fotografabili, di finestrelle miracolosamente ancora intatte dalle quali entrano piante selvatiche che con lentezza e pazienza si stanno riappropriando dello spazio anticamente sottratto dall'uomo, di travi portanti che lottano inutilmente per trattenere vecchi tetti che vorrebbero arrendersi alla forza di gravita, ma qui ho l'impressione di muovermi in un luogo i cui abitanti se ne sono andati da poco, in cui potrebbero tornare, in cui sto invadendo la loro sacra intimità. Non bastano le macerie attorno a tranquillizzarmi, non basta l'evidente, desolante stato di abbandono, perché vi sono i lavabi, le porte e soprattutto i camini, anneriti dall'uso, a ricordarmi la vita passata, a raccontarmi le consuetudini delle famiglie che hanno frequentato questa imponente casa, le loro gioie e i loro dolori, le speranze e le preoccupazioni. Decido di non salire al piano superiore; pare che fuori stia piovendo: è la neve che, sciogliendosi sul tetto, cambia stato e precipita copiosa dai cornicioni... basta così, è ora di andare via...
- Il tratturo perde quota restando a sinistra della casa, la vegetazione spontanea lo sta invadendo e nessuno prova più a contrastarla; porta ai pittoreschi ruderi di Val di Rio e definitivamente scompare:
coordinate ED50: N 44°04'03,8" - E 11°45'14,0" quota: 448m slm
- Occorre in questo punto un po' di attenzione: lasciamo le rovine a destra e scendiamo verso il torrente, cercando di mantenere la direzione; un vecchio segnavia, appena visibile sul tronco di un alberello, ci conforta. Non c'è traccia e ci muoviamo in un giovane boschetto, ma presto torna visibile quella che doveva essere una mulattiera e che verso sinistra ci porta in riva al corso d'acqua; lo seguiamo per pochi metri, fino a quando un vecchio ponticello ci permette di toccare la sponda opposta. Siamo ora su una viuzza campestre in disuso, ma ben riconoscibile, che rasenta l'alveo brevemente e se ne stacca poi salendo a sinistra.
- Sbuchiamo in un campo coltivato, inclinato: davanti a noi osserviamo una casa e dietro a questa, più in alto e distante, sulla stessa linea, una seconda alla base di una caratteristica collinetta boscosa (il Castellaccio). Miriamo l'abitazione bassa attraversando il campo; giunti nei suoi pressi (si chiama Fossa), la teniamo a sinistra transitando sulla stradina d'accesso alla stessa. Superiamo un rigagnolo e arriviamo alla strada asfaltata che da Tredozio sale al passo Monte Busca. Scendiamo a destra, verso il paese. Nel versante opposto è presto visibile il bel casolare noto col nome di Guide.
- Entrati nel centro abitato curviamo a sinistra e ci fermiamo per un attimo sul ponte che varca il torrente Tramazzo, dove supponiamo termini, o inizi, il sentiero 515:
coordinate ED50: N 44°04'39,1" - E 11°44'30,5" (fine sentiero 515) quota: 339m slm
- A dire il vero, appena prima del ponte la freccia del CAI con indicazioni per vari percorsi, compreso il 515, indirizza verso la via a destra, quindi è possibile che un tratto dell'itinerario seguito da noi, quello che tocca Cognolo e Val di Rio, dove in effetti i segnavia mancano o sono appena visibili, risulti abbandonato a favore di un tracciato alternativo, tuttavia dubito che quest'ultimo riesca ad essere altrettanto interessante.
- Occorre ora camminare 5 minuti per raggiungere l'inizio del 575. Aldilà del ponte lasciamo a destra la scuola elementare e proseguiamo dritto all'incrocio immediatamente successivo (indicazioni per Lutirano e Marradi). Subito, al km.0 della SP 34, nei pressi di un pilastrino con Maestà, si stacca a destra la diramazione che stiamo cercando (freccia metallica per la Maestà, il Convento - 575):
coordinate ED50: N 44°04'40,1" - E 11°44'21,7" (inizio sentiero 575) quota: 351m slm
- Un segnavia ci segnala di prendere a destra, in decisa salita, una stradina in cemento. La lasciamo presto per una pista a sinistra (segnavia) che dopo poco diventa un ripido sentiero. Passiamo dietro a una casa gialla i cui cani da guardia non si dimostrano contenti della nostra momentanea presenza, mentre noi senza dubbio lo siamo di quella di una recinzione! Rasentiamo i ruderi di una costruzione e appena sopra sbuchiamo in una zona di rimboschimento con giovani conifere. Mancano i segnavia per cui ci teniamo a sinistra della stessa continuando a salire; così facendo troviamo una pista alberata e notiamo che su un tronco la bandierina bianco-rossa del CAI è stata volontariamente ricoperta di vernice marrone... un gesto curioso che certamente avrà motivazioni razionali, perché se così non fosse testimonierebbe solo la stupidità di chi l'ha compiuto. Arriviamo a Monticino di sotto, un casolare in piacevole e tranquilla posizione:
coordinate ED50: N 44°04'53,6" - E 11°44'19,0" quota: 471m slm
- Proseguiamo a destra sulla strada d'accesso all'abitazione e poco più in alto transitiamo a fianco dei ruderi di Monticino di sopra, e scorgiamo un secondo segnavia cancellato in maniera identica a quello precedente... che sia così fastidioso il passaggio di 3 o 4, nei periodi di maggiore frequentazione, escursionisti al mese? Nel punto in cui la pista per un attimo tende a scendere, è ben segnalato il tratturo che dobbiamo risalire a destra. Rasentiamo un campo coltivato in un tratto in forte pendenza e dopo aver curvato a destra giungiamo all'Albergo, una bella, rustica casa ristrutturata:
coordinate ED50: N 44°05'04,6" - E 11°44'04,6" quota: 569m slm
- Pochi metri a monte c'è l'importante strada sterrata sulla quale ci dirigiamo a destra. Da adesso in avanti l'escursione si trasforma in poco più che una lunga, rilassante passeggiata. Prima di arrivare alla Maestà notiamo a sinistra, praticamente sul vicino, largo crinale, un gruppo di edifici rurali in uno dei quali è ancora possibile individuare le tracce strutturali di un'antica, perduta chiesetta; si tratta di San Martino di sotto:
coordinate ED50: N 44°05'26,5" - E 11°44'16,4" quota: 575m slm
- Continuiamo sulla strada; lasciamo a sinistra la deviazione che in breve porta al casolare Collinaccia Baldoni e finalmente riconosciamo, sempre a sinistra e sul crinale, proprio di fronte alla pista (segnavia) che si stacca a destra e ci permetterà di rientrare verso Tredozio, la cappella chiamata Maestà di Piaiano:
coordinate ED50: N 44°05'57,1" - E 11°44'25,4" quota: 600m slm
- Il luogo è suggestivo, silenzioso, e invita alla meditazione. Purtroppo dalle finestrelle non si riesce ad apprezzare l'affresco cinquecentesco che impreziosisce l'interno della chiesetta (mi risulta che sia aperta ogni prima domenica di settembre, quando vi si festeggia la natività della Madonna), ma il suo isolamento, il tranquillo ambiente circostante, il campaniletto a vela che risalta sul cielo, le vecchie mura della casa adiacente contribuiscono a rendere ugualmente rilevante questa meta, soprattutto se la si raggiunge a piedi.
- Scendiamo lungo la pista segnalata: rasentiamo il casolare di Solferino, in mediocri condizioni, poi passiamo a fianco di un secondo edificio rurale, Furzano, in corso di ristrutturazione e in bella posizione panoramica su Tredozio e di fronte ai colli che delimitano la valle del Fantella ad est, quindi ci teniamo a sinistra (segnavia) al bivio immediatamente successivo. Perdiamo quota velocemente e sbuchiamo sulla strada provinciale utilizzata per arrivare in auto a Tredozio, nei pressi di un deposito di legname e subito a valle dell'antico convento della SS.Annunziata (notevoli vedute su quest'ultimo dal tratturo appena percorso).
coordinate ED50: N 44°05'16,7" - E 11°44'50,5" (fine sentiero 575) quota: 314m slm
- Una freccetta metallica indica l'itinerario che da questo punto sale alla Maestà col numero 575 bis. Per completare l'escursione a noi resta da camminare, dirigendoci a destra, fino al paese, al parcheggio che raggiungiamo in un quarto d'ora circa.
"Casolare le Velle"
"Casolare di Vezzano"
"Sentiero innevato, salendo verso la cima del monte Sacco"
"Sentiero innevato, salendo verso la cima del monte Sacco"
"Croce sulla cima del monte Sacco"
"Sentiero nel bosco, scendendo verso il passo Monte Busca"
"Chiesa di Pereta, scendendo lungo la strada dal passo Monte Busca"
"Casolare di Prato Vecchio"
"Ca dell'Abate"
"Ca dell'Abate"
"Chiesa di Pereta"
"Villa Nuova"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Cognolo"
"Casolare di Val di Rio"
"Casolare di Val di Rio"
"Ponticello lungo il sentiero fra Val di Rio e Fossa"
"Ponticello lungo il sentiero fra Val di Rio e Fossa"
"Casolare di Monticino di sotto"
"Casolare di Monticino di sopra"
"Sentiero fra Monticino di sopra e Albergo"
"Casolare Albergo"
"San Martino di sotto"
"San Martino di sotto"
"San Martino di sotto"
"San Martino di sotto"
"San Martino di sotto"
"La Maestà di Piaiano e casolare adiacente"
"La Maestà di Piaiano e casolare adiacente"
"Casolare adiacente alla Maestà di Piaiano"
"Casolare di Solferino"
"Casolare di Furzano, scendendo verso il convento della SS.Annunziata"
"Convento della SS.Annunziata" |